Fisciano: Ateneo, riparte attività (CIRCEC)/Seminario Permanente

Con l’avvio del nuovo anno riparte anche l’attività del CIRCEC/Seminario Permanente dell’Università degli Studi di Salerno. Come già avvenuto nel corso del 2017, numerosi sono gli eventi in programma per il 2018. Oltre ai seminari e alle giornate di studio non mancheranno appuntamenti dedicati alla presentazione di libri, così come nutrito sarà il programma delle conferenze.

“Il CIRCEC/Seminario Permanente”, afferma il suo direttore Carmine Pinto, “sta cercando di sviluppare un’azione in tutti i settori della ricerca storica e storiografica e ormai coinvolge tutto il mondo di ricercatori e studiosi di storia dell’Università di Salerno ed è molto contento di aprirsi anche al territorio”.

Si parte lunedì e martedì prossimi, 22 e 23 gennaio, con le “Giornate di Ricerca” promosse dal CIRCEC insieme al Dipartimento di Studi Umanistici-Sezione Storica e al Dottorato di Studi Letterari, Linguistici e Storici. Le giornate sono suddivise in due specifici momenti:

 

–   lunedì 22, a partire dalle 14.30 nella Sala Riunioni DIPSUM, si aprirà la Discussione sul volume “Polizie speciali. Dal fascismo alla Repubblica di Vittorio Coco, a cui parteciperanno Carmine Pinto, Alessandro Tarquini, Marcello Ravveduto e Donato di Sanzo;

 

–   martedì 23 gennaio, a partire dalle ore 9.00 sempre in Sala Riunioni Dipsum, seguirà il “Seminario Dottorale – Tesi in corso” con Herman Rodriguez Vargas, Mariamichela Landi, Gian Luca Fruci, Emilio Gin, Viviana Mellone e Silvia Sonetti. Nel pomeriggio di martedì, a partire dalle ore 15.00, si terrà il Seminario di Studi Atlantici “Atlantico in armi. Rivoluzione e contro-rivoluzione nel mondo borbonico (1799-1898)”. Intervengono Alvaro Paris Martin, José-Shane Brownrigg-Gleeson Martinez, Alessandro Bonvini, Fernando Padilla Angulo, Carmine Pinto, Gregorio Alonso e Stefano D’Atri.

Il libro di Vittorio Coco affronta il tema della creazione di corpi speciali di polizia alle dirette dipendenze degli organismi centrali di governo, che non erano tenuti a rispettare vincoli territoriali e operavano in modo riservato, ricorrendo a un misto di violenza e articolate reti di informatori. Nel 1942 il confine orientale italiano fu il teatro di una violentissima repressione antipartigiana. Protagonisti ne furono gli uomini dell’Ispettorato generale di pubblica sicurezza. Non si trattò di una violenza improvvisata ed estemporanea, ma l’estremo risultato di una consumata esperienza maturata sul campo. Negli anni Trenta, infatti, molti di loro avevano già fatto parte di organismi che avevano efficacemente contrastato la mafia siciliana e il banditismo sardo. Si trattava di corpi speciali di polizia, che il regime fascista aveva creato sul modello delle contemporanee strutture di indagine politica come l’Ovra, ma di cui si potevano ritrovare dei precedenti già nella Grande Guerra e nella tarda età liberale. Dopo il crollo del fascismo, infatti, nonostante un passato di compromissioni con il regime, li ritroveremo ancora una volta in Sicilia, per fronteggiare la rinnovata emergenza dell’ordine pubblico.

Il seminario di Studi Atlantici affronta un tema di grande interesse storiografico quale quello della rivoluzione e della controrivoluzione nel mondo borbonico. In particolare, partendo da una prospettiva “atlantica” il seminario cerca di evidenziare l’esistenza di connessioni, relazioni e interrelazioni tra il Vecchio Continente e il Nuovo Mondo. Infatti, tra il 1799 e il 1899, una lunga serie di guerre di indipendenza, conflitti civili e movimenti insurrezionali si verificarono in tutta l’area borbonica. Forze, risorse e uomini si trasferirono dal Meridione Italiano alla Terra del Fuoco, dall’Andalusia al Golfo del Messico. Da questo punto di vista, il volontariato armato offre un terreno privilegiato per analizzare i grandi processi, le correlazioni e gli ideali, che hanno segnato la nascita del mondo moderno.