L’Aquila: inaugurata mostra “Iside e la Vergine Maria, Regine allattanti”
Antonio Adinolfi
E’ stata inaugurata il 2 luglio scorso e sarà visitabile fino al 29 settembre prossimo un’ interessante mostra dal titolo “La Madre generosa. Dal culto di Iside alla Madonna Lactans” organizzata all’interno del Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo a L’ Aquila, dalla direttrice Lucia Arbace. Questa mostra ripropone la questione dei rapporti tra la dea egiziana Iside e la vergine Maria. Che tipi di rapporti? Una costruzione cristiana della figura della Vergine Maria o di importanti elementi di essa sulla figura dea egiziana Iside oppure un recupero di elementi dal culto alla dea Iside possibile, fatte le necessarie precisazioni, e senza problemi trasferibili alla Madonna. I problemi invece li ha suscitati. Non è detto in maniera molto esplicita ma in vari testi ( anche nel Codice da Vinci, un romanzo di successo di alcuni anni fa) è insinuato che la Vergine è una costruzione cristiana sulla dea egiziana Iside. Il discorso è lungo, qui diciamo solo qualcosa. Riportiamo la prima strofa di un Inno a Iside sul Tempio di Philae in Egitto:
Lode a te Iside-Hathor,
Madre di Dio, Signora del Cielo,
Padrona di Abaton, Regina degli Dei.
Tu sei la divina madre di Horus
[...]
E’ stata inaugurata il 2 luglio scorso e sarà visitabile fino al 29 settembre prossimo un’ interessante mostra dal titolo “La Madre generosa. Dal culto di Iside alla Madonna Lactans” organizzata all’interno del Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo a L’ Aquila, dalla direttrice Lucia Arbace. Questa mostra ripropone la questione dei rapporti tra la dea egiziana Iside e la vergine Maria. Che tipi di rapporti? Una costruzione cristiana della figura della Vergine Maria o di importanti elementi di essa sulla figura dea egiziana Iside oppure un recupero di elementi dal culto alla dea Iside possibile, fatte le necessarie precisazioni, e senza problemi trasferibili alla Madonna. I problemi invece li ha suscitati. Non è detto in maniera molto esplicita ma in vari testi ( anche nel Codice da Vinci, un romanzo di successo di alcuni anni fa) è insinuato che la Vergine è una costruzione cristiana sulla dea egiziana Iside. Il discorso è lungo, qui diciamo solo qualcosa. Riportiamo la prima strofa di un Inno a Iside sul Tempio di Philae in Egitto:
Lode a te Iside-Hathor,
Madre di Dio, Signora del Cielo,
Padrona di Abaton, Regina degli Dei.
Tu sei la divina madre di Horus
[…]
Innanzitutto soffermiamoci sul fatto che la dea Iside è definita Madre di Dio, un titolo che oggi si dà senza problemi alla Madonna. Perchè ? E’ semplice: perchè Madre del dio Horus. Una dea non può partorire un figlio che non sia un dio. Può dare alla luce un semidio o un eroe, un uomo eccezionale, se lo ha da un uomo mortale ( come la dea Venere diede alla luce il grande Enea dal mortale Anchise) ma se lo ha da un dio il figlio è un dio anche lui. E’ il caso di Iside che ebbe Horus da Osiride, suo fratello, nato come lei da un dio e una dea. Infatti Iside ed Osiride erano due dei quattro figli nati dalla della dea del cielo Nut e da Ra, dio del sole. Gli altri due bambini erano Seth e Nephti. Horus è un dio nato da un incesto dunque. Nell’ Inno a Iside sul Tempio di Philae in Egitto abbiamo visto che la dea Iside poi è lodata come Signora del Cielo e Regina degli Dei. Nel II sec.d.C. l’ africano Apuleio, iniziato al culto Isiaco, nelle sue << Metamorfosi >> così fa parlare Iside “gli Egizi, così grandi per la loro antica sapienza, venerandomi con quelle cerimonie che a me si addicono, mi chiamano con il mio vero nome, Iside Regina”. Iside è definita Regina. Perchè? Iside è Signora del cielo e Regina degli Dei perchè era una dea importante. Era figlia della dea del cielo Nut e del dio del sole Ra.
