Dalla A alla Z, l’alfabeto della Salernitana 2014

Maurizio Grillo 

Il 2014 che tra poco consegneremo archivi ha lasciato in eredità l’amarezza per l’eliminazione ai play off, ma anche il primo posto nel girone C di Lega Pro e la conquista della prima coppa Italia della storia granata, un trofeo comunque prestigioso. Un’annata, dunque, intensa come poche e che proviamo a ripercorrere attribuendo ad ogni lettera dell’alfabeto un momento saliente di una stagione interamente tinta di granata:

come Arechi, quel fortino tornato ad essere inespugnabile e che nell’era Lotito-Mezzaroma ha recitato un ruolo determinante accompagnando i granata dalla D al primo posto in Prima Divisione, con due coppe alzate al cielo sotto lo sguardo della Sud, il più fedele alleato della Salernitana dal 1919 ad oggi. Media di 8500 spettatori a partita, Salerno prima italiana in Europa tra le piazze di serie C e capace di classificarsi al quinto posto in cadetteria. Ride anche il cassiere: dal botteghino introiti quasi pari a due milioni di euro. Chapeau, dodicesimo uomo!

C come Calil, capocannoniere del girone C e calciatore capace di trascinare la Salernitana in vetta alla classifica a suon di gol e giocate spettacolari. Con serietà e professionalità ha trasformato lo scetticismo iniziale in applausi senza dubbio meritati, resterà nella storia quella doppietta al Catanzaro che fece impazzire l’Arechi e che avviò la scalata verso il primato

 D come Delusione, quella che ha accompagnato l’intera tifoseria dopo la sconfitta play off di Frosinone. Un 2-0 senza prova d’appello al termine di una prestazione che fotografò al meglio il momento vissuto da una squadra senza anima e “cazzimma”. Da quella notte nera del Matusa, però, sono cambiate tante cose: errare è umano, perseverare è diabolico, brava la società a correggere gli errori

 come Erba, quella dell’Arechi che finalmente permette alla Salernitana di giocare su un terreno di alto livello e non in una palude pronta ad infangarsi con le prime piogge stagionali. La società ha mantenuto la promessa e consegnato alla tifoseria una struttura finalmente idonea, risolvendo un problema che si trascinava da 20 anni.

 F come Fabiani, che in un anno ha compiuto un vero e proprio capolavoro dirigenziale. A gennaio ereditò un gruppo allo sbando, disunito e con tanti giocatori in esubero e, grazie alla sua esperienza, rivoltò la squadra come un calzino ponendo le basi per un futuro roseo. Quando in estate si prende gente come Negro, Favasuli, Colombo, Lanzaro, Trevisan, Gabionetta e Calil bisogna soltanto togliersi il cappello. Ha vinto nel 2008, speriamo possa ripetersi

 G come Grassi, calciatore osannato da gran parte della tifoseria granata pur non avendo mai dimostrato a Salerno il suo vero valore. L’anno scorso fu data la colpa a Sanderra, stavolta, pur godendo della stima dello staff tecnico, ha preferito tornare a Pontedera per problemi familiari. Se a 31 anni giochi ancora in Lega Pro ed in piazze con 400 spettatori sugli spalti un motivo ci sarà…

 come Hooligans, quelli che nel Regno Unito devastavano stadi e città  e che sono stati stanati con regole ferree e certezza della pena. In Italia, invece, si pensa di risolvere il problema della violenza imponendo una schedatura come la tessera del tifoso, idea di Maroni che ha soltanto acuito il fenomeno della fuga dagli stadi. Seguire la squadra del cuore in trasferta è impresa sempre più ardua, con il calcio di oggi che continua a penalizzare ogni giorno la componente più importante in assoluto e che consente a società  e squadre di mantenersi in vita. Le partite sono truccate, gli atleti si dopano ed un calciatore di vent’anni guadagna cinque milioni di euro per dare calci ad un pallone? Per qualcuno la soluzione è chiudere le curve, vietare l’accensione di fumogeni ed abolire bandiere ,tamburi e coreografie. AAA cercasi calcio di una volta…

 I come iella, e la Salernitana ne ha avuta davvero tanta: dagli innumerevoli infortuni che hanno costretto gli allenatori a fare i salti mortali per stilare la lista dei convocati ai tantissimi legni colpiti (l’anno scorso secondo posto in Italia dopo l’Inter), senza dimenticare una serie di episodi arbitrali negativi che hanno inciso e non poco sull’andamento dei campionati

 come Lotito:anche il suo predecessore iniziava con la medesima lettera dell’alfabeto ed il ricordo di quanto accaduto in un passato neanche tanto lontano dovrebbe essere sufficiente a sostenere una società  che, pur avendo commesso degli errori, ha garantito certa stabilità. Il patron ha dalla sua due promozioni e la conquista di due coppe, con la Salernitana che, dalla A alla terza categoria, è una delle poche squadre che rinforza ogni anno la rosa con gente di categoria superiore e che costa . La memoria corta è un lusso che Salerno non può permettersi, Lotito-Mezzaroma è sinonimo di garanzia

 M come Menichini, allenatore gentiluomo che a poco a poco sta entrando nel cuore di una tifoseria che non lo aveva accolto benissimo e che restava legata a Mario Somma, esonerato ad inizio agosto. Il trainer toscano ha dimostrato con i fatti il proprio valore: gruppo unito, duttilità tattica, lavoro costante sulle palle inattive, gioco sempre più spumeggiante, numeri da record e primo posto meritato. Bravo, mister!

