Salerno: Comunità di Sant’Egidio, celebrazione eucaristica a Gesù Redentore per vittime povertà in strada

  Sabato 2 marzo, alle 11:30,  presso la Chiesa del Gesù Redentore, in via Francesco Carnelutti, la Comunità di Sant’Egidio ricorderà tutte le persone morte a Salerno a causa della povertà e della vita in strada, con una Messa ed un incontro a pranzo con i poveri presso la mensa di Casa Nazareth.

Tanti, troppi, muoiono ancora nelle strade delle nostre città nel bisogno e nell’abbandono. Il dramma della solitudine e della povertà si ripropone in particolare drammaticamente ogni inverno, con il suo triste bilancio.

Da più trent’anni la Comunità di Sant’Egidio ricorda, nelle città dove è presente, le vittime della vita in strada, a partire dalla morte di Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora, di 71 anni, che viveva a Roma nei pressi della Stazione Termini, dove si rifugiava la notte per dormire, che si sentì male e morì sul marciapiede perchè l’ambulanza si rifiutò di trasportarla in Ospedale, perchè era sporca.

La sua morte ha segnato profondamente l’amicizia della Comunità di Sant’Egidio con chi è senza dimora. Per questo, in occasione della Messa si fa memoria di tutti gli “amici per la strada” a cui la Comunità si è fatta prossima che hanno perso la vita, ricordando ciascuno per nome.  Perchè  nessuno va dimenticato.

Con loro la Comunità, attraverso il servizio delle mense, le cene itineranti, i luoghi di accoglienza, ha intessuto negli anni rapporti di prossimità e di familiarità, nel tentativo di migliorare le difficili condizioni della loro vita.

A Salerno il servizio di aiuto alle persone in strada impegna la Comunità di Sant’Egidio due volte la settimana, con circa 80 persone raggiunte dai volontari con la distribuzione di pasti, bevande calde, coperte e vestiario.

La liturgia di sabato 2 marzo a Gesù Redentore è dedicata simbolicamente a Felix, romeno, uno dei primi amici senza fissa dimora conosciuti dalla Comunità a Salerno: sempre allegro e cordiale, era stato operaio edile, fino all’incidente che lo aveva messo per strada. Non aveva perso la sua disponibilità verso gli altri, che lui stesso aiutava, quando trovava lavoro, e un senso grato della vita nei confronti di Dio. Diceva: ”Per  prima cosa la mattina mi tolgo il cappello…”. Dormiva con i familiari in un vagone in disuso alla stazione di Salerno. La mattina del 21 agosto 2014 si è sentito male ed è morto, a 40 anni, poco dopo il ricovero in ospedale.