Nocera Inferiore: Istituto “Galizia”- Alternanza Scuola-Lavoro “Giornale per il Sociale”

CAMPANIA : FIUME SARNO KILLER

Chiara D’Acunzi e Maria Raffone

Il fiume Sarno che bagna le province di Salerno, Napoli e Avellino, è considerato uno dei fiumi più inquinati del mondo, tanto da essersi conquistato il sesto posto in una conferenza tenutasi a New York.

Fin dai tempi remoti è stato considerato come un vero e proprio dio dai popoli del passato.

Del Sarno è stata trasmessa un’immagine di uomo adulto con la barba, seminudo, sdraiato su un fianco, circondato da canne e papiri, mentre reggeva un vaso d’acqua.

Chissà oggi i popoli del passato come lo potrebbero descrivere! Come un uomo circondato da rifiuti di plastica, mentre regge un vaso contenente gli scarti di lavorazioni industriali.

Una triste scena che oggi, purtroppo, narra la realtà. A causa dei rifiuti delle fogne, degli sversamenti delle industrie presenti sul suo corso, non esiste più nessuna forma di vita e la sua acqua non può essere utilizzata perchè pericolosa alla salute.

Il fiume, durante il passar degli anni ha assunto soprannomi, tra cui ” RIO POMODORO “, perchè le sue acque durante le lavorazioni dei pomodori diventano rosse.

Questo accade perchè le industrie non utilizzano tecnologie che non danneggino l’ambiente.

Molti scienziati e ambientalisti non riescono a spiegare questo fenomeno, perchè in passato si aveva a cuore la pulizia del fiume. Infatti, era effettuata dalla città di Sarno, ma con il concorso nella spesa delle Università di San Valentino, San Marzano, Striano e San Pietro di Scafati e avveniva attraverso una mandria di bufale, che con gli zoccoli agitava il limo del fondale, in modo tale da semplificare il trasporto verso la valle.

Tuttavia, oggi, i fondi europei non vengono utilizzati per la costruzione del sistema fognario dei paesi vesuviani.

I cittadini continuano a pagare le multe dell’Unione Europea per la mancata depurazione.

UN VERO E PROPRIO DEGRADO!

Il Tour diMamma Coraggio” contro Baby Gang

Annalisa Esposito

A Nocera Inferiore, il 26 marzo 2019, Maria Luisa Iavarone ha parlato dell’accoltellamento del figlio ai ragazzi del liceo Galizia.

Forte è stata la sua testimonianza e il suo coraggio, imbattendosi contro i malavitosi di Napoli:

“E’ stato il fatto che avesse una casa, qualcuno che lo aspettasse, e un progetto di studio da portare avanti: in una parola è stata la sua insopportabile normalità, a far scattare l’aggressione” così è iniziato il suo racconto.

Arturo, il figlio diciassettenne, è stato accoltellato da quattro ragazzi minorenni, il 18 dicembre 2017 a via Foria, Napoli, nella confusione dei preparativi natalizi.

Il quartetto lo ha prima insultato e poi colpito numerose volte: alla giugulare, alla schiena e tra le costole, lasciandolo in una pozza di sangue.

Arturo ha trascorso un lungo periodo tra operazioni chirurgiche, degenza in ospedale, periodi di riposo a casa; tuttora continuano i suoi incontri con psicologi.

La Iavarone  non è restata a guardare, per non sentirsi complice del crimine ed ha creato un’associazione con l’acronimo ARTUR, ovvero Adulti Responsabili per un Territorio Unito contro il Rischio.

“La violenza dei minori è un fatto grave -ha concluso- e  l’irresponsabilità educativa degli adulti lo è ancora di più. Dietro ogni minore che delinque c’è sempre un adulto inconsapevole. L’indifferenza è peggio della violenza, perché non ci si può difendere.”

San Valentino Torio: accorsati festeggiamenti patronali

Patrizia Ruggiero

La città di San Valentino Torio ha celebrato il Santo patrono con cinque giorni dedicati alla festa dell’amore dal nome “Saint Valentine in Love”.

