Crimini di pace

Giuseppe Lembo

L’ISIS non è solo propaganda. L’ISIS è, prima di tutto, l’espressione di quello che vuole essere l’altra faccia del mondo, che pensa di poter tranquillamente prevalere sulla civiltà millenaria di un Occidente, ormai senz’anima; di un Occidente sempre più ripiegato su se stesso. Il mondo islamico questo ormai lo sa; il mondo islamico questo ormai l’ha capito e bene, per cui si organizza e sperimenta passo dopo passo la sua avanzata violenta; la sua disumana azione di violenza e di morte, soprattutto da parte fondamentalista che della violenza se ne fa una ragione di vita.

Con un fare-sfida le falange jihadiste, agiscono ormai indisturbate in tutte le direzioni possibili.

La sfida sistematica all’Occidente passa, oltre alle immagini della sola propaganda, attraverso i ripetuti sequestri e le uccisioni di occidentali caduti nelle loro mani; attraverso lo sterminio di intere popolazioni, schiavizzate e poi uccise; attraverso le crescenti azioni di un vero e proprio sterminio di cristiani; attraverso le brutali violenze sulle donne e sui bambini che, senz’anima, sono trasformati in veri e propri strumenti di guerra e di morte, imbottendoli di tritolo per poi farli esplodere e/o mettendo nelle loro mani innocenti, un fucile con cui sparare ed uccidere l’altro, in quanto uomo da eliminare, senza una ragione, se non quella del solo fanatismo violento che, in nome di false guerre di civiltà e/o di religione, mira al solo potere del mondo.

Tanto, forte del libero convincimento che è arrivato il momento del protagonismo umano dell’Islam – potere del mondo, sempre più possibile per effetto di un momento di grave e crescente difficoltà per l’Occidente che si va sempre più autodistruggendo, distruggendo il mondo naturale circostante, per essersi fortemente votato, in senso globale, ai soli simboli dell’apparire e di una materialità terrena finalizzata al solo avere; al solo proprio avere, del tutto indifferenti dell’altro che soffre e che non ha il necessario per vivere e/o semplicemente sopravvivere.

Sono queste le tante cause di un malessere diffuso in un Occidente, che proprio non sa e non vuole assolutamente più essere un riferimento concreto per il mondo; per quella civiltà della Terra millenaria che si è fortemente radicata e sviluppata in un Occidente, generoso riferimento di un insieme umano forte dei suoi saperi, della sua conoscenza, del suo pensiero illuministico che ha positivamente influenzato il mondo e della sua sensibilità artistica rinascimentale che ha favorito attraverso l’umanesimo dell’arte, mondi nuovi.

Mondi che, soprattutto, con l’inizio del Terzo Millennio, sono stati fortemente adombrati dai falsi miti del benessere e dell’avere; ne consegue che sono in una condizione di grave sofferenza diffusa, tanto da far credere ad un altro mondo, quello Islamico, fortemente chiuso in se stesso, che può farsi avanti ed agire, per sostituirsi alla governance del potere del mondo; tanto, manifestandosi, per questo fine, violentemente aggressivo ed anche disumano verso gli altri che incontra sulla propria strada; tanto, eliminando fisicamente gli scomodi e minacciando chi pensa di poter continuare a vivere e ad esprimersi liberamente, ponendo a giustificazione di tanta e tale disumana barbarie, il mancato rispetto da parte di un Occidente blasfemo nei confronti del loro profeta Maometto, il simbolo di quello Hallà è grande, di cui il mondo mussulmano è fanaticamente seguace fino alle estreme conseguenze.

L’ISIS è il violento braccio armato di tutto questo; molti dei suoi propagandisti capi e manovratori di violenze senza limiti sono, tra l’altro, nostri fratelli; sono i figli di quell’Occidente che ha aperto loro amichevolmente le porte, ospitandoli; prima di tutto sfamandoli; poi lentamente integrandoli e, facendoli, tra l’altro, crescere culturalmente e professionalmente.

