Roccapiemonte: Via Crucis a Villa Silvia tra gli ospiti del Centro Riabilitativo
Anna Maria Noia
Un cielo plumbeo (attonito), però sereno e senza pioggia, ha accompagnato – lo scorso 12 aprile, venerdì precedente la domenica delle palme – la suggestiva ed evocativa via Crucis rappresentata dagli ospiti della struttura di riabilitazione “Villa Silvia” (Roccapiemonte). Il centro, noto per l’attenzione che dedica alla cura delle persone meno fortunate del nostro territorio (Roccapiemonte e zone limitrofe, come Mercato S. Severino e Castel S. Giorgio; Nocera Inferiore e Nocera Superiore), si è vestito a festa ed è stato opportunamente decorato e preparato ad accogliere il pio esercizio – animato dagli educatori e/o operatori assieme ai differentemente abili. “Villa Silvia” accoglie, nel complesso (area residenziale per degenza piena; area Rsa; area semi residenziale per degenza diurna; altri settori) centoventi ospiti circa. Anche gli operatori sono molti, una sessantina i tecnici della riabilitazione. Persone molto pazienti e motivate, che presiedono svariati laboratori (come quello di ceramica, quello per insegnare canto, quello per il teatro eccetera). L’amministratore delegato e/o responsabile è da qualche anno Riccardo De Falco. Le professionalità che prestano servizio a Roccapiemonte si occupano della cura e del recupero, oltre al sostegno, di uomini; donne; bambini (anche adolescenti) con differenti abilità fino all’età matura. I degenti vengono trattati bene e sono rispettati, sono accolti con tanto amore e dedizione. Il centro è operativo e attivo dal 1938. La via Crucis è un appuntamento imperdibile, organizzato da molti anni. Per la santa Pasqua 2019, è intervenuto il parroco di S. Giovanni Battista e S. Maria del Ponte in Rocca – don Giuseppe Ferraioli. Che ha presieduto il consueto evento – tra i tantissimi che vengono approntati a Villa Silvia – conducendo le letture e presiedendo l’officio delle quattordici stazioni, che evocano altrettanti passi del Cristo lungo la via del Calvario. Per l’occasione, l’ingresso; il giardino degli aranci e quello “degli ulivi” erano addobbati con l’allestimento di alte palme (originali); ramoscelli di ulivo; disegni realizzati dai degenti (uno più bello e significativo degli altri) ad abbellire i luoghi dove essi vivono quotidianamente la propria, personale via Crucis. Portando con Gesù la loro croce, ogni giorno. E – con loro – le famiglie dei care-giver. Grazie al fatto che la pioggia non ha potuto “rovinare” la bella manifestazione, tutto è filato liscio; quest’anno l’happening si è tenuto di sera; in maniera più partecipativa: alle 19 don Giuseppe Ferraioli ha dato il là alla processione. Alla quale sono stati invitati anche rappresentanti dell’amministrazione, vertici istituzionali e i familiari dei portatori di handicap – almeno quelli che abitano più vicino ai loro cari. Come al solito, la processione ha rappresentato un bel momento di condivisione tra educatori e umili diversamente abili; sono evidenti l’impegno e la sinergia da parte di tutte le “forze” di “Villa Silvia” – in collaborazione tra loro come sempre. La preparazione del percorso ha visto anche alcuni operatori disegnare il volto di Cristo su un panno, a mo’ di ideale “Veronica” (“vera icona”), a sottolineare l’appartenenza di queste persone meno fortunate di tanti alla famiglia umana (nonché divina) – innanzitutto. La via Crucis è durata un’oretta. Quattrodici, dunque, il numero di stazioni per riflettere sui sacrifici del Signore e degli ospiti. Si è andati dall’ingresso, al giardino degli ulivi e a quello degli aranci – già citati. Tra le palme, dove – al tempo di Cristo, in Israele – si sprecavano gli “Osanna” (per poi trasmutarsi in “Crocifiggi” solo pochi giorni dopo), una silenziosa piccola folla di devoti, ospiti del centro, familiari, educatori e curiosi ha partecipato assiduamente al breve rito religioso. Sotto la guida del sacerdote sopra menzionato. Dalla prima alla quattordicesima sosta, si sono alternati appunto educatori e portatori di handicap (od altri degenti) – nella declamazione delle riflessioni. Dopo il segno della croce iniziale, ecco i momenti salienti della rappresentazione: la stazione; la lettura di un brevissimo passo del Vangelo; il commento corrispondente alla stazione; qualche giaculatoria cantata. Tra i variopinti e precisissimi disegni, elaborati con l’ausilio del personale del centro di eccellenza. Una comunità vivida, conosciuta sul comprensorio. Per la qualità dei laboratori; per l’ippoterapia; per tanto altro ancora. Si comprende come la loro professione travalichi il puro e semplice “mestiere”, “lavoro”; essi sono spinti, mossi (e motivati) dalla passione. Si impegnano a trarre, maieuticamente, il meglio di sé dai loro ospiti. A cui, inoltre, si affezionano. Tante storie, tanti emozionanti e commoventi racconti – nei loro occhi, nella loro sfortunata vita. Per insegnare qualcosa anche ai “normodotati” o a coloro che irridono la diversità, don Giuseppe ha detto di voler utilizzare i disegni creati per allietare il pio esercizio del 12 aprile in occasione della via Crucis cittadina, tenutasi pochi giorni dopo questa di Villa Silvia. Al termine dell’incontro di venerdì 12, lo stesso don Giuseppe Ferraioli ha pubblicamente ringraziato i protagonisti della via Crucis – vale a dire operatori e degenti. Che hanno creato occasioni di meditazione molto profonde. Celebrando i misteri della Passione di Gesù. Tra tristezza e mestizia, ma anche in presenza di ingenuità, innocenza e soprattutto speranza. Don Ferraioli vorrebbe anche recitare il “classico” rosario del mese mariano di maggio a “Villa Silvia”. Una struttura che funziona e che propone – da quando è sorta, negli anni ’30 – una grande serie di iniziative e manifestazioni. Per gli ospiti, con loro. Prima di tutto persone dignitose – a dispetto di alcuni servizi giornalistici spesso fuorvianti e mal realizzati, che hanno sminuito il valore e la funzione (la mission) dei responsabili tutti, operanti in questo centro; tra la comunità dei più sfortunati.