Dal 13 al 17 febbraio, oltre ad ospitare la tradizionale sagra della polpetta di carote, nota come“ purpett e pastenaca” , la città ha aperto le porte ai riti sacri organizzati dal parroco della Parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo, rappresentazioni teatrali, musica, arte, stand gastronomici e tanto divertimento.

Le strade sono state artisticamente addobbate dalle luci festa e con tante nuove innovazioni che sono  state montate per la prima volta: piccole mongolfiere illuminate con dei pelouche al loro interno; archi; frasi di canzoni romantiche; cuori; piccole sagome di persone innamorate e tanto altro.  All’esterno della chiesa una grande scritta love, un grande cuore, con all’interno la statua del Patrono, poi decorata con fiori e una panchina, su cui sono state effettuate foto ricordo.

Nei vicoletti più antichi vari stand dedicati ai selfie, alla produzione delle polpette e tanto altro. Durante questi giorni, vari eventi, come la solenne processione nell’intero paese, la visita della statua del Patrono in ogni abitazione, la solenne celebrazione della Messa al termine della quale un emozionante momento con il lancio di palloncini con una canzone.

Incontro da brividi con la professoressa Iavarone

Martina Napoli

Al Liceo A.Galizia, nel teatro, il 19 marzo alle ore 10:00 si è svolto un incontro altamente emozionante, con la professoressa Iavarone, madre di Arturo, ragazzo 17enne aggredito e accoltellato numerose volte il 18 dicembre 2017 a Napoli, da una baby gang.

‘Non c’era alcun motivo apparente, se non quello di avere una casa, una famiglia e qualcuno che gli volesse bene: erano le ore 17:00 ed Arturo stava per tornare a casa a studiare’ – così ha raccontato la madre.

Commossa, indignata ed emozionata, ha raccontato agli allievi presenti, coetanei del proprio figlio, la dinamica di tutta la storia. La professoressa ha spiegato di aver trovato Arturo in un lago di sangue, steso a terra, quasi del tutto morto, senza che lei potesse fare nulla, se non sperare nei soccorsi. ‘Faremo quel che potremo’ , l’annuncio dei medici alla madre poco prima di entrare in sala rianimazione. Arturo, dopo giorni di coma farmacologico, ha ripreso a respirare autonomamente, ma tutt’oggi deve fare i conti con numerosi problemi fisici e psichici che lo accompagneranno per il resto della vita. La professoressa Iavarone ha combattuto una guerra da sola, per cercare in ogni modo di individuare gli aggressori, tra cui un individuo addirittura sotto i 14 anni, quindi non punibile dalla legge italiana. Mentre gli altri due minorenni sono stati condannati fino a 10 anni di carcere. ‘Mi aspetto giustizia per Arturo, mio figlio, ma anche per gli altri ragazzi – ha spiegato la madre – affinchè venga individuato un serio  percorso di recupero e restituiti alla società con una condizione di vita giusta, in modo da non far accadere più un fatto del genere. Non mi interessa che trascorrano in carcere 5 o 10 anni o che vengano sbattuti in cella  e buttata via la chiave, non è questo quello che voglio. Pretendo giustizia!’ La madre di Arturo ha affermato che la sua battaglia non è finita. Il  risultato – ha concluso – richiede il mio impegno civile ed educativo di madre, che ha realizzato che si deve e si può fare qualcosa!

 

Giovani e social network: letale Balena Blu

Chiara D’Acunzi

Ci sono molti aspetti positivi che interessano questo campo, ma altrettanto negativi.

Si pensi ai social network che condizionano quotidianamente, anche nel modo di agire e di relazionarsi anche con gli sconosciuti, senza pensare ai pericoli che si possono riscontrare.

Un aspetto negativo che si deve tenere in considerazione sono proprio le fake news, una quantità di informazioni false che circolano liberamente su internet, a cui ci si affida inconsapevolmente.

A tal proposito si pensi alla blue whale, la sfida social che spingerebbe i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino all’ultimo, quello cruciale, il suicidio.

