A ciascuno il Suo- Leonardo Sciascia

 

Angelo Cennamo

Se vi capitasse di passare per Racalmuto, piccolo centro nella provincia di Agrigento, sul marciapiede del corso principale notereste una statua di bronzo che riproduce un uomo nell’atto di camminare. Tra le dita di una mano ha una sigaretta, l’altra mano è infilata nella tasca dei pantaloni, in un atteggiamento che in vita forse gli era abituale. Quell’uomo è Leonardo Sciascia. Con Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gesualdo Bufalino, e più recentemente Andrea Camilleri, Sciascia appartiene a quella folta schiera di scrittori che ha saputo raccontare meglio di altri le tradizioni e le contraddizioni di una terra martoriata dal crimine organizzato ma straordinariamente feconda di bellezza e di cultura. Cosa ne sarebbe della letteratura italiana se non esistesse la Sicilia? Sciascia, che ricordiamo soprattutto per due romanzi: Il giorno della civetta eTodo Modo, ha incarnato, in particolare, la voce critica del siciliano dissidente ed eretico rispetto ad una società assuefatta  al male e al professionismo dell’antimafia. La sua testimonianza, unica e imperitura, che ha fatto di lui probabilmente il migliore autore italiano della seconda metà del ‘900, la ritroviamo in svariati saggi, racconti ed editoriali scritti anche sul Corriere della sera fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta a Palermo il 20 novembre del 1989. Nel 1966 viene pubblicato A Ciascuno il suo, uno dei libri più apprezzati della sua prestigiosa produzione letteraria. Il romanzo è ambientato in un paesino qualunque della Sicilia, ma come accade solo ai grandi protagonisti della narrativa, quel microcosmo anonimo di poche migliaia di anime, attraverso la penna di Sciascia diventa uno spaccato di mondo nel quale ognuno può ritrovare le sue specificità. Ricordate la Macondo di Garcia Marquez, la fortezza nel deserto dei Tartari di Buzzati, la cittadina di Holt nella trilogia della pianura di Kent Haruf, il Maine di Elizabeth Strout, o il rione Sanità nelle commedie di Eduardo? Ecco, la Sicilia di Sciascia è solo un pretesto geografico per raccontare la lotta tra il bene e il male, i drammi e le commedie di un’umanità variopinta e spesso indecifrabile. La storia ha inizio con una lettera anonima ricevuta dal farmacista Manno, ritrovato qualche giorno dopo morto ammazzato in una battuta di caccia insieme ad un suo amico, il dott. Roscio. Il duplice omicidio immediatamente scatena una ridda di voci e di sospetti che però sembrano escludere il vero movente e il reale bersaglio del delitto. Cosa avrà fatto di male il farmacista cacciatore che viveva tranquillo, non aveva mai avuto questioni e non faceva politica? Ma poi: siamo sicuri che l’assassino volesse colpire proprio lui e non invece il suo compagno di sventura? Il professor Laurana, uomo di lettere e investigatore per diletto, è convinto di aver risolto l’intricato caso. Ma Laurana era un cretino…..

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