Eboli: “Stefano e Binu”, lectio magistralis del giornalista Pindozzi

Superare il pregiudizio etnico, garantire l’accesso all’assistenza sanitaria per gli immigrati, tutelarne il diritto alla salute. E’ questo il nodo centrale sul quale verterà la lectio magistralis che il giornalista Vito Pompeo Pindozzi, membro della International Federation of Journalists, terrà a Eboli venerdì 22 aprile, a partire dalle ore 18, presso la Sala Mangrella del Complesso Monumentale San Francesco.  L’iniziativa è promossa dall’associazione onlus “Sassolini Bianchi – Comitato 1 Hospice per Eboli e amici dell’Ospedale Maria Santissima Addolorata” presieduta da Armando De Martino. Dalla storia di Stefano a quella di Binu, dagli italiani migranti all’immigrazione in Italia, attraverso momenti di approfondimento di questo tipo l’associazione intende promuovere una cultura della prevenzione ma anche contribuire a fare chiarezza su diversi punti legati alla effettiva erogazione di prestazioni sanitarie agli stranieri. Utilizzati come risorsa, come opportunità per ripopolare paesini fantasma del Centro-Sud ma anche come braccia utili, necessarie, in lavori e occupazioni che gli italiani da tempo ormai non vogliono più fare, gli immigrati spesso rinunciano a quello che dovrebbe essere un diritto irrinunciabile: il diritto alla salute. La provincia di Salerno, in particolare la Piana del Sele, ancora più nel merito la città di Eboli, sono realtà territoriali fortemente interessate dai flussi migratori che dal Nord Africa, ma anche dall’Asia, portano centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini a raggiungere le coste italiane. Il comune di Eboli conta una presenza di circa 9 mila abitanti stranieri, tra censiti e non censiti, pari al 20 per cento della popolazione locale… E’ come se in Italia vi fossero 12 milioni di stranieri. Lo straniero immigrato, in genere arriva nel nostro Paese con un patrimonio di salute pressoché integro. Qui poi, però, si trova per lo più a vivere in condizioni precarie, di forte deprivazione sociale, economica, sanitaria. Si ammala e spesso arriva all’attenzione dei medici solo quando è troppo tardi o in caso di gravi incidenti. Le patologie più diffuse -a parte i traumi dovuti a incidenti stradali o infortuni sul lavoro- sono malattie polmonari, in gran parte legate alle precarie condizioni alloggiative e alla promiscuità (Tbc); non secondarie sono le affezioni agli occhi e alle vie respiratorie causate dall’uso di pesticidi perché non vengono osservate le norme di protezione individuale. L’accesso all’assistenza sanitaria sovente non è richiesto dagli immigrati per malattie non acute poiché hanno paura di conseguenze burocratiche “repressive”, soprattutto perché generalmente ignorano che la normativa nazionale garantisce loro tutte le cure siano essi regolarmente censiti oppure no. Puntando l’attenzione sulla necessità di una nuova organizzazione sanitaria fondata anche sul volontariato e più attenta alle diversità, ci si soffermerà sull’evoluzione dell’aspetto normativo della tutela della salute per gli stranieri extracomunitari, sul federalismo sanitario legato alle politiche locali in tema di promozione della salute degli immigrati nonché sulle politiche di accoglienza, inserimento e integrazione di questi nuovi concittadini. Dopo i saluti di Massimo Cariello, Sindaco di Eboli, seguirà l’intervento di Armando De Martino, presidente dell’associazione “Sassolini Bianchi – Comitato 1 Hospice per Eboli e amici dell’Ospedale Maria Santissima Addolorata Onlus” che precederà la lectio magistralis del giornalista Vito Pompeo Pindozzi, membro della International Federation of Journalists; moderatore sarà il giornalista Antonio Manzo, Inviato Speciale de Il Mattino.