Roma: Il miracolo che ri-accade, ing. Francesco Terrone con “I sogni di un bambino”

Ora come allora!

Era il 5 agosto 358 d.C. e un evento, definito “miracoloso”, avvenne a Piazza Santa Maria Maggiore, sull’Esquilino.

Secondo la tradizione, la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio e ad una coppia di sposi per chiedere di costruire una chiesa dedicata alla Vergine. Papa Liberio si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino, e vi trovò la neve, vi tracciò il perimetro per cominciare la costruzione della Basilica.

Dal 1983 il Miracolo avviene ancora, perché ogni 5 agosto si dà vita alla nevicata grazie ad un’idea originale dell’arch. Cesare Esposito e all’organizzazione dell’Associazione Culturale Spazio Mecenate.

Lo spettacolo è scenograficamente accattivante. Le luci, i suoni, i giochi visivi rendono l’atmosfera luminosa e magica. Fiocchi di candida neve, a simbolo della purezza e spiritualità, cadono e imbiancano la facciata della chiesa e tutti gli astanti avvolti da un velo di candore ovattato e immersi in una visione estremamente immaginifica e fantasiosa.

Quest’anno, sotto le nevicata miracolosa, sul palco era presente anche l’ing. Francesco Terrone che ha partecipato attivamente leggendo la lirica “I sogni di un bambino” dedicata all’ideatore dell’evento l’arch. Cesare Esposito che, come un piccolo fanciullo, conserva la meraviglia, la curiosità e il coraggio di volare ancora tra le stelle e accarezzare con la fantasia chi si lascia trasportare in magiche atmosfere.

Il programma, denso, è stato contrassegnato dalla presenza della musica e di attori che hanno prestato la loro voce per interpretare alcuni brani tratti dalle poesie di Papa Woityla nel suo quarantesimo anniversario dell’elezione a Papa. Due componimenti lirici dell’ing. Francesco Terrone sono stati letti da attori che hanno reso vita ai versi del poeta.

In un intrecciarsi di parole e di suoni, di folla e di rumori, di emozioni e ricordi si è concluso il Miracolo della Neve con l’auspicio sempre importante che ogni ficco che scende dal cielo possa contenere in sé pace e speranza e che queste possano, quindi, fluttuare su tutta la città ed espandersi su tutto e tutti.

Annalisa Galdi