Vaticano: verso il Sinodo, trionfo della famiglia “naturale”

  Rita Occidente Lupo

Il Papa, ieri in San Pietro, ha benedetto le nozze di 20 coppie, estratte a sorte nelle rispettive parrocchie lanciando un messaggio, nell’omelia, fuori dagli schemi romantici: l’amore, impegnativo per chi decide di seguirlo una vita intera. Impegnandosi a condividerlo col proprio partner nell’entusiasmo del sì. Bergoglio ha evidenziato come non siano rose e fiori quotidiani ad accogliere, nello scoccar dei giorni, gli sposi. Le difficoltà, le croci, nella sopportazione spesso anche della diversità dell’altro, lastricanti la scelta matrimoniale. Semplice e diretto, il Pontefice non ha usato mezzi termini, nel calare le nozze di Cana, nella realtà di quanti s’acccostano all’altare nuziale. In vista del Sinodo d’ottobre, che dal 5 al 19 richiederà l’assistenza dello Spirito Santo, per l’opportuno discernimento, in tale materia scottante, fibrillazione tra i porporati. Quella della famiglia oggi, istituzione minata nelle fondamenta. Tra adozioni omo e fecondazione eterologa, divorzio ed unioni di fatto, spesso scivoloni anche sulle parole di Bergoglio: l’invito all’accoglienza ed alla misericordia, inteso come lasciapassare per l’accostamento ai sacramenti dei divorziati ed il placet alle unioni omo. Come l’avanzamento dei tempi, incarnato anche dal successore petrino, rivisitando le pagine evangeliche. Confusione, nel mondo anche cattolico, ancorato al Magistero: linee-guida, per procedere con serenità, anche controcorrente, in un momento in cui i valori spirituali, dilaniati dal materialismo imperante. La paura che ormai le Chiese svuotate, le sagrestie chiuse, annunci la disfatta del Cristianesimo, lancia un flebile Sos: quasi a voler catturare, con l’apertura, creando lacerazioni alla