Alla fine di tutto questo, non il dovuto riconoscimento e/o l’amicizia per uno stare insieme solidale; alla fine di tutto questo, la propria ostinata volontà di odio e di violenza, al fine di combattere gli infedeli, eliminandoli, per poi sostituirsi a loro nel governo del mondo, basato sulle sole rigorose regole del fondamentalismo islamico, fortemente convinto che può anche cambiare la scena del mondo, facendo trionfare sull’Occidente, strumentalmente definito blasfemo, la sola bandiera dell’ISIS, il simbolo del fanatico fondamentalismo islamico.

Per fare questo, l’ISIS non arretra di fronte a niente; ritiene, tra l’altro, giusto e necessario uccidere, uccidere; ritiene giusto e necessario, versare fiumi di sangue decapitando gli “infedeli”;  ritiene giusto e necessario stuprare, violentare ed uccidere anche i bambini.

Ma, oltre a tutto questo, con una capacità disumanamente violenta, tra l’altro, fortemente spettacolarizzata, l’Islam fondamentalista e sanguinario, ritiene che, oltre agli uomini occidentali, è altresì necessario doverne cancellare e per sempre, anche la cultura ed i simboli di quella libertà umana, da loro fanaticamente considerata blasfema.

Da qui, l’attacco violento e distruttivo alle biblioteche, finalizzato a distruggere i libri, il simbolo, a loro dire, di un pensiero blasfemo; da qui, l’attacco ai Musei, con una distruzione violenta di tanti simboli di un cammino di civiltà che ormai non c’è più e che è unicamente affidato ai percorsi del solo passato testimoniato dal pensiero, dall’arte, dai valori di chi l’ha vissuto ed insieme l’ha trasformato in un percorso di grande civiltà, oggi violentemente distrutto, al fine di cancellarne anche la memoria, un fastidioso ed ingombrante peso per chi ha una visione unica e limitata del mondo e pensa giusto di annullarne tutte le altre possibili, imponendo poi, con la sola forza della violenza, la propria visione unica che, dovrebbe così diventare la guida-verità di salvezza per un mondo falsamente nuovo; per un mondo che, cancellando tutte le altre differenze di pensiero e di valori, si dovrebbe andare ad identicare nel solo islamismo fondamentalista dove tutto è ben determinato; dove tutti devono allinearsi al rispetto dei principi inviolabili, così come scritto nel libro sacro del loro grande profeta Maometto.

Siamo nella più assoluta incertezza umana; oggi più che mai gli scenari del mondo sono fortemente confusi.

C’è, per questo, una grande preoccupazione in tutto il mondo civile; nessuno, di nessuna appartenenza umana e/o religiosa che sia, si può sentire al sicuro. Siamo di fronte al dilagare delle barbarie. Tutto questo, a che cosa ci porta? Abbiamo un uso sempre più spregiudicato della violenza. A che cosa mira il fondamentalismo islamico che sta, per adesso, insanguinando il Medio Oriente e gran parte dell’Africa?

L’ISIS, Boko Haram, Al Qaeda sono gruppi estremistici che fanno concreto riferimento all’Islam ed alla jihad.

Terroristi, combattenti, si sentono autorizzati spregiudicatamente a porsi, in tutte le direzioni, “al di là del bene e del male”.

Da qui anche la naturale giustificazione della violenza che può investire tutto e tutti e che può infiammarsi anche in atti dilaganti di terrore estremo.

Il primo obiettivo jihadista è quello, attraverso la guerra, di abbattere il modello blasfemo del consumismo occidentale; tanto, per evitare il rischio di una sempre più possibile e dannosa contaminazione anche nel mondo islamico, fortemente ed in massa sempre più attento al modello Occidentale, un modello piacevolmente godereccio.

L’ISIS, per evitare tutto questo, agisce, prima di tutto, attraverso il terrore della propaganda; l’Italia ed il Mediterraneo che pensano di trasformare in un mare di sangue, più di altre realtà umane e territoriali del mondo, sono nel mirino dell’ISIS.

