Salerno: ANICAV pomodoro, al via al centro-sud campagna trasformazione

Al via la campagna di trasformazione del pomodoro da industria 2016. ANICAV, l’associazione nazionale dell’industria conserviera, insieme delle Organizzazioni Sindacali campane di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, dichiarano ufficialmente aperta nel bacino del Centro-Sud la campagna di trasformazione del pomodoro da industria alla presenza delle istituzioni regionali con una visita a due stabilimenti produttivi, La Doria spa, nello storico stabilimento di Angri,  e La Torrente srl, nello stabilimento di Sant’ Antonio Abate. I due stabilimenti, uno in provincia di Salerno e uno in provincia di Napoli, sono stati simbolicamente scelti in rappresentanza di tutte le imprese presenti sul territorio campano. “Abbiamo condiviso e apprezzato da subito la proposta del Sindacato. ha dichiarato il Presidente dell’ANICAV Antonio Ferraioli L’iniziativa di oggi rappresenta un utile riconoscimento al settore: credo sia la prima volta, che la Regione Campania, con un gesto, seppure simbolico, come questo ha voluto dimostrare la giusta vicinanza al settore conserviero, riconoscendo il valore di un comparto tra i più importanti dell’economia nazionale e regionale. Auspico che l’attenzione dimostrata oggi possa essere la base da cui partire per attuare un processo di collaborazione con le istituzioni che sfoci in politiche industriali a sostegno delle aziende che si trovano ad operare, con non poche difficoltà, in un contesto non sempre semplice”. Avviamo una campagna di trasformazione – ha aggiunto il Direttore Generale di ANICAV Giovanni De Angelis – nel bacino Campano e più in generale nell’intero bacino del Centro Sud, che fa registrare una disponibilità di pomodoro abbastanza in linea con quanto chiesto dall’industria in sede di accordo con la parte agricola, tenendo conto della riduzione degli ettari messi a coltura e delle difficoltà climatiche e fitosanitarie. Il dialogo continuo tra tutti gli attori della filiera, anche attraverso il rispetto degli obblighi contrattuali, può sicuramente contribuire a dare il necessario impulso al comparto”. La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione – su 120 aziende operanti in Italia, 70 sono aziende campane concentrate prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale non solo a livello nazionale ma anche comunitario – che per fatturato circa 1,5 miliardi di euro su un fatturato nazionale di 3,1 miliardi – ed è da sempre leader nei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato, che rappresenta una produzione di pregio delle aziende. “Ringrazio i sindacati e lAnicav per aver voluto coinvolgere le istituzioni regionali in questa importante iniziativa. – ha dichiarato lAvv. Franco Alfieri Consigliere del Presidente della Giunta Regionale della Campania delegato allagricolturaVogliamo testimoniare il forte interesse della Regione e del Presidente De Luca per un settore che rappresenta uneccellenza delleconomia campana. Sono qui oggi non per porre laccento sulle difficoltà e i problemi che attanagliano il territorio, ma per ascoltare la voce degli imprenditori e comprenderne le esigenze. Il mio apprezzamento al buon sistema di relazioni sindacali, che riscontro in questo settore, nella consapevolezza che solo attraverso la coesione tra tutti gli attori della filiera si potrà garantire la giusta competitività del nostro sistema agroindustriale“. Importante è l’impatto sull’occupazione regionale. Il comparto impiega, infatti, circa 3.000 lavoratori fissi ed è caratterizzato da un’elevata capacità di mobilitare, in un arco temporale molto limitato, forza lavoro stagionale: sono, infatti, circa 12.000 ogni anno, nel periodo di campagna, che dura in media non più di 60 giorni, gli stagionali avviati al lavoro nelle aziende di trasformazione del pomodoro, cui va aggiunta la manodopera, difficilmente quantificabile, impegnata nell’indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai). Un indotto che genera ricchezza e occupazione per il territorio, arrivando a raddoppiare il volume di affari del settore principale.  “E’ una iniziativa importante, quella intrapresa da Sindacato, Imprese ed Istituzioni. Il nostro augurio ed il nostro impegno dichiara Emilio Saggese, Segretario Generale UILA Campania e Napoli –  è che si accenda finalmente un faro su un settore che rappresenta una fetta considerevole dell’economia della nostra Regione lavorando in modo intelligente per dare risposte concrete ed immediate all’intero comparto. Restano, tuttavia, criticità che vanno immediatamente affrontate, ed ognuno per la parte di competenza. Lavorare affinché sul nostro territorio vengano rimosse quelle condizioni che fino ad ora hanno determinato il dislocamento di alcune aziende”. “Dopo la chiusura dell’accordo di campagna con l’ANICAV, attraverso il quale ci siamo impegnati a lavorare insieme per contrastare l’utilizzo del lavoro irregolare e le situazioni di dumping contrattuale, chiedendo un’intensificazione dei controlliafferma Giuseppe Carotenuto Segretario Generale FLAI-CGIL Campania –  è ora di passare ad una fase propositiva e proattiva, grazie anche alla vicinanza della Regione Campania ad un settore, quale quello conserviero, che crea grande occupazione e che necessita di tutela e valorizzazione per continuare ad essere uno dei comparti trainanti dell’economia regionale”.”La presenza del Governo Regionale oggi a questa iniziativa rappresenta una svolta per come può essere inteso il comparto conserviero per lo sviluppo e l’occupazione in Campania– dichiara Raffaele Tangredi  Segretario Generale Fai Cisl Campania –  Tutti i soggetti coinvolti (Istituzioni Regionali, ANICAV e Sindacato) si devono ora impegnare per istituire un marchio che rappresenti in Italia e nel mondo i prodotti tipici del conserviero Campano, oltre a concretizzare  l’idea di creare un’area omogenea che diventi distretto del conserviero per delocalizzare le attuali aziende ubicate nei centri abitati”. Circa il 60% delle produzioni è destinato al mercato estero sia verso l’Europa (Germania, Francia, Regno Unito) che verso gli altri Paesi (USA, Giappone, Australia), con un valore dell’export pari a 1,6 miliardi di euro, di cui 1 miliardo generato dalle sole aziende campane. Le esportazioni raggiungono il 70% nel Distretto delle Conserve di Nocera (tra le province di Salerno e Napoli). L’industria conserviera, espressione della old economy, continua a rappresentare un settore strategico trainante dell’economia nazionale e in particolare di quella della Campania, regione tradizionalmente legata al comparto della trasformazione dei prodotti vegetali e, in particolare del pomodoro. Già dalla fine dell’Ottocento, infatti, in Campania, principalmente nell’area dell’Agro Nocerino Sarnese, cominciarono a nascere in prossimità dei terreni e delle colture agricole numerose aziende per la trasformazione del pomodoro pelato San Marzano, allora molto coltivato in zona, antesignano di tutti gli altri derivati (polpe, passate, pomodorini) – che a partire dagli anni Settanta iniziarono a fare la loro comparsa sul mercato – e dei legumi conservati. Il pomodoro pelato intero, produzione di pregio caratteristica delle aziende campane, in tutto il mondo continua ad essere riconosciuto come prodotto di qualità e sinonimo del made in Italy, identificato nel brand “San Marzano”. Si rende, pertanto, necessaria una tutela del pomodoro pelato intero che valorizzi il prodotto, esaltandone le qualità e le sue proprietà organolettiche. A tal fine, da qualche anno l’ANICAV sta lavorando alla creazione di una IGP Pomodoro Pelato che possa spingere verso una crescita dei consumi e una ripresa del mercato che di anno in anno sta perdendo quote sia in Italia che all’estero, dove forte è il problema dell’italian sounding.