Si verrebbe ingaggiati tramite Social Network appunto, come Whatsapp, Facebook, ecc.

A dirigere questo “gioco” c’è il cosiddetto “curatore”: l’artefice di tutto, che spingerebbe i ragazzi più vulnerabili psicologicamente a superare ogni prova, ricattandoli di avere informazioni che possono far male alla famiglia.

Questo fenomeno nasce in Russia per poi espandersi un po’ ovunque, anche in Italia anche se molti abbiano affermato che sia tutta una bufala.

Nonostante ciò, i nostri ragazzi devono stare attenti a ciò che guardano da Internet. Il pericolo è sempre dietro l’angolo.

 

Prof. Maria Luisa Iavarone, madre contro il Bullismo

Gabriella Giudice

Il 17 dicembre 2017, un ragazzo di 17 anni viene accoltellato nei pressi di Napoli, da una baby-gang tra i 13 e i 17 anni.

Dopo aver visto il figlio in una pozza di sangue, la donna racconta l’accaduto con tanta rabbia, facendo commuovere il Liceo Statale Albero Galizia.

Oggi Arturo vive con la giugulare ricostruita, senza una corda vocale e alcune arterie, la sua voce non è più quella di prima e quando dorme ha ancora gli incubi. Vorrebbe andare di nuovo dal barbiere senza avare paura di essere aggredito.

Il ragazzo spiega che, mentre percorreva la strada per tornare a casa, dove aveva persone che lo aspettavano, questi “bulli” gli si avvicinarono e iniziarono ad infastidirlo.

<<Lasciatemi stare, devo tornare  a casa, devo studiare, mi aspettano.>> forse sono state quelle le parole che hanno fatto scattare la scintilla dell’odio. Quei ragazzi appartenevano tutti alla strada, figli di famiglie poco affidabili, senza nessuno che li aspettasse a casa e un progetto di studio da portare avanti.

La morale che la madre sta portando in tutte le scuole di Italia è quello di studiare, di formarsi e di costruirsi un futuro.

Perché solo con la cultura si sconfiggerà la violenza, l’ignoranza.

Napoli: diciassettenne accoltellato da baby gang

Carmela Monetta

Il 18 Dicembre 2019 Arturo, ragazzo napoletano, è stato accoltellato da una baby gang nel tardo pomeriggio. Soccorso dai passanti, sono state avvertite subito le Forze dell’Ordine. La Polizia ha arrestato un 16enne con l’accusa di tentato omicidio; per la stessa vicenda è stato fermato un 15enne, gli altri due invece hanno fatto da “palo”. Altri ragazzi avrebbero partecipato all’aggressione, colpendo Arturo con alcune coltellate e ferendolo gravemente. Sono ancora in corso identificazioni da parte degli Agenti. Il ragazzo ha subito numerose coltellate alla gola e al torace. Lo scopo dell’aggressione, ancora incognito.

“Il movente della mia aggressione, il fatto che avessi una casa, che qualcuno mi aspettasse e che avessi un progetto di studi da portare avanti.” Questa la giustificazione del ragazzo sull’accaduto. Arturo è stato costretto ad un lungo periodo di degenza in ospedale, subendo molte operazioni per la ricostruzione della  giugulare.  Oggi, nonostante la necessità di controlli sanitari continui, ritiene di stare finalmente bene. In un’intervista ha dichiarato di aver ripreso a fare sport e per il futuro il suo sogno è quello di aiutare gli altri, magari intraprendendo gli studi universitari di Medicina. Colei che ha affiancato il giovane per tutto il tempo è stata la prof.ssa Maria Luisa Iavarone, sua madre, che ha tratto da un caso così tragico la forza per combattere una battaglia contro il bullismo. La donna ha creato un’associazione, “ARTUR” adulti responsabili per un territorio unito contro il rischio: porta questo suo ideale per molte regioni d’Italia, fino ad arrivare a Nocera Inferiore all’Istituto A. Galizia. Ha incontrato i ragazzi dell’Istituto il 26 Marzo 2019, riportando quanto accaduto il tragico giorno di quasi due anni fa. Con molta disponibilità ha risposto ad alcune domande che le sono state poste dagli alunni, che hanno partecipato attivamente mostrando solidarietà per Arturo e per tutti i ragazzi che subiscono bullismo ogni giorno.

