Vietri sul Mare: “Pitagora”, ancora plausi alla lirica di Terrone

Ripartiti alla grande i Salotti Culturali che ideati da due anni dal quotidiano dentroSalerno, vedono la lirica dell’ing. Francesco Terrone, protagonista di tematiche di ieri e di oggi. In una mirabile fusione di cuore e mente, ratio ed humanitas, senza perdere ritmo e nostalgia. Dopo un silenzio meditativo, che ha coagulato temi acerbi, della lirica già autonoma e matura, i temi in nuce sbocciati per regalare ai fruitori un verso ancora più duttile ed essenziale. Un ampio plauso al salotto culturale dei giorni scorsi, che ha ripreso il largo con un qualificato parterre d’ospiti affezionati, ampliandosi di altri personaggi di spicco. Nella discreta, ma sobria sala da thè del bar Russo, grazie al grintoso soprano Lucrezia Benevento, accompagnata al pianoforte dall’abile Sabina Mauro e dalle dolci note al violino di Carmine Meluso, intercalata la declamazione di Antonio Speranza, delle ultime liriche della silloge “Pitagora”. e, ancora ancora una volta, ampio plauso al poeta ingegnere! Numerosi i saluti istituzionali, che accanto a quelli dell’Amministrazione comunale locale, grazie al vice Sindaco Antonella Raimondi ed all’assessore Angela Infante, hanno avviato una serata intensa d’emozioni e di alto profilo culturale. Condotta dal Direttore Responsabile Rita Occidente Lupo, numerosi gl’interventi critici intercalanti le liriche. Tra gli ospiti, che hanno porto il proprio commento alla produzione poetica: l’on. Anna Petrone, l’on. Guido Milanese, il dott. Giuseppe D’Aiutolo già Sindaco di Montecorvino Rovella, l’assessore comunale alla cultura di Pellezzano Francesco Morra, l’assessore alla cultura di Cava de’ Tirreni Paola Moschillo con consiglieri comunali tra cui Marisa Biroccino, il presidente della Carisal Alfonso Cantarella,  e tanti politici tra cui Emanuele Esposito, il commissario dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni Carmine Salzano, la presidente della Commissione Pari Opportunità di San Cipriano Picentino MariaRosaria Paraggio. Non sono mancati esponenti  d’ associazioni culturali come Luciana Esposito di Bellizzi; Anna e Linda Bianchito del Kiwanis. In chiusura, Rita Russo, barlady e Gerardo Di Dato pasticciere, al ritorno dal successo in Brasile per l’arte dolciaria nostrana; il mondo scolastico ed accademico, degnamente rappresentato dal preside Aurelio Di Matteo e dalla prof. MariaRita Bucciarelli, che seguono criticamente la produzione di Terrone da anni. Anche la Sidelmed, creatura aziendale che Terrone ha partorito con amore ed entusiasmo s’è ritrovata assorta nell’ascolto di nuove emozioni che ancora una volta le liriche hanno regalato. Un uomo che portava impresso nel cognome un retaggio meridionalista ghettizzante: una storia in una valigia, fatta di lacrime e sacrifici, prima di poter approdare a successi in campo aziendale e poetico. Anche se quest’ultimo venuto fuori per caso o per quel certo quid, che a volte scatta senza alcuna spiegazione logica…anzi, che si sbarazza della logica, perchè prorompe l’ enfasi sentimentale. Tutti concordi nel definire la poesia dell’ingegnere altamente contemporanea ed accattivante “Perchè dal verso trasuda una profonda umanità. Un uomo a tutto tondo, completo nel suo speculare disinvoltamente, dal calcolo matematico a quello umanistico. Note toccanti, tra i ricordi, quelle che il poeta ha inteso porgere in omaggio all’amata madre defunta. La serata sì è mossa con estrema compostezza, giacchè il numerosissimo pubblico, rapito dai toccanti versi di Pitagora” ha ben volentieri partecipato dinamicamente alla kermesse. E se qualcuno aveva potuto credere che la vena artistica terroniana, dopo il capolavoro della Via Crucis, ripreso anche dalla rete ammiraglia, potesse estinguersi, ha avuto modo di ricredersi, nel ritrovare il poeta ingegnere alle prese con un altro esercizio ginnico del proprio cuore. Acrobata del verso sciolto, riuscendo ancora una volta a reggere il costrutto reale, anche amando trastullare lo scarabocchio del tempo, che a volte sembra divertirsi con gli esseri umani, spintonandoli per farli procedere nel cammino, quando questo sembra non arridere a mete agognate, il poeta Terrone vincente per sensibilità, prima con se stesso e poi col mondo intero, nella continua sfida al valore dell’esistenza.