L’Italia del degrado

Giuseppe Lembo

Il nostro, è un Paese dal degrado infinito. È, purtroppo, l’unica cosa italiana che non conosce crisi. Cresce in modo infinito e sempre più.

L’Italia, tristemente confusa, cresce nei suoi scenari maledetti di degrado umano e territoriale.

Siamo ad un degrado che, senza fermarsi mai, proprio non conosce limiti; si arricchisce di sempre nuovi spazi italiani che, oltre ai territori, comprendono anche tante tristi umanità degradate e disumanamente abbandonate a se stesse.

Un degrado dell’anima che ha per protagonisti i mondi senz’anima delle periferie e con queste, i tanti territori dismessi per crisi di umanità in fuga, con mondi senza futuro, fatti di vecchi e di culle vuote.

Siamo ad un degrado umano-territoriale che forma un tutt’uno e si nega tristemente al futuro.

Il primo e più grave degrado umano, appartiene alla periferia italiana, dove tristemente vive negandosi, un mondo da grave degrado umano, sempre più dal futuro negato.

Alla base della vita delle periferie del degrado c’è unicamente silenzio e solitudine con un’umanità senz’anima che, come fantasmi si aggirano senza sapere dove andare e soprattutto, senza sapere che fare. Tanto, vivendo un tempo triste dal NULLA ESISTENZIALE.

Tanta parte d’Italia si nega al futuro, con una solitudine che uccide e con una condizione umano-territoriale da tristi scenari italiani, dove regna il degrado, l’abbandono e tanta, tanta umanità disumana, sempre più senz’anima e sempre più dal futuro negato.

Il degrado italiano è una costante in crescita della dismissione italiana; è una costante in crescita del lavoro negato, tradendo la nostra Costituzione che, in un suo articolo (l’articolo 3) viene detto dai nostri Padri Costituenti che “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.

Purtroppo, la saggia volontà dei Padri Costituenti è sempre più tradita, facendo così dell’Italia, un Paese di non-lavoro con la gente disumanamente negata alla vita che affolla le tante periferie degradate, senz’anima e senza futuro.

Il degrado italiano dai centri urbani alle periferie più estreme, è una triste condizione italiana di disperazione e di morte; oltre all’umano, si tratta anche di degrado territoriale. C’è, tra l’altro, una diffusa condizione di grande rischio per le vite umane, sempre più abbandonate a se stesse e senza alcuna protezione, come se si trattasse di vite inutili che possono anche essere cancellate da eventi falsamente naturali, dalle cause soprattutto umane.

Tanto, per un Paese gravemente dismesso, rendendo invivibili le sue parti estreme, sempre più abbandonate, sempre più degradate e cancellate al mondo, trattandosi di un’Italia del malessere che non interessa a nessuno; dico a nessuno.

Ma il degrado, non è solo delle periferie italiane; si va estendendo a macchia di leopardo, tanto da diventare diffusamente degrado italiano, per abbandoni ed indifferenza anche nelle dismesse cose italiane sia materiali che immateriali; riguardano la nostra ordinaria quotidianità, dove manca una saggia presenza di conservazione e di manutenzione del tutto ordinaria per evitare situazioni annunciate di rovine e di morte che proprio naturale non sono, essendo sempre più spesso, causate da un degrado italiano responsabile unico di un infinito malessere umano e territoriale, diffuso nel Paese Italia che sta morendo.

Solitudine, isolamento, crescente indifferenza umano-ambientale, sono gli ingredienti tristi di un’Italia mortalmente ammalata e sempre più dal futuro negato; dal futuro cancellato con l’unica disumana giustificazione del “così e se vi pare”; siamo, purtroppo e sempre più, di fronte ad un “così è …” disumanamente rassegnato che, cammin facendo, diventa normalità di vita, con un “percorso del niente” del “così deve essere” e del “non c’è niente da fare”, per cambiare l’ordine delle cose italiane, sempre più disumanamente disordinate e colpite a morte; tanto, da diventare vita non-vita, dal futuro sempre più negato ad un insieme umano che non sa vivere insieme e che agisce naturalmente ed umanamente con un fare sempre più tragicamente contro, da NULLA ESISTENZIALE, con segni di disumanità diffusa, soprattutto nell’Italia del degrado, facendosi così un male da morire, in una condizione sempre più degradata ed in crescente fase di dissoluzione nella più diffusa indifferenza umana.

La triste solitudine italiana, protagonista soprattutto nelle aree del degrado italiano, colpite gravemente a morte, è un segnale del “dove va l’Italia” che si nega al futuro, dismettendosi sui territori dove regna da padrone il degrado, così come nell’animo triste della gente, sempre più indifferente a tutto.