La prima minaccia aggressiva è quella violenta che passa attraverso il terrorismo; da terroristi, con azioni eclatanti, dicono di essere pronti ad invadere l’Italia e di far sventolare la loro bandiera a Roma sul Colosseo e su altri monumenti simbolo, patrimonio del mondo della nostra Città Eterna, tra l’altro, con il Vaticano, città simbolo della cristianità universale. L’ONU con i suoi cinque membri del Consiglio di Sicurezza (USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna), che possono opporre la loro volontà contraria, ha intenzioni veramente concrete di un suo ruolo, per mettere il necessario ordine al disordine che regna sugli odierni scenari del mondo, dove minacce e violenze sono espressioni di un fare barbaro assolutamente da condannare? Tanto, non spinti dall’odio per questo o quel popolo della Terra, ma semplicemente per garantire quella continuità di futuro sempre più minacciata da chi mangia unicamente il pane avvelenato dall’odio contro gli altri della Terra.

Sono qui le vere radici della pace; è questo il percorso oggi più che mai necessario da parte dell’ONU per salvare il mondo dalle barbarie che rappresentano una grave minaccia per il futuro dell’umanità.

Un ruolo forte e deciso, da arbitro super partes nell’esclusivo interesse del solo fine ultimo da raggiungere; questo fine è l’umanità della Terra; questo fine è la nascita – rinascita di un mondo nuovo; questo fine è l’obiettivo centrale della civiltà globale del Terzo Millennio.

A nessuno, ma proprio a nessuno degli uomini e soprattutto dei popoli della Terra e di chi li comanda deve sfuggire questo obiettivo; questo fine, mancando il quale l’umanità va inevitabilmente incontro alla propria distruzione, per mano di guerrafondai che proprio, oggi più che mai, non vogliono bene all’uomo, inteso come l’altro, parte di sé ed ancor meno, vogliono bene a quell’universo umano, un grande patrimonio di diversità che può aiutare il mondo a vivere bene e meglio, vivendo insieme ed insieme costruendo mondi di pace.

Occorre che l’ONU, senza cedimenti e soprattutto senza inopportune invasioni politiche e/o veti di comodo, assuma un ruolo da arbitro credibile e forte; da arbitro di pace, che condanni e combatta le violenze e gli atti di barbarie di un fondamentalismo distruttivo che, proprio non giova a nessuno e può, soltanto, fare male a tutti.

L’ONU deve imporsi d’autorità e condannare senza cedimenti le barbarie e l’odio violento e disumano che giustifica le esecuzioni, le violenze e tutte le diverse forme di barbarie oggetto di morte violenta.

Tutto questo non deve esistere; tutto questo dall’ONU, va condannato con forza, come va condannata tutta quella violenza gratuita contro l’arte e la cultura, considerate follemente i simboli di una idolatria tutta da cancellare, in quanto, a loro dire, anti-islamica.

L’ONU deve invitare tutti alla saggezza umana; tanto, sgomberando gli animi dei tanti “tristi del mondo”, di quel fanatismo che può portare al mondo solo distruzione e morte; distruzione e morte che non serve se non ad infiammare gli animi per atti di barbarie che, sempre più, rischiano di compromettere la vita e con la vita dell’uomo, rischiano di cancellare, tra l’altro, anche le vestigia e le testimonianze di civiltà scomparse, che non sono di questa o di quella parte del mondo, ma sono patrimonio immateriale dell’umanità da conservare e da trasmettere anche a quelli che verranno, che hanno il diritto e la libertà di conoscerlo per il bene del sapere, il saggio frutto, soprattutto delle tante diversità del pensiero umano, espressioni di diverse civiltà.

In questo l’ONU, deve esercitare il suo ruolo ed appellarsi al mondo affinché cessino le disumane barbarie e Mosul ed il suo Museo venga rispettata anche dall’ISIS, in quanto città millenaria, simbolo della storia del mondo che è solo “pazzia umana” pensare di poterla cancellare.