Pagani: Califano sul grande schermo “Non escludo il ritorno” con Gianfranco Butinar

 Alfonso Mariano

Proseguono senza sosta importanti eventi per ricordare il grande Maestro e Cantautore Franco Califano. Dopo l’intitolazione di strade, l’inaugurazione della Casa-Museo dedicata al Maestro il 30 marzo 2014, presso la sala consiliare del comune di Ardea, un susseguirsi di eventi,incontri musicali tenuti dal Maestro Alberto Laurenti e la sua Band & i Rumba de Mar (che per anni hanno accompagnato Califano nelle sue esibizioni) , poi la Telanonima band con la voce di Sandro Presta simile al Maestro, basta socchiudere gli occhi per provare forti emozioni e tanti altri gruppi seguiti da un folto pubblico di fans che ne mantengono vivo il ricordo. Dal 6 novembre 2014, nelle sale cinematografiche si proietta il film “Non escludo il ritorno”, che racconta gli ultimi anni di vita di Franco Califano, una parabola costellata di successi, con momenti critici che sembravano condurlo al declino, poi la rinascita fino all’ultimo istante della sua esistenza. La pellicola è stata proiettata già a Roma, Milano, Firenze e Napoli, riscuotendo unanimi consensi. Con la sapiente regia di Stefano Calvagna e degli attori bravi e professionali: Gianfranco Butinar, (che interpreta in modo egregio F.Califano), Enzo Salvi, Michael Madsen, Nadia Rinaldi, Franco Oppini, Stefano Calvagna, Danilo Brugia, Andrea De Rosa, Roberta Scardola, Rossella Infanti, Claudio Del Falco, Saverio Vallone, Stefania Marchionna, Ascanio Pacelli, Niccolò Calvagna, la storia si dipana fra sogno e realtà, dove si ritrova un Franco Califano inedito, conosciuto e raccontato solo dalle persone a lui più vicine, come non ricordare Antonello e Donatella che hanno convissuto con lui parte della sua vita e per questo depositari di spiragli di allegria ed episodi tragici, della delusione patita per la richiesta dell’applicazione della legge Bacchelli da parte del suo avvocato, della quale non conosceva la finalità e che gli procurò tanto dispiacere. Il film grazie ad un cast di attori professionisti straordinari ed una regia che ha saputo cogliere i momenti più salienti e toccanti dei successi e delle vicissitudini del Maestro Califano, evidenziandone le doti umane e professionali coinvolge ed emoziona. Un riconoscimento doveroso, tardivo, che dà il giusto merito ad uno straordinario cantautore, artista, uomo libero, senza infingimenti, diretto, leale, per alcuni versi unico. Con leggerezza, bravura e professionalità, gli attori hanno tratteggiato un profilo completo dell’indimenticato cantautore che ci ha fatto sorridere, emozionare, rendere tristi per la sua scomparsa, assistere alle lodi postume di tanti detrattori. Anche  quanti l’hanno osteggiato in vita, forse masticheranno amaro, ma dovranno prenderne atto.  Chi ama Califano, grande musicista, lo ritiene un amico, un fratello…..tutto!  La morte, lo sorprende nella sua casa di Acilia, alla periferia di Roma, per un arresto cardiaco il 30 marzo 2013, all’età di 74 anni. Il Califfo, parlando di età affermava: “Mi accorgerò di essere vecchio solo cinque minuti prima di morire”. Tra le sue ultime volontà, quella di essere sepolto accanto al fratello e al nipote, nel cimitero di Ardea. Sulla lapide, come aveva chiesto, campeggia soltanto la data di nascita e la scritta: “Non escludo il ritorno”, titolo dell’omonima canzone con la quale partecipò al Festival di Sanremo 2005. Spirito libero da sempre; era nato “in volo” a Tripoli, il 14 settembre 1938, dove il papà Salvatore di Pagani, era in servizio nell’Esercito Italiano e la mamma Jolanda Ianniello, di Nocera Inferiore, risiedevano da non molti mesi, in seguito nacque, Liliana. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la famiglia rientrò a Pagani dove rimase alcuni anni; in seguito, a guerra conclusa, si trasferì a Roma, dove venne alla luce l’ultimo figlio Guido e dove poco tempo dopo morì prematuramente il padre Salvatore. F.Califano a 19 anni sposò Rita Di Tommaso da cui nacque la figlia Silvia, dalla quale avrebbe avuto la nipote Francesca. Il Maestro Califano Franco è stato sempre osteggiato, invidiato sia per il suo fascino, che per il modo di essere vicino ai disagiati, agli amici sfortunati che non ha mai abbandonato, tanto da patire la gogna della restrizione in carcere, uscendone con due assoluzioni “perché il fatto non sussiste” In questa triste esperienza trovò la forza di comporre l’album “Impronte digitali”. Trasgressivo, umano, ma anche gladiatore nelle avversità, Franco Califano, il grande poeta dell’amore ci lascia un patrimonio di canzoni senza tempo, di valore inestimabile; compositore di tanti famosi monologhi, alternati a canzoni intramontabili di grande impatto emotivo tra cui:“ Tutto il resto è noia”; ”La nevicata del ‘56”, “Minuetto”, “La musica è finita”, “Una ragione di più”, “Un grande amore e niente più”; “E la chiamano estate”; “Semo gente de borgata”; Questo nostro grande amore”; “Un’estate fa” e tanti altri, eseguiti da grandi interpreti. Franco Califano è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Filosofia all’università di New York “per aver scritto una delle più belle pagine della Canzone Italiana”, recita la motivazione. Il Nostro è stato anche poeta, ,scrittore e saggista con opere come “Ti perdo” – “Diario segreto di un uomo da strada”, “Il cuore nel sesso”, “Sesso e sentimento” e “Calisutra – Storie di vita vissuta e casi dell’amore raccontati dal maestro”. Nel 2008 ha pubblicato il libro autobiografico “Senza manette”, scritto a quattro mani con Pierluigi Diaco, a seguire “Un attimo di vita” di A. Gaudino e P. Silvestrini e “Non escludo il ritorno” di Salvatore Coccoluto. È stato interprete di fotoromanzi e attore cinematografico in “Sciarada alla francese (1963)”, “Gardenia, il giustiziere della mala (1979)”, “Due strani papà (1983)” con Pippo Franco, “Viola bacia tutti (1998)” e “Questa notte è ancora nostra (2008)”. La speranza è che l’Amministrazione Comunale di Pagani, dove ancora vivono parenti di Franco Califano, colga l’occasione per intitolargli una strada, una piazza e cancellare un ritardo non più procrastinabile che darebbe la giusta attenzione ad un personaggio straordinario che, nonostante tante vicissitudini, “schiaffi” e delusioni ricevuti per essere diretto, forse scomodo ma mai ipocrita, dotato di grande umanità, ha vissuto il dramma della malattia,della solitudine con dignità, senza piagnistei, sempre alla ricerca della sua tanto amata libertà.