La Madonna invece fu venerata come Regina dai cristiani perchè Madre di Dio, madre di Gesù, il Verbo incarnato. Maria era una donna mortale come tutte le donne sebbene arricchita da Dio di ogni grazia. << Piena di grazia >> la chiama l’angelo Gabriele. Non era nata nè da dei, nè da Re. Era figlia di Gioacchino, un uomo molto ricco della tribù del Regno di Giuda e della stirpe del re Davide, ma un uomo. Non era un dio, nè era un re, Sua madre Anna era una donna, una comune mortale. E’ il Figlio, Gesù, Dio-uomo che la fece diventare Regina. Abbiamo visto in You Tube: ( cercare << AQBOX.TV – La madre generosa al Munda fino al 29 settembre >> ) un’ intervista alla direttice della mostra Lucia Arbace in cui dice che nella mostra ci sono tre Madonne che allattano che sono Regine. La studiosa ha sottolineato che sono un unicum, cioè diversamente dalle altre Madonne che allattano ( presentate, pensiamo noi, come donne più o meno normali o al massimo con bel vestito e un’aureola dietro il capo ) hanno una corona sulla testa e acconciatura dei capelli e vesti regali. << Da quale fonte iconografica – si chiede la Arbace – deriva la Madonna Regina lactans ? E si risponde << Nientemeno che dal culto di Iside, che era una dea ma aveva anche gli attributi della regalità >>. Osserviamo, senza alcuno spirito di polemica, perchè quel << Nientemeno >> ? Da Iside non deriva già, secondo molti studiosi, la semplice Madonna lactans ? Doveva essere cosa lodevole per gli antichi raffigurare una dea-Regina come una donna che allatta: una dea si umiliava a svolgere il compito di una donna mortale. Per i cristiani invece raffigurare un Gesù bambino che aveva bisogno di nutrirsi al petto di una donna era la prova di una vera incarnazione di Dio. Era Dio che si umiliava; la donna che lo allattava diventava eccelsa perchè dava il suo latte al Dio che l’aveva creata. Agl’ inizi del Cristianesimo la Madonna vista come Regina è molto presente nei testi di autori cristiani. Se si legge l’ << Ad coeli Reginam >> di Pio XII, enciclica con cui questo papa nel 1954 stabiliva la festa di Maria Regina, si vedono citati i primi autori che ne parlano ( S. Efrem, S. Gregorio Nazianzeno, Origene, Prudenzio, ecc.). Nel Settecento S. Alfonso M. de’ Liguori nel suo “ Le glorie di Maria “, un libro che è una riflessione sulle parole della medioevale preghiera Salve Regina, cita ancora, proprio nelle prime pagine, S.Atanasio ( in realtà un autore cristiano sconosciuto ma ad Atanasio contemporaneo). Non sappiamo a quale epoca risalgono le tre Madonne Regine allattanti presenti nella mostra a L’ Aquila, ma, Regine o non Regine, partiamo da un fatto certo e cioè che << esiste un grande divario tra il numero di passi che nella letteratura patristica riguardano la (semplice) Vergine allattante e le rese iconografiche, assolutamente sporadiche tra il II e il X secolo; a parte alcune dubbie statuette acefale in terracotta del II/III secolo ora a Cartagine, ci sono pervenuti un frammento di cratere del 470 circa (Roma, Museo Nazionale Romano), quattro affreschi nei conventi copti di Saqqara e Bawit e due stele funerarie da Bawit e Al Fayoum (Egitto), tutti del V e VI secolo, un affresco in un convento di Latmos, databile tra il VII ed il IX secolo, quattro miniature copte del IX – X secolo (ora a New York, Pierpoint Library e Londra, National Gallery) e infine un affresco del X secolo nella Chiesa Egritas di Ihlara in Cappadocia >> ( cfr. Erika Di Bortolo Mel: “Le origini di Maria lactans e le sue espressioni in Friuli” in << Quaderni del Centro culturale Augusto Del Noce, Pordenone, 2017 “Astro incarnato nell’umane tenebre”. Maria lactans e le immagini eucaristiche mariane, pag.24 ). Che di queste Madonne qualcuna abbia anche attributi di Regina derivati da Iside qual è il problema? Se gli artisti cristiani si sono ispirati anche per le Madonne allattanti vestite come Regine alle raffigurazioni di Iside allattante Regina, con la corona in testa, non significa che la Vergine Maria è completamente una << copia >> di Iside. Come scrisse lo storico medioevale tedesco Klaus Schreiner, morto nel 2015, nel suo libro << Vergine, Madre, Regina. I volti di Maria nell’universo cristiano >> ( Roma, 1995) « coincidenze formali possono benissimo convivere con differenze di contenuto >> ( cfr. Erika Di Bortolo Mel, art. cit., pag. 17 ). Per terminare una nota: << Anche sulla sola genealogia iconografica non vi è accordo tra gli studiosi; ad una derivazione da Iside in trono che allatta Horus, accettata dai più, si contrappone la tesi di L. Rebaudo che in << Fausta, Pietas e la Virgo Lactans. Migrazione di un motivo >> sostiene ( cfr. Marcone A. (a cura di), Società e cultura in età tardoantica. Atti dell’incontro di Studi ad Udine 29-30 maggio 2003, Firenze, 2004, pag. 181-209 ), sulla base di un conio di età costantiniana e di un gruppo scultoreo noto come “Era di Otricoli”, di età augustea o tiberiana, entrambi raffiguranti una figura femminile nell’atto di allattare, è che la Virgo lactans trarrebbe il proprio corredo figurativo proprio da questi antecedenti della Roma imperiale >> ( cfr. Erika Di Bortolo Mel, art. cit., pag. 18 ).