Dalla Porziuncola, indulgenza plenaria!

di Rita Occidente Lupo

Pensò proprio a tutti il Poverello d’Assisi. Allorchè, nella Chiesetta di Santa Maria degli Angeli, Porziuncola, durante le sue meditazioni, ebbe la visione del Cristo con la Vergine e gli Angeli. Per l’immenso misticismo del Santo, il Signore gli chiese cosa desiderasse. E Francesco, ancora una volta, pensò all’umanità. Chiedendo indulgenza plenaria per coloro che confessati , comunicati, in Grazia di Dio, avessero varcato quella soglia, recitando un Pater, Credo ed una preghiera per il sommo Pontefice. Oggi le indulgenze rimandano ad un periodo della Chiesa irretito dalla riforma luterana. Intriso da quelle lotte che tramarono il Medio-Evo. Per quel mercato vero e proprio della riduzione della pena, che costò caro, in termini di santità, alla Sposa di Cristo.  L’ indulgenza può essere lucrata per sè o per i defunti. Quella plenaria del 2 agosto, comporta la visita ad una Chiesa o Basilica francescana o parrocchiale. Condizione indispensabile, la pace dello spirito. Non vengono cancellate le colpe, ma rimessi i peccati. Ridotta la pena. Una condizione ancora molto terrena, che escatologicamente subisce senza dubbio delle metamorfosi. Comunemente, secondo la promessa che il cantore di frate Focu strappò a Cristo, le sofferenze che in un’altra vita, dovrebbero purgare l’anima per un bagaglio di peccati in ogni caso commessi, vengono ridotte. Ma il perdono d’ Assisi costituisce un’occasione per verificare il proprio cammino. Per ricordare come in pieno Medio Evo, l’alter Christus, riuscì a rinnegare il materialismo della condizione mondana, per seguire la via della croce, fino alla nuda terra. E Francesco oggi, a distanza di oltre un millennio, continua ad essere una proposta per il nostro tempo!