Con tanti record anche Menichini nella storia della Salernitana

        Maurizio Grillo

Panchina che vince…si cambia. Così come accaduto a Perrone dopo il campionato di serie D, anche questa volta il duo Lotito-Mezzaroma ha deciso di esonerare dall’incarico il tecnico che ha contribuito ai successi della Salernitana, stavolta anche a cospetto di un contratto valido per la prossima stagione. Diciamoci la verità: sin dal primo allenamento, Menichini non stuzzicava più di tanto la fantasia di una tifoseria che, col passare dei mesi, non gli ha lesinato critiche talvolta anche eccessive senza tener conto della classifica e delle difficoltà di un girone troppo più difficile degli altri. Nel calcio, si sa, contano i numeri e da questo punto di vista anche Menichini è entrato di diritto nella storia granata: maggior numero di punti conquistati in assoluto (80), record di vittorie in trasferta, campionato vinto con due giornate d’anticipo, attacco super e difesa granitica in campo esterno (con l’unica parentesi negativa rappresentata dalla trasferta di Messina), statistiche incontrovertibili e che gli permettono di andare via da vincitore e a testa alta. Che le vittorie siano arrivate più per meriti dei singoli che dell’allenatore è opinione comune, ma i fatti dicono che in panchina c’era Menichini e che il suo lavoro non può certo essere stato totalmente negativo. Tra i meriti principali dell’ex tecnico del Crotone c’è quello di aver saputo cambiare modulo con una certa frequenza adattandosi alle caratteristiche dell’avversario, ma soprattutto quello di aver gestito in modo intelligente la continua emergenza infortuni che non gli ha mai permesso di mandare in campo la stessa formazione schierata sette giorni prima. Non va sottovalutato il fatto che alcuni giocatori siano arrivati alla spicciolata e senza aver svolto la preparazione estiva: da questo punto di vista ci sentiamo di dargli ragione sulla gestione del “capriccioso” Negro, attaccante che reclamava più spazio anche quando fisicamente non era al top. In molti puntavano il dito contro Menichini quando l’ex Nocerina entrava dalla panchina risolvendo le partite, in realtà era una strategia mirata e che, indubbiamente, ha dato ragione all’allenatore. Importante anche la capacità della Salernitana di segnare tanti gol da palla inattiva, frutto di schemi studiati e di un lavoro ben organizzato durante l’arco della settimana. Non sarà certo uno stratega della panchina, ma Lotito espresse un concetto molto chiaro dopo la vittoria contro la Lupa Roma: “Se vinciamo è merito della squadra, se perdiamo è colpa dell’allenatore? Sono chiacchiere da bar, è da incompetenti criticare Menichini. La duttilità tattica è una qualità che è giusto riconoscergli, siamo primi in classifica e merita i miei complimenti”. Ricordiamo ancora il tormentone estivo sulla presunta mancanza di un bomber, quando Menichini si disse convinto che Calil potesse essere una garanzia e fu subissato da critiche ingenerose. Anche in questo caso i 16 gol totalizzati in campionato confermano che il tecnico ci aveva visto giusto, forse talvolta dandogli fiducia anche quando non era al top della condizione. A mente fredda e senza pregiudizi si potranno dunque riconoscere i meriti di un allenatore quasi mai fuori dalle righe, che qualche errore anche grossolano lo ha commesso, ma che ha sempre lavorato con impegno dimostrando attaccamento nei confronti della Salernitana pur senza risparmiare stoccate ad una parte della tifoseria che lo ha beccato tutto l’anno. Negli almanacchi e nella storia il suo nome resterà a lungo, toccherà a lui dimostrare altrove di essere un bravo allenatore e non di aver vinto a Salerno perchè la squadra era decisamente più forte delle altre.