L'angolo della lettura: Piattaforma – Michel Houellebecq

“Mio padre è morto un anno fa. Io non credo alla teoria secondo cui si diventa veramente adulti solo alla morte dei genitori; veramente adulti non lo si diventa mai. Davanti alla sua bara ho avuto pensieri incresciosi”. È facile ritrovare nell’incipit di Piattaforma – romanzo di Michel Houellebecq del 2001 – la condizione umana, quella stessa apatia nella quale viveva il protagonista di un altro grande romanzo francese: il Meursault de Lo Straniero di Albert Camus, che di fronte alla salma di sua madre, “Morta ieri o l’altroieri, non ricordo“, non manifesta nessuna emozione. L’anonimo Michel  – Houellebecq? – si disinteressa del padre, ammazzato dal fratello della badante – poco più di un dettaglio nella ricostruzione della storia – per scendere al pianterreno a fare cyclette e guardare in tv un episodio del suo telefilm preferito. Michel è un funzionario del ministero della cultura, un quarantenne single, un po’ misantropo: la fratellanza lo disgusta e non ricorda di aver mai provato un qualsiasi sentimento di solidarietà; nei rapporti con gli altri si prende coscienza di sé, forse è per questo. Quella di Michel è una vita grigia, vissuta senza ideali né passioni “Io non ero felice, però apprezzavo la felicità, e continuavo ad aspirarvi”. I suoi sogni sono mediocri, e come tutti gli abitanti dell’Europa occidentale vorrebbe viaggiare. L’indomani del funerale della madre, il Meursault di Camus fa sesso con una collega d’ufficio e corre con lei al mare dove gli capiterà di uccidere un uomo senza alcun movente. Allo stesso modo, Michel programma un viaggio al sole della Thailandia per distrarsi in qualche bordello locale e spacciarsi per il giovane che non è. Un rituale avvilente al quale il protagonista del romanzo non può e non vuole sottrarsi. Ma proprio quando la sua esistenza sembra ormai votata alla noia e alla ripetizione, l’anonimo funzionario vive un incontro di imprevista sensualità con la giovane e attraente Valérie. Michel potrebbe abbordarla con disinvoltura, lei non aspetta altro, e invece la ignora, preferendole massaggiatrici e prostitute thailandesi. Finita la vacanza, però, i due si ritrovano a Parigi ed è lì che esplode la passione. Valérie è una ragazza disinibita che non disdegna esperienze lesbo o ménage à trois. Per la prima volta nella vita Michel sembra un uomo felice “Con lei vivevo dentro un gioco, un gioco eccitante e tenero, l’unico gioco rimasto agli adulti; attraversavo un universo di desideri leggeri e di sterminati momenti di piacere…Era una ragazza affettuosa e premurosa; era anche un’amante sensuale, dolce e audace – e probabilmente sarebbe stata, nell’eventualità, una madre amorosa e saggia”. Nonostante la giovane età, Valérie dirige una nota catena di villaggi turistici, e con il socio Jean-Yves è alla ricerca di un’idea rivoluzionaria che possa rilanciare l’azienda. L’intuizione è di Michel: creare una rete di villaggi in cui praticare il sesso libero e la prostituzione sia autorizzata: “la gente ha bisogno di sesso, solo che ha paura di ammetterlo“. Il successo del progetto è immediato. Poi, tutto precipita in tragedia. Piattaforma è un romanzo sul declino dell’Occidente e sulla mercificazione del sesso. Ma è anche una riflessione profetica sull’integralismo islamico e sulla stagione dello jihadismo che sarebbe iniziata di lì a qualche mese con l’attacco alle Torri Gemelle. Il suo protagonista, Michel, incarna alla perfezione il nichilismo dell’uomo moderno che trova nel denaro e nel piacere fisico le sue uniche forme di appagamento. Non è uno sprovveduto o un superficiale, Michel, non manca di profondità, e non disconosce neppure il valore della bellezza, è solo un disilluso dall’umanità. In uno dei passaggi più esilaranti del racconto, rimane senza libri dopo aver sotterrato sulla spiaggia i due bestseller americani che ha messo in valigia. Vivere senza leggere, pensa, è pericoloso, ci si deve accontentare della propria vita e questo comporta notevoli rischi. Michel Houlellebecq – balzato più di recente agli onori della cronaca per il graffiante Sottomissione, romanzo nel quale si racconta di una Francia governata da un musulmano e soggiogata dalla legge coranica – è uno scrittore notoriamente eretico, irriverente e anticonformista che ama stupire i lettori con storie ai limiti del paradosso. Piattaforma ci colpisce per i suoi contenuti dissacranti e per lo stile sobrio, disadorno, con cui Houellebcq sembra riannodare i fili spezzati dell’esistenzialismo di Sartre e Camus, per poi virare, improvvisamente, nel massimalismo argomentativo più esasperato, nelle lunghe dissertazioni tecniche sul turismo, che avvicinano la narrazione al postmodernismo americano di DeLillo. Piattaforma è un romanzo originale, dal ritmo sostenuto, che mescola con garbo ed eleganza la poesia alla volgarità, l’ironia alla tragedia. E’ la cifra di Houllebecq, genio di una scrittura estrema e viscerale che non lascia indifferenti.