Pietrelcina: boom di presenze per 130° anniversario nascita San Pio

Michele Gagliarde

Folla delle grandi occasioni quella convenuta ieri a Pietrelcina per celebrare il compleanno di uno dei santi più amati del nostro secolo. I devoti del Santo, accorsi da ogni parte, hanno potuto prender parte a un programma fittissimo, a partire dalla Santa Messa delle 11 a Piana Romana dedicata ai Gruppi di Preghiera e presieduta da Padre Guglielmo Alimonti, confratello e figlio spirituale del Santo delle Stimmate, per finire col concerto bandistico offerto alla cittadinanza dagli “Sbandieratori Cavensi” della Città di Cava dei Tirreni delle 20:30.  Tuttavia il culmine dell’intera giornata si è avuto nel pomeriggio, a partire dalle 16:30 con l’offerta e l’accensione, da parte della città di Battipaglia, della lampada votiva che illuminerà per tutto l’anno l’effigie del frate stimmatizzato benedetta da San Giovanni Paolo II e posta nella Chiesa Conventuale della “Sacra Famiglia”. Da lì, dopo un omaggio floreale al monumento di Padre Pio da parte dell’amministrazione comunale di Pietrelcina, solenne corteo delle autorità e dei sindaci del Sannio, tra i quali il sindaco di Benevento Clemente Mastella, per giungere al Parco Colesanti e assistere insieme a i numerosissimi fedeli giunti da ogni dove alla Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. Em. Mons. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità. A porgere i saluti al Signor Cardinale da parte della diocesi beneventana è stato l’arcivescovo S. E. mons. Felice Accrocca che ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dal Santo di Pietrelcina per la Chiesa Universale «che trova nel figlio di questa terra un riflesso, una trasparenza di Cristo». Mons. Parolin, durante l’omelia, ha esordito salutando l’assemblea e portandole i saluti di Papa Francesco, oltreché l’assicurazione della Sua preghiera e la Sua personale benedizione. Il cardinale ha ricordato  l’esistenza umile e semplice del frate stigmatizzato, tutta racchiusa tra Pietrelcina e San Giovanni Rotondo, luoghi fuori delle grandi arterie delle Storia: «laddove però si lascia entrare Gesù a prender possesso della nostra esistenza- evidenzia mons. Parolin- la più sperduta e dimenticata periferia è destinata a diventare centro, faro irradiante, luogo benedetto verso cui una moltitudine di persone si incammina alla ricerca di grazie, soprattutto della Grazia con la G maiuscola». Operando poi un paragone tra la terra natale del Santo e la piccola Betlemme, sperduto villaggio ai confini di un impero diventato a causa della venuta del Figlio di Dio punto di riferimento per tutte le generazioni, egli, appoggiandosi sull’affermazione di Cristo ascoltata nel Vangelo “Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”(Mt 11,30), ha ricordato come Padre Pio «abbia portato sulle sue spalle più di un giogo e più di un carico», affrontando incomprensioni, calunnie e periodi di prova e di isolamento causati dalla sua stessa madre Chiesa. «Sofferenze che, vissute in umiltà e in unione alle piaghe del Signore, – sostiene mons. Parolin- si sono trasformate in benedizioni. Il Suo dolore è stato fonte di grazia per i peccatori che si accostavano al Suo confessionale, una luce per chi era nelle tenebre e un conforto per chi era nella prova. Francesco Forgione aveva accettato che la sua vita fosse interamente un dono fatto a Dio per beneficare gli uomini e, attraverso quel giogo, Padre Pio divenne strumento della misericordia divina, divenne le mani e il profumo di Cristo nel mondo». Al termine della Santa Messa fra Maurizio Placentino, Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, ha ringraziato mons. Parolin per aver accettato l’invito ad «un compleanno che ci ostiniamo a festeggiare, perché chi crede in Dio non muore più. La santità, che in ogni epoca sgorga dal cuore della Chiesa per dono di Dio,-ribadisce fra Placentino- è una realtà che squarcia i confini del tempo e dello spazio e apre i nostri occhi  sull’eternità di Dio. Con Lei oggi abbiamo voluto fissare lo sguardo sull’opera meravigliosa di Dio che è il suo servo San Pio. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di elevare i nostri sguardi alle vette alte della santità, ai larghi orizzonti della fede, alle grandi sfide della speranza perché i nostri cuori non si appesantiscano in contemplazioni fatue, in miraggi ingannevoli, in falsi ideali. Per tutti noi San Pio è un dono, opera dello Spirito, riflesso della Misericordia del Padre, immagine di Cristo, ma – ha ricordato il ministro provinciale- come ogni dono, è anche un impegno: uno stimolo sulla via della santità, un invito costante alla fedeltà al Vangelo» Tutta la solenne liturgia è stata sostenuta dal canto potente e trascinante del Coro Polifonico “San Pio di Pietrelcina” diretto dal M° Orazio Fioretti, che proprio in questa occasione ha celebrato i suoi 30 anni di attività: cascate di suoni e intrecci di voci che ben si sono armonizzati alla grandiosità della ricorrenza, omaggio sentito dei Pietrelcinesi che ancora una volta hanno posto il loro tempo e le loro voci al servizio del loro amato compaesano. Il tutto è stato chiuso dalla solenne processione per le vie del ridente borgo sannita dove il Padre nacque e mosse i suoi primi passi verso la santità. Oggi i festeggiamenti continuano col ricordo del battesimo del Santo, Il Quale ricevette il Sacramento poche ore dopo la sua nascita, nella Chiesa di S. Anna alle prime luci dell’alba. Per ricordare l’evento il parroco Don Giuseppe D’Onofrio celebra una messa alle 5:30 del mattino con rinnovo delle promesse battesimale allo stesso orario e nella stessa chiesa dove il piccolo Francesco Forgione rinacque in Cristo dalle acque del fonte battesimale. Alle 18:30, invece, nella Chiesa Conventuale “Sacra Famiglia”, il ministro provinciale fra Maurizio Placentino presiederà una Santa Messa interamente dedicata ai bambini, con l’animazione straordinaria del Coro degli alunni della Scuola Primaria di Pietrelcina. Durante la celebrazione, inoltre, verrà consegnata una targa commemorativa al Coro Polifonico “San Pio da Pietrelcina” in occasione dei suoi 30 anni di vita. Al termine, dopo la Benedizione e l’Affidamento al Santo di tutti i bambini presenti, partirà dal Convento un corteo che, dirigendosi alla volta della Casa Natale del frate stigmatizzato, recherà un omaggio floreale di 130 rose per ricordare i 130 anni da quell’evento, consegnato alla Storia, che vide venire al mondo questo “Gigante di Santità”, il più invocato e amato dei nostri tempi.