Le Correzioni

Angelo Cennamo

 Aspettando Purity, disponibile nelle librerie italiane dal prossimo mese di febbraio ma già evento letterario dell’anno negli Stati Uniti e in mezzo mondo,  non vi dispiacerà – se non lo avete ancora fatto – tuffarvi nelle 599 pagine de Le Correzioni,  terzo romanzo in ordine cronologico e capolavoro assoluto di Jonathan Franzen. Leggere Franzen non solo fa bene all’anima ma ci aiuta comprendere e ad orientarci nella modernità senza subire il fascino dei suoi riti omologanti e delle sue manie. Il linguaggio brillante e raffinato e la capacità di scavare nella parte più intima dei protagonisti delle sue storie fanno di Franzen uno dei migliori talenti narrativi in circolazione, e dei suoi libri – questo in particolare – una boccata d’ossigeno per quanti si sentono smarriti nel magma dilagante della sottocultura di massa. Quando Franzen sta per pubblicare Le Correzioni, nel 2001, l’America non è stata ancora scossa dall’attentato dell’11 settembre. Quanto quel tragico evento possa avergli fatto cambiare opinione sui valori della società contemporanea, spesso criticati e ridicolizzati con sarcasmo, è difficile stabilirlo. Resta il fatto che il romanzo offre al lettore uno straordinario spaccato familiare fatto di profonda umanità e spietato cinismo, nel quale ciascuno di noi può almeno in parte riconoscersi.  Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. L’incipit è di quelli che non si dimenticano: Quel ramo del lago di Como…… Le Correzioni è un romanzo intenso, appassionante, da leggere tutto d’un fiato. A tratti può risultare esageratamente complesso: in alcune sue parti la prosa si arricchisce di complicati tecnicismi e di prolisse divagazioni fuori tema ( l’influenza di Foster Wallace si sente), ma il ritmo incalzante della trama e l’eleganza dello stile non lo rendono mai noioso. Attraverso i paradigmi del finto moralismo, Franzen conduce il lettore ad una lunga riflessione sulla famiglia tradizionale e sulle ipocrisie dei nostri tempi. La qualità della scrittura è notevole, l’empatia tra l’autore e i personaggi del racconto, un miracolo di rara bellezza. A distanza di soli quindici anni dalla sua pubblicazione, Le Correzioni possiamo già considerarlo una pietra miliare della letteratura mondiale – tra i dieci romanzi più belli di questo secolo nella classifica di Panorama. I protagonisti sono una coppia di anziani coniugi del Midwest,  Alfred ed Enid Lambert, logorati dai ricordi e dalle delusioni della loro vita matrimoniale, fatta di duro lavoro, di numerose rinunce e di frustrazioni taciute. L’uno in preda ai sintomi del Parkinson, l’altra desiderosa di radunare per un ultimo Natale i tre figli, educati secondo i buoni valori della borghesia americana, sempre attenti a correggere ogni deviazione dal giusto. Chip,  professore universitario che  ha perso il posto al college per avere intrattenuto una relazione sessuale con una sua allieva; Gary, dirigente di banca che non vuole ammettere di essere caduto vittima della depressione e di trascinarsi un matrimonio finito; Denise, chef di successo ma dalla vita sentimentale troppo turbolenta e trasgressiva per i canoni educativi dei suoi genitori. Ritrovarsi tutti a casa per l’ultimo Natale, come vorrebbe Enid, sembra impossibile fino a poche pagine dalla fine. Ma forse non tutto è perduto e chissà che in casa Lambert, dopo la tempesta, non ritorni il sereno.