In libreria novità editoriali: Tommaso Indelli “Europa e immigrazione” Osservazioni necessarie (Gaia Editrice, Salerno 2017)

Questo libro rappresenta la sintesi organica di riflessioni personali, pubblicate su alcuni quotidiani della città di Salerno e Provincia, tra il 2014 e il 2017, riguardanti il fenomeno migratorio e le sue ricadute sociali, politiche e culturali sull’Europa e la sua secolare identità. L’idea di raccogliere quelle riflessioni – armonizzandole in un insieme unitario – nasce dalla volontà di offrire al lettore un’interpretazione alternativa dei drammi del nostro tempo, meno dogmatica e politicamente corretta di quella offerta da gran parte della cronaca politica nazionale. In un mondo globalizzato, permeato da modelli culturali e comportamentali massificati e massificanti, in cui l’unico fine della storia sembra essere rappresentato dall’utopia panmixista – mescolanza di culture e meticciato generalizzato – emerge sempre più la necessità etica e politica di un sano “differenzialismo”, di una forma mentis non conforme agli imperativi del nostro tempo. La Storia dimostra come l’idea di far convivere più etnie differenti, in un unico spazio territoriale e sociale, conservando le proprie diverse identità, è destinata tragicamente a fallire. La novella società multirazziale è spesso dipinta, dai suoi promotori, con tinte messianiche, come un grande e poetico “arcobaleno”, una sorta di “mosaico policromo”. Ma è veramente così? Molto probabilmente, più che un “mosaico policromo”, la società multirazziale – o multiculturale – trapiantata nel continente europeo, produrrà una terzomondializzazione della nostra società, con proliferare di enclave autonome ingovernabili – e corrispondenti nuclei di “parassitismo sociale”, non integrati, né integrabili nel sistema economico-produttivo liberalcapitalistico – destinate a vivere di espedienti o a carico del bilancio pubblico. A questa contemporaneità bisognerebbe contrapporre la difesa – morale e intellettuale – della “forma” dell’Europa, così come si è articolata nel corso della sua storia millenaria. All’homo oeconomicus, il cui unico motore trainante è l’appagamento delle voluttà, bisognerebbe contrapporre – con audace azione pedagogica – l’homo ethnicus, portatore di una sua specifica “tradizione” e di un patrimonio culturale generazionale, spesso millenario, consolidato e radicato su un determinato territorio. Mai come oggi, in tali drammatici frangenti, è in gioco l’esistenza del nostro sistema di vita, non solo nella sua strutturazione ideologica, estetica e sentimentale, ma anche nella sua esistenza concreta, biologica.