Porto Azzurro: detenuto campano aggredisce e ferisce 2 ristretti

E’ stato un sabato di autentica follia quello appena trascorso nel carcere di Porto Azzurro. Un grave evento critico posto in essere da un detenuto campano contro altri due ristretti ha infatti messo a serio rischio la sicurezza della Casa di Reclusione, comunque presidiata al meglio dagli uomini della Polizia Penitenziaria. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che sollecita “urgenti determinazioni per il carcere toscano”. Il resoconto della giornata di follia è affidata a Pasquale Amato, vice segretario provinciale SAPPE: “Sabato verso le ore 9,30, dopo l’apertura mattutina delle stanze detentive, un detenuto campano di 45 anni circa, detenuto per omicidio ed una pena lunga, si è reso autore di un gesto incosciente e premeditato. Appena uscito dalla stanza si recava nel pianoterra del padiglione, in prossimità dell’ufficio del preposto ha aggredito altri due ristretti con una lama rudimentale di oltre 20 centimetri ricavata dall’involucro in ferro con cui sono composte le bombolette di gas impiegato con i fornellini ad uso cucina. I due aggrediti sono detenuti lavoranti con la mansione di porta spesa. Non è chiara la motivazione dell’aggressione, ma possiamo dire con certezza che fortunatamente l’intervento deciso e immediato del personale di Polizia penitenziaria e in seguito di quello sanitario che ha effettuato le prime cure dei due detenuti feriti, hanno scongiurato conseguenze gravi. Per i due detenuti feriti con alcuni fendenti alla schiena, è stato necessario l’invio successivo al nosocomio dell’isola per ulteriori accertamenti”. Amato denuncia anche “la continua assegnazione nell’istituto insulare di detenuti con problematiche psichiche, farmacologiche, disciplinari e tossicologiche, acuendo quindi i problemi operativi per il personale di Polizia Penitenziaria. Un carcere che rischia di diventare, ogni giorno di più, una sorta di contenitore umano a raccolta di ogni tipologia di detenuto. E ad incidere negativamente sull’organizzazione del personale dovuta alla  continua organizzazione di eventi ricreativi (sport- spettacoli –teatro-corsi vari ) che di riflesso per la loro complessità organizzativa visto l’affluenza di personale civile dall’esterno, complicano il già complesso ed estenuante lavoro del personale a dura prova con i continui eventi critici e in servizio di scorta a accompagnamenti in visite specialistiche aumentate a spropositatamente da qualche anno a questa parte (circa 400/500 annue)”. Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri.  Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”. Capece conclude sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, aggiunge il leader del SAPPE. “Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini , ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni corporative che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto sabato nella Casa di reclusione di Porto Azzurro”.