L’Europa nella morsa di una grave crisi energetica

Giuseppe Lembo

Il futuro del mondo è soprattutto nell’energia; nell’energia per la vita; nell’energia per la Terra; nell’energia come fonte di ricchezza e di benessere diffuso. L’energia è la vita. Purtroppo e sempre più spesso, l’uomo della Terra, dimentica l’assunto secondo cui l’energia è la vita; dimenticandolo, assume comportamenti scorretti, con un uso- abusato delle risorse energetiche. L’abuso dell’energia oltre a tradursi in immediati danni economici, rappresenta un grave danno per l’avvelenamento del pianeta che deve difendersi dalle crescenti emissioni di CO2 , causa di gravi disastri ambientali e di una invivibilità diffusa. A soffrire del male energetico è soprattutto l’Europa; il vecchio continente non ha ancora capito che fare; non ha imparato ad essere virtuoso; non riesce proprio a cambiare. L’Europa consuma abusandone forti quantità di energia; spesso si tratta di veri e propri sprechi, con costi sempre più insostenibili. Mentre negli USA i costi per la produzione dell’energia sono scesi, a partire dal 2008 in Europa, andando controtendenza, sono purtroppo cresciuti e non di poco. Tanto, oltre al danno ambientale in termini di inquinamento, entro il 2030 determinerà un forte calo delle esportazioni UE (28%) di prodotti ad alta intensità energetica. Ad avvantaggiarsene saranno gli USA, la Cina, l’India ed il Medio Oriente. L’Europa deve riflettere su queste prospettive da futuro negato; se non impara, così come deve, ad essere virtuosa ed a costruirsi saggiamente il futuro, si farà male e non poco, facendo soprattutto male alle nuove generazioni; ai figli d’Europa, dal futuro sempre più negato. Le prospettive di errori nella produzione dell’energia sono particolarmente gravi sul piano economico; il maggiore e più grave rischio è quello di una crescente e diffusa deindustrializzazione; oltre a creare forti danni all’economia, comporta altrettanti gravi danni anche per l’ambiente. Mentre in America cresce l’uso del gas, con riduzione dei consumi per il carbone, in Europa succede il contrario; c’è un crescente uso del carbone importato dall’America che incide sui costi e sulle crescenti sofferenze ambientali che coinvolgono la qualità della vita della gente che diventa sempre più vittima di errori che vengono dall’alto e si abbassano come mannaie sulla testa della gente che li subisce. Purtroppo il Vecchio Continente e l’Italia più degli altri Paesi UE, non agisce con la dovuta saggezza nelle politiche ambientali; sono sempre più inefficienti, perché non supportate dalla saggezza dei comportamenti umani, tra l’altro, scarsamente competitivi ed elemento scatenante dei cambiamenti climatici, causa dei tanti mali della Terra, che nel prossimo futuro, saranno purtroppo inarrestabili e tragicamente distruttivi per la stessa sopravvivenza dell’uomo. L’UE, tutta presa da politiche suicide, finalizzate a guerre guerreggiate degli uni contro gli altri, non si preoccupa di adottare una strategia energetica coordinata, capace di mettere ordine al disordine, superando le scelte fortemente sbagliate dovute a logiche nazionali, dove si agisce con superficiale indifferenza per i danni prodotti. In tal senso è veramente unico il caso dell’Italia che rinuncia per due volte al nucleare e non si fa assolutamente scrupolo di importare energia da centrali nucleari francesi. L’Europa egoisticamente divisa nelle diverse politiche energetiche di ciascuno Stato membro, va diritta diritta per la sua strada suicida, verso il suo ormai annunciato disastro energetico; disastro che, così facendo, nessuno può fermare. Gravi le conseguenze per il futuro; tanto, sia per il clima, con crescenti e gravi conseguenze per l’effetto serra, sia per l’economia che subirà il crescente peso di maggiori ed inarrestabili costi di produzione diventando così sui mercati del mondo sempre meno competitiva nella vendita dei suoi prodotti, che arretreranno a totale vantaggio di altri, provenienti da altre parti del mondo più organizzativamente virtuosi. L’UE per salvarsi e salvare ogni suo singolo Stato dalla cultura energetica poco virtuosa, deve perseguire e da subito, nuove strategie; strategie mirate a produrre, riducendone i consumi, energia a minore costo ed utilizzando risorse energetiche ecosostenibili e rinnovabili. In Europa sulle politiche energetiche si è assolutamente poco virtuosi; a briglie sciolte, ciascuno va per la sua strada, senza un piano energetico coordinato e capace di raggiungere obiettivi comuni per la produzione di energia