Inarrestabile decadenza italiana

Giuseppe Lembo

È tempo di cambiare!  Basta con il degrado ambientale e territoriale che rende sempre più insicuri i territori in cui viviamo. Con protagonismo, nel dire basta al degrado ed ai territori sempre più insicuri, dobbiamo pretendere dalle istituzioni, risposte concrete; le risposte necessarie per cambiare e per vivere con la dovuta dignità la nostra vita, per tanti, sempre più, una vita maledetta; una vita d’inferno che annulla cancellandola, la dignità di uomini a cui manca tutto. A cui sono stati cancellati i tanti diritti umani previsti nella Carta dei diritti universali. Occorre, come alternativa alle sofferenze umane e territoriali, pensare ad un mondo nuovo; ad un mondo umanamente possibile a cui va restituita la dignità umana da troppo tempo negata; quella dignità violentemente scippata per dare sfogo al proprio potere che egoisticamente pensa al tutto per sé; ai soli privilegi che diventano diritti anche se basati sui legittimi diritti purtroppo negati della gente tradita anche nella  più intima dignità di uomini. La crisi italiana è grave e profonda; oltre al degrado materiale visibile e sotto gli occhi di tutti che rende fragile la vita di noi italiani, purtroppo sempre più silenziosi protagonisti del niente, facendoci così un male da morire e facendo altrettanto male al sistema Italia, viviamo in una condizione diffusa di degrado invisibile che, giorno dopo giorno, assesta colpi mortali al sistema Paese, reso fragile ed umanamente ammalato di futuro possibile che, così facendo, diventa futuro negato. La rete delle negatività italiane è vasta e profonda; è una rete di sistema da cui, per uscirne rigenerati, bisogna toccare il fondo; bisogna azzerare tutto e cosi far ripartire il Paese rigenerato e rispettoso da parte di tutti delle buone regole civili e democratiche, per un buon vivere, italianamente diffuso, dalle caratteristiche attivamente civili e democratiche. Un primo necessario passo è quello di un Progetto Italia, il frutto di idee condivise che, al di sopra delle differenze ideologiche, di pensiero, di appartenenza, nonché di differenza di ruoli umani e sociali, sappia mettere, al primo posto, il sacro rispetto per tutti gli italiani; un rispetto basato sull’onestà del fare e sulla responsabilità di ciascuno nel proprio ruolo; tanto partendo dalla necessaria moralizzazione della politica oggi confusa ed attivamente impegnata a difendere il potere che ne è il suo motore di vita con i tanti privilegi, sempre più spesso, poco legittimi e poco intelligentemente rispettosi delle diffuse sofferenze italiane. Oltre alla politica, altro grave malessere del sistema Italia, è la burocrazia, con apparati inconcludenti e corrotti, fortemente impegnati nel sostenere il potere decisionale con gli uni braccio armato degli altri. Un connubio mortale che fa tanto male all’Italia della gente comune; all’Italia della gente onesta, messa in ginocchio da “italianuzzi del potere condiviso”  che hanno e sempre più, per sola morale condivisa, il fare per sé, con scelte e decisioni maledette che rendono difficile ed a volte impossibile da vivere, la vita per tanti italiani onesti, ridotti  al solo niente esistenziale. Il terzo e grave malessere di cui bisogna e presto liberare il Paese, appartiene al mondo dell’economia e della finanza; si tratti di un mondo, assolutamente indifferente all’uomo che pensa a contenere gli spazi dell’avere, concentrando il benessere nelle sole mani maledette dei pochi che vogliono sempre più sentirsi padroni del mondo; tanto, autogratificandosi per questo ruolo di un avere che, con indifferenza, cancella disumanamente l’Essere, in quanto “è” ed i valori dell’Essere che sono le colonne portanti della società  del mondo, dove titanicamente deve agire l’uomo del  mondo rimanendo nelle giuste dimensioni umane ed evitando quel dannato nanismo di cui soffre l’Italia e che tanto male fa alla società ammalata ed insicura del nostro Paese. Occorre rinsavire; occorre riportare l’Italia e gli italiani sulla giusta via. Occorre, soprattutto e prima di tutto, restituire al Paese quelle certezze che non ha, perché cancellate; quelle tante certezze umane, senza le quali siamo destinati ad incamminarci per le strade maledette dal futuro negato. Basta con il nanismo italiano! Basta, soprattutto con il nanismo culturale italiano!