Pagani: attesa per festa Madonna delle Galline

Anna Strino

Ormai da secoli si festeggia, nel mese di Aprile, la festa della Madonna delle Galline.

E’ soprattutto in questi giorni che ogni cittadino paganese sente l’agitazione, l’emozione nel rivivere momenti indimenticabili. Il 28 marzo, ad un mese di distanza dall’inizio dei  festeggiamenti,  è avvenuta l’alzata del quadro alle spalle del Santuario e successivamente l’apertura di  tutti i toselli.

La festa avrà inizio  venerdì 26 aprile, con l’apertura delle porte del Santuario e con i tradizionali canti, balli e tammurriate. La città di Pagani vive questi giorni con grande entusiasmo ed arrivano anche persone da paesi lontani per vivere in prima persona questi giorni.

Il Sabato sera, le strade della città sono affollate, la maggior parte delle persone si reca nei toselli, dove s’assiste a diversi tipi di tammurriate, canti, balli con nacchere ed al suono della tammorra. Questo continua fino a tarda notte.

Dopodichè si attende la Domenica mattina, il giorno tanto atteso!

Ci si sveglia alle 8:00-8:30, aspettando l’uscita dal Santuario della Vergine. Alle 10:00 circa, la statua della Madonna sfila in processione per tutte le strade della città.

Emozionante è l’arrivo al Rione Trieste, dove viene accolta con tanti palloncini lanciati dai balconi e tra fuochi d’artificio.

Tra le strade successive, accompagnata dalla banda, la processione continua e si aspetta l’ora del pranzo tradizionale: tagliolini fatti in casa con il ragù, vino e secondo a base di carne, agnello o capretto. Il tutto, accompagnato dai carciofi, concludendo col dolce tipico,  la pastiera di grano.

Quando termina il pranzo, nell’aria continuano a sentirsi suoni delle musiche, delle nacchere e delle tammorre fino a sera tardi, concludendo così questa fantastica festa.

 

Napoli: Gazzelle sold-out anche al Palapartenope

Venere Caruso

L’artista romano Flavio Bruno Pardini, in arte Gazzelle, è  riuscito a fare il tutto pieno anche al Palapartenope di Napoli, come le altre undici date del suo “PUNK TOUR”.

Il giovane romano ha dimostrato di essere apprezzato già durante il suo “SUPERBATTITO TOUR”, facendo sold-out anche in quell’occasione.

Solo quest’anno ha  cominciato ad esibire nei palazzatti.

Gazzelle è considerato uno dei migliori esponenti dell’indie italiano, genere musicale, emergente, che nasce fra il pop e il rock.

L’artista ha cominciato il suo tour il 27 febbraio a Rimini al RDS Stadium che si concluderà il 7 Aprile a Padova al Gran Teatro Geox.

Lo spettacolo è molto curato nei dettagli, infatti , ricco di effetti speciali.

A Napoli abbiamo visto la fila formarsi già dalla mattina, mentre l’artista si è recato sul posto solo nel primo pomeriggio, per eseguire le prove generali.

Le 5.000 persone sono accorse sul posto fino alle 19:00, quando hanno aperto i cancelli.

PalaPartenope,  strapieno!

Alle 21:00, ora prestabilita per l’inizio del concerto, lo show è iniziato in modo particolarmente puntuale ed è durato circa fino alle 23:00, con continui bis sotto richiesta dei fans che hanno cantato energicamente le canzoni.

Gazzelle, un ragazzo dedito alla musica e molto affezionato ai suoi fans, usa la scrittura a scopo terapeutico.

I fans sperano di rivederlo a Napoli durante il suo PUNK TOUR estivo.