al minore costo possibile ed al minore tasso di inquinamento ambientale. Quello energetico è un altro tassello del non buon funzionamento europeo, purtroppo, fortemente scollegato e sempre più egoisticamente orientato in maniera sbagliata per mancanza assoluta di condivisione. Mancano, tra l’altro, opportuni investimenti finalizzati alla sicurezza, all’efficienza e ad un fare capace di preoccuparsi, prima di tutto, della sostenibilità energetica, prima ed insostituibile fonte di sostenibilità economica e quindi di crescita legata allo sviluppo che, oggi deve saper essere più che mai virtuosamente sostenibile e rinnovabile. In campo energetico la situazione economico-finanziaria UE è un vero e proprio disastro; è aumentata la capacità produttiva; sono aumentati i costi con, tra l’altro, un forte indebitamento, assolutamente insostenibile. Un sistema in crisi che bisogna cambiare, cambiandone il modello. Tanto va fatto con la dovuta urgenza per dare all’Europa ed al nostro Paese un’efficienza energetica capace di aiutarne la produzione e quindi lo sviluppo. Come Europa e come Italia, non possiamo pensare al futuro possibile senza pensare altrettanto convintamente all’efficienza energetica, madre insostituibile di tutte le innovazioni tecnologiche necessarie per non rimanere indietro; necessarie, soprattutto, per non morire di crisi energetica, in quanto fonte insostituibile di vita. Oggi più che mai con la più grave crisi economica della storia recente, bisogna attivare politiche virtuose; tanto, soprattutto, nel campo energetico, badando rigorosamente sia ai costi di produzione che alle compatibilità ambientali. L’Europa deve pensare al suo futuro come futuro d’insieme; il saggio frutto del futuro d’insieme deve essere rappresentato soprattutto dalle politiche energetiche, il pilastro dell’economia e dello sviluppo produttivo. Devono essere pensate politiche di utili prospettive d’insieme a lungo termine. Al centro di un saggio cammino d’insieme europeo ci deve essere necessariamente un comune piano energetico; un piano capace di eliminare gli sprechi e di pensare saggiamente alla crescita delle energie rinnovabili, senza escludere, dalle possibili fonti energetiche, il nucleare. Occorre per l’Europa e per l’Italia, un piano con alla base un sistema efficiente e per questo, necessariamente stabile. Occorre una politica energetica veramente europea, ossia fortemente unitaria; i primi presupposti di una tale e non più rinviabile politica devono essere le regole; regole certe alla base di piani energetici coordinati dall’UE, nel rispetto dei piani il più virtuosi possibili di ogni singolo Paese. Occorre, tra l’altro, pensare ad un mercato veramente unico per tutte le politiche energetiche comunitarie. Le decisioni e le linee guida da vero mercato unico, secondo la Commissione UE nel 2030 potrebbero portare a risparmi annui oscillanti tra i 40 ed i 70 miliardi di euro. Cifre di tutto rispetto che potrebbero venire incontro alle  tante difficoltà economiche dei Paesi europei e soprattutto dei Paesi dell’area mediterranea. Occorre essere veramente europei; occorre saper saggiamente pensare al bene comune europeo; occorre darsi politiche energetiche unitarie; se tanto, per il bene ed il futuro dell’Europa Unita, sarà realizzato, assisteremo, nell’interesse europeo, ad una vera e propria rivoluzione energetica europea; una rivoluzione saggiamente utile a tutti i popoli d’Europa che se ne avvantaggerebbero e non poco per garantirsi quella competitività, quello sviluppo e quella stabilità sociale, da tempo ricercata, ma ancora lontana dagli orizzonti europei, dove tarda a venire il valore dell’insieme europeo e dove, in modo sempre più devastante, è, purtroppo, presente ed invadente la sovranità dei singoli Stati ed in modo distruttivo la sovranità padrona degli Stati forti che si sentono l’assoluto d’Europa e come tale gli unici preposti a decidere le cose da fare e su quali strade incamminarsi, anche se trattasi di strade dove annullarsi, trascurando così quel disastro da tempo annunciato. Occorre ripensare ad un modello nuovo per una nuova e funzionante Europa; per un’Europa  intesa come realtà umana capace di camminare insieme per il bene di tutti gli uomini, nessuno escluso. Occorre rifondare l’Europa in tutte le sue parti; tanto, dando priorità alle cose particolarmente importanti, quali quelle delle politiche energetiche, delle compatibilità ambientali e delle risorse ecosostenibili; tutte queste sia insieme che singolarmente prese, sono un’importante ricchezza per tutti.