Salerno: Regina Senatore, tra i ricordi familiari

A Regina…In un  giorno di primavera inoltrata, ci hai lasciato sotto un cielo lacrimevole. Per tutti coloro che hanno incrociato il tuo cammino, tu  sei stata regina del teatro salernitano, l’attrice che  ha caricato con personali sfumature “Filumena”, una delle creature più efficaci e rivelatrici del teatro   edoardiano. Nel mio ricordo personale ti rivedo muovere i primi passi nel teatro: quell’universo sconfinato ed enigmatico  della finzione che traduce la vita vera nei personaggi. In quella grande e mitica casa della nostra giovinezza, hai trascorso il tempo a provare e riprovare le parti, e molte volte sembrava che la realtà si confondesse con la recitazione.  E per te è stato proprio così’. Il tuo amore per la vita, vissuta così intensamente ha permeato le tue interpretazioni, pulsanti e cariche di emozioni.  Sei stata la “Lupa” di Verga,  e hai navigato la tragedia greca  dove, la tua essenza femminile  ha compendiato con il ruolo antico della madre  e della moglie di un uomo, col quale, hai intrecciato i tuoi passi e condiviso i tuoi sogni.  Qualunque ruolo interpretavi  non hai mai rinunciato alla tua identità. Il tuo pubblico ti amava perché non avevi mai rinnegato la tua appartenenza alla Salerno popolare. Tanto da sottolineare le tue radici che affondavano nella città più antica; in quella via Tasso che ti aveva forgiato con i racconti di altri tempi ed  episodi  di vita che  travalicavano la fantasia.  Sei stata proprio la donna del vicolo di “Nu’ Pianufort’ e’ notte, di cui avevi ricreato la scena nel vicolo del tuo piccolo teatro, dove ormai si esprimono   le voci di dentro. I   Nei tuoi  occhi si coglieva il senso del tragico e la forza dell’ironia,pure da te promanava  una gioiosa vitalità e una profonda nostalgia di un tempo lontano in cui a tratti il tuo sguardo si smarriva.   Sei stata profondamente figlia di Salerno e hai amato il suo mare, sul quale ti allontanavi, per raggiungere con il vaporetto Amalfi. Il tuo ruolo ti ha portato spesso a calcare le scene di nuove realtà, ma non hai mai voluto lasciare il tuo teatro di vita: Salerno. Con quanta tradizionale devozione abbiamo condiviso, negli anni la festività del santo Patrono Matteo e questo ti faceva sentire parte  di quel lontano passato che spesso rivendicavi come un tuo piccolo  mondo antico. Con te se ne va una parte importante della nostra vita e  della memoria storica della nostra città, e davvero quest’oggi  cala il Sipario mentre il tuo pubblico e i tuoi cari si stringono intorno a te.

Anna Senatore