 N come Novantaquattresimo, le vittorie più belle di quest’anno, su tutte quelle contro Benevento e Catanzaro, sono giunte negli attimi finali delle gare, regalando gioie indescrivibili alla tifoseria granata. Ancora oggi gettonatissimo sul web il gol di Gustavo contro le streghe

 O come operazione simpatia, quella messa in campo contro il Messina e che ha riscosso notevole successo. Bambini, studenti, famiglie, stranieri e giovani calciatori sugli spalti a vivere una domenica di festa e ad innamorarsi della Salernitana, del cavalluccio e della maglia granata. La sensazione è che le nuove generazioni del tifo vanno conquistate non solo attraverso i risultati, ma anche con una serie di iniziative che permettano a tutti di vivere la passione per la Salernitana 365 giorni all’anno e non solo durante i 90 minuti domenicali. Ben vengano accordi con associazioni che operano nel sociale, sarebbe opportuno aprire un pò in più le porte degli allenamenti…

 P come Pestrin, dalla contestazione del primo giorno agli applausi dell’ultima partita, il capitano è sicuro di conquistare i più scettici con prestazioni decisamente sopra la media che gli valgono il titolo di calciatore più bravo del 2014

 come Querelle, quella relativa al marchio che potrebbe presto avere fine. L’ultima puntata della stucchevole telenovela ha visto il ribaltamento della famosa sentenza di Napoli che, nel 2010, fu ostativa rispetto alla cessione del pacchetto societario. Lombardi ha avuto- parzialmente- ragione così come l’avvocato Gentile, bravo a riacquisire il marchio senza che nessun colpo di scena futuro possa metterne in discussione la titolarità. A giugno i segni distintivi saranno definitivamente dell’U.S.Salernitana 1919, altra promessa mantenuta dall’attuale proprietà

 come Ricordo, quello tributato ad Agostino Di Bartolomei nel giorno della conquista della coppa Italia. Squadra in campo con una maglia celebrativa e toccante dedica di Mezzaroma, una notte magica in cui il nome di “Ago” riecheggiava con forza sulle scalee dell’Arechi, scandito da chi ne apprezzò doti tecniche ed umane dal vivo e da chi, troppo giovane, avrebbe avuto tanto da imparare da lui. Ora, lassù, è stato raggiunto anche da Don Peppino Soglia, il presidente per antonomasia: senza passato non c’è futuro, loro resteranno sempre nel cuore della tifoseria

 S come spezzatino, ennesima novità di una Lega Pro che punta a riassumere credibilità, ma che invece prevede gironi nettamente squilibrati, con tante gare a rischio (e segnalazioni delle Questure sottovalutate) e con tifosi penalizzati da orari assurdi. Sportube ha avuto un grande successo e lavora benissimo, ma il vero calcio e sugli spalti, non davanti ad una poltrona. 

 T come terzini, quelli che alla Salernitana mancavano dai tempi di Tosto-Del Grosso e che finalmente Fabiani è riuscito a reperire sul mercato. Da Pasqualini, Piva, Machado e Luciani a Colombo, Franco e Pezzella, un trio di categoria superiore e che ha garantito ai granata gol, assist, spinta sulle fasce ed una miriade di palloni recuperati. 

 U come unità d’intenti, quella che mancava ormai da lustri. La squadra è unita, lo staff tecnico e dirigenziale sta lavorando benissimo, il manto erboso è perfetto, il pubblico è presente e caloroso e tutto l’ambiente spinge per il medesimo obiettivo: avanti così fino alla fine!

 come Volpe, mai come in questo caso sinonimo di attesa. Da una parte l’inaugurazione di quel campo di allenamento che la Salernitana ha aspettato da tantissimo tempo e cui assenza ha influito negativamente sull’esito dei risultati, dall’altro quel giocatore giunto a Salerno tra l’euforia generale e che ha convinto soltanto nei primi quattro mesi del 2014. Possibile addio a gennaio?

 Z come Zizzania, e nello spogliatoio l’anno scorso ne hanno seminata tanta, smentite di rito a parte. La talpa, in origine, era una trasmissione televisiva, peccato che il set si sia spostato nello spogliatoio laddove qualcuno spifferava all’esterno quanto accadeva all’interno di quel gruppo che doveva essere sacro e che invece litigava un giorno sì e l altro pure. L’opera di repulisti è servita, oggi la tifoseria si gode un gruppo agguerrito, unito, serio e straordinariamente professionale, guidato da un Pestrin che è l’uomo simbolo del 2014

 Non abbiamo certo dimenticato la lettera ed abbiamo preferito citarla per ultima come augurio per questo campionato: al momento cantiamo con emozione “La capolista se ne va”, ma intonarlo a maggio guardando Lecce, Casertana, Benevento, Foggia e Juve Stabia dall’alto verso il basso avrà tutto un altro sapore. Sarà ancora più Bello uscire di casa per andare allo stadio a vedere i granata!