Dio clemente e misericordioso ?

Padre Giuliano Di Renzo

E’ frase tolta dalle Sacre Scritture ebraico-cristiane, come in Nehemia 9,31. Va aggiunto che nelle nostre Sacre Scritture – la Bibbia non è propriamente LA Bibbia, ma LE Sacre Scritture – Dio perdona perché ama.
Allah invece è clemente per benigna concessione non perché ama. Ad Allah ci si sottomette e lo si serve, non si fa obbligo di amarlo. Non c’è un “Ascolta, Israele. Dio è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Amerai il Signore tuo Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze” (Deuteronomio 6,4-5).
Oppure: “Chi ama padre o madre….persino la propria vita più di me, non è degno di me” (Vangelo di San Matteo 10,37-42).
Le Sacre Scritture sono Sacre perché storia di un cammino di amore con cui si cercano Dio e l’uomo e culmina per noi cattolici nelle nozze con Dio in Cristo, Verbo, Volto di Dio.
E ciò che tanti non capiscono e citano LA Bibbia come se fosse un libro invece che più libri, statico, un codice, una legge nel senso piatto e freddo del termine, come è invece il Corano.
Quindi Allah non è capace di perdonare veramente essendo la sua la benignità del padrone che sorvola. La clemenza in lui è benignità e non comunica gioia.
Allah non è perciò Dio ma dio e suo verbo non è il Verbo incarnato e crocifisso per noi e per noi offertosi per amore.
“Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (San Paolo. Lettera ai Gàlati 2,20).
Allah invece è un solitario chiuso in se stesso che non comunica con nessuno tranne il suo profeta, al fine di permettergli all’occorrenza tutto.
Il suo essere clemente è degnazione di sheik e satrapi onnipotenti, salvo poi legiferare con un tale Corano e una disumana terribile Sharia e dare regole per la vendetta, considerata una forma giusta di riparazione.
Un povero dio che pretende di essere Dio !
Muhammad, al fine di accreditarsi come ultimo e definitivo profeta di un Dio che non conosce e non è il suo Allah, scimmiotta il Signore Gesù.
Gesù è tentato dal demonio e portato sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme, come anche entra solennemente quale re messianico nella Città Santa, lo fa però sotto gli occhi di tutti e cavalcando un somarello.
Muhammad non è tentato se non dal suo orgoglio di salire al cielo come Gesù, volendo farsi considerare un pari a Lui. Ascende però di notte galoppando in solitario su un bel cavallo, ovviamente arabo.
Gesù non uccide e né ha fatto mai uccidere nessuno, ha perdonato, ha fatto risorgere a vita nuova ladri e prostitute, con una sola parola ha immediatamente guarito i malati, richiamati in vita persone che ha subito restituite all’amore dei loro cari, ha sanato i malati, ha portata a tutti la pace, frutto della loro riconciliazione con Dio.
Ha sempre agito in pubblico, anche alla presenza dei suoi avversari, detrattori e calunniatori.
Muhammad non ha mai guarito nessuno. Ha invece ucciso e fatto uccidere, non muore e non si e’ fatto uccidere per nessuno, ma si congeda da questo mondo amando le molteplici sue donne, anche bambine.
Gesù risorge e si mostra a tante riprese e in luoghi diversi a un numero grande di persone, conversa e mangia con esse e ripetutamente si fa toccare.
Gesù dopo la sua resurrezione continua la sua vita avendo ricevuto il potere di condurre gli uomini alla salvezza e ascende al cielo davanti a una folla di persone avendo prima conversato a lungo con esse e camminato parlando del regno dei cieli.
Muhammad vi ascende pure lui, come lui stesso dice, ma prima della sua morte, vi ascende solitario e senza testimoni, come sempre nella sua vita.
Mai un testimone, mai un pubblico. Cerca di assimilarsi al Mosè che riceve le tavole della Legge. Che è lo statuto santo che fa costituzionalmente gli ebrei un popolo sacerdotale, diverso pertanto da ogni altro popolo e totalmente consacrato di Dio.
Israele è così la Sposa che porta in seno il mistero della Promessa della presenza visibile di Dio nel mondo: Cristo.
Come la Madonna, come la santa Chiesa nei secoli, offrirà ai pastori e ai magi e al mondo il Verbo di Dio che volendo essere a noi visibile si fa come noi e assume volto come noi umano.
E’ Cristo la vera ragione dell’essere e di essere della Madonna come Vergine, Sposa e Madre. Al modo che lo fu Israele come profezia e lo è la Chiesa come presenza di Lui tra noi nei secoli. La Chiesa come Arca dell’Alleanza nell’esodo nostro nel mondo verso la Terra promessa del cielo. “Ecco, Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Vangelo di San Matteo 28,20).
Con diabolico proposito Muhammad è venuto a cancellare davanti a noi il fulgore della divinità dal volto adorabile Cristo.
Il sepolcro di Gesù è rimasto vuoto, quello di Muhammad è lì a Medina con entro l’incartapecorita salma di lui a prova della sua sconfitta nell’inutile sua lotta contro la Verità.
L’islam appunto non è una religione se non come diabolica mistificazione di Cristo in tutto e proteso a insidiare il cammino della Salvezza.
Gesù libera e svela l’uomo a se stesso, Muhammad imprigiona anche psicologicamente le coscienze, come anche i corpi della donna nel loro velo e nel loro burqa.
Poiché la donna è il cuore del mondo da cui nasce e arde la vita, va resa perciò non sposa e madre ma oggetto, oggetto di piacere e consumo e sconti il suo essere la sorgente da cui scaturisce per il mondo la vita.
L’islam disprezza dunque la donna e la umilia perché il demonio “è stato omicida fin dal principio e non ha perseverato nella Verità, perché non è verità in lui” (Vangelo di San Giovanni 8,44) e sua natura è odiare la vita essendo sua natura odiare Dio.
Ne abbiamo ampia esperienza ogni giorno con il progresso tecnologico fatto ormai progresso di morte.
Mezzaluna e Spada su panno verde sono vessillo quindi della potenza delle tenebre contro la Luce vittoriosa, della morte contro la vita salvatrice della Croce. Su di essa, là sul Calvario, come reietto, messo fuori dalla città degli uomini, Cristo ha sconfitto il Male e gli ha tolto il potere mostrando un castello di carta la sua potenza.
Ciò spiega il feroce istintivo odio degli islamici verso la Croce e il Crocifisso. Il demonio ha immesso nella loro religione da lui pensata e vi ha inspirata la flatulenza dell’esasperato suo anticristianesimo.
Gesù dopo la sua morte e resurrezione ascende a Dio Padre quale Figlio Dio vittorioso e anche qui davanti a molti testimoni dopo aver camminato e conversato a lungo con essi.
Anche Muhammad sarebbe salito al cielo, a suo dire, ma accortamente prima di morire e come sempre di notte e accortamente senza altri testimoni.
Gesù sulla terra non ha dove posare il capo, è privo di mezzi umani, non li cerca e vive abbandonato alla provvidenza amorosa del Padre suo che Lo nutre come nutre gli uccelli del cielo e riveste di colori i fiori del campo.
Manda i suoi senza bisaccia, con una sola tunica e con un paio di sandali soltanto raccomandando ad essi di dare gratuitamente ciò che gratuitamente hanno ricevuto
Li invia come agnelli in mezzo a lupi e affida ad essi il compito di annunciare la pace e riportare le persone a Dio quali pecorelle disperse nell’insidioso camminare sulle vie della vita.
Sia loro premio sapere i loro nomi essere scritti nei cieli.
Muhammad dona ai suoi la spada, esige il jihad, che nella finzione di essere anche sforzo spirituale è soprattutto sforzo armato al fine di imporre in modo violento il volere di Allah ed estendere il suo impero sulla terra e sugli uomini.
Muhammad, organizza spedizioni, ordisce inganni, procede a predazioni e statuisce la spartizione del rubato attribuendosi un quinto di quanto di tutto. Anche le donne, vengono spartite come merce e trascinate in schiavitù vengono gettate sul letto dei libidinosi combattenti come premio concesso ad essi dal tal loro “dio clemente e misericordioso” Allah.
Gesù porta agli uomini l’amore di Dio e li invita ad amarlo, ad esorta ad amando insieme con Dio anche il prossimo, ma Dio prima e più di questi, di soccorrere il prossimo pur se avversario e nemico. Egli stesso ne diede mirabile esempio intercedendo per i suoi assassini che sotto il suo patibolo stavano godendo della sua morte, fossero essi l’uomo da Lui beneficato e presente tra la folla avesse chiesta la sua morte, o il soldato straniero che aveva eseguito l’atroce ingiusta condanna, o le autorità del suo popolo che irridevano platealmente con ardente ferocia il suo morire.
Situazione non diversa da quella che vediamo ogni giorno anche oggi. Anche oggi moltissimi esultano con la speranza di veder finalmente cancellata possibilmente per sempre dal mondo e dalla storia la sua memoria.
Muhammad usa come diritto la vendetta, ordina la sottomissione. L’islam non ama Dio che non conosce, né ama il prossimo che non riconosce e si fa riservare a sé da Allah ogni privilegio atto a soddisfare qualsiasi famelico suo capriccio.
Non serve il suo dio, se ne serve, non lo adora, ma adora se stesso
Il fedele è martire sulla via di Allah, perché muore mentre combatte e uccidere in nome del suo dio per imporre il suo imperio, razziare e stuprare. Il premio al martire non è Allah ma il perpetuo sollazzo delle Urì, in interminabile godimento dei sensi e del sesso in fantasiosa casa di tolleranza ultramondana detta paradiso.
Quella si chiede all’islamico è una purezza solo rituale, purezza ipocrita e falsa e con finte abluzioni gli si fa eludere il dovere della purezza della volontà e del cuore.
Ricchezze, donne e piaceri dei sensi sono dunque il solo premio che è capace di dare Allah.
Religione mondana, materialistica è dunque l’islam. Eterno Alhambra da Mille e una notte è il paradiso di Allah. Un Allah che appare in ciò inerme essendo incapace di felicità e di donarla.
Uno strano mondo che la pesante e insormontabile realtà della morte manda in soffitta insieme con il presuntuoso fantasioso disfatto profeta Muhammad.
Il quale ragiona di terra e con mezzi della terra.
Egli non è Gesù, che ha potenza di smascherare tutte le idiozie che rallegrano gli occhi del mondo e distrugge la Morte e come vittoriosa Luce uscire visibilmente a tutti dal sepolcro..
Come di toro che cade di schianto nell’arena è il tonfo dell’islam e giace sotto cumuli di miti che hanno stordito con illusioni fameliche masse di gente nella storia.
La biblica statua di Nabucodonosor giacerà a terra schiantata dal peso immane del suo vuoto.
Nolumus Hunc regnare super nos. Non vogliamo che Egli regni su di noi.
Al suo seguito e stimolati dal suo esempio i suoi seguaci si arrovellarono poi nel folle tentativo di stabilire un parallelismo tra la vita tutta mondana di Muhammad e quella tutta tesa al cielo di Cristo.
Di Muhammad immaginarono un’idilliaca nascita verginale come in racconti fiabeschi dei Vangeli apocrifi.
Non cercavano testimoni e prove ma suggestioni della fantasia. A differenza degli evangelisti che vagliarono testimoni, ricordi e prove per i loro Vangeli.
Questo voler accostare senza fondamento e riscontri storici Muhammad a Gesù rivela ancora una volta un Muhammad materialista e uomo di mondo, mentre Gesù è su un nobilissimo e altissimo piano spirituale ignoto e incomprensibile a Muahmmad e in superiore incommensurabile distanza da lui.
Quest’ansia nevrotica di somigliare esteriormente a Cristo è involontaria testimonianza alla sovrana divina verità del modello che è Cristo.
Con la sua vita e il suo Corano, che nessun’etica potrà mai approvare, Muhammad ha legittimata e diffusa nel mondo come religione rivelata da Dio gli ancestrali immorali costumi e gli usi predatori e violenti delle tribù dell’Arabia antica e col suo esempio ha stimolato i suoi fedeli a fare altrettanto e a odiare ogni vero o presunto nemico o non allineato all’islam. E ha fossilizzati chiusi in burqa tali arcaici comportamenti dichiarati precetti dell’assoluta volontà di un dio minaccioso e lontano dall’anima e le naturali aspirazioni di libertà, di individuale dignità atrofizzando ogni spinta di possibile civile progresso nella storia.
Non adorazione di Dio ma orribile bestemmia contro il nome di Lui è dunque l’islam.
“Nella sinagoga (di Cafarnao) c’era un uomo posseduto da uno spirito immondo e cominciò a gridare forte: Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci ? Io so chi tu sei: il Santo di Dio !
E il demonio gettatolo in mezzo alla gente uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono resi da paura e si dicevano l’un l’altro: Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza gli spiriti immondi e se ne vanno ? E si diffondeva la sua fama in tutta la regione”. (Vangelo di San Luca 4,33-37).
Dio, che è Verità, sdegna anche l’ombra lontana del Male e rifiuta di venire testimoniato da lui: “Taci, disse, esci da quest’uomo”. E il demonio straziandolo uscì.
Ci troviamo nel mondo di sempre ed è ancor di più pure il mondo di oggi. Chi ha occhi per vedere si preoccupa e premunisce.
Non per nulla tutte le nefaste e distruttive ideologie che scorrazzano vezzeggiate nella globalizzata nostra società globalizzata si trovano in istintivo accordo con l’islam contro il Crocifisso e tutto ciò che Lo richiama.
Integrazione, parità, diritti umani sono le ipocrisie spesso comuni con cui si nasconde il disagio dell’anima ribelle di fronte a Cristo e tradisce il desiderio violento di espungerLo dalle coscienze, cancellarLo dalla storia, dalla geografica e da ogni atto e presenza del vivere civile.
Infatti “il giudizio è questo: la Luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla Luce, perché le loro opere erano malvagie” (Vangelo di San Giovanni 3,19).
Scappa sempre suo malgrado da diavolo il riconoscimento della temuta potenza e luce di verità di Cristo.
La Luce è più forte delle Tenebre, la Verità vince sempre sulla Menzogna.
La narrazione religiosa islamica su Maometto si sforza di stupire usando i mezzi della più raffinata girandola della fantasia, come a bambini, e diverge da quella dei Vangeli. La prosa dei Vangeli è limpida e sobria, è chiara e semplice la loro composizione e preciso il disegno, luminosa, liberatrice e lieve è la sua forza di Verità.
I Vangeli intendono rivelare un Messaggio, testimoniare e partecipare la Verità, illuminare la mente e riscaldare il cuore.
“Nei Vangeli, anche se non credi – diceva Einstein – tu senti la vita”. Vedi la Vita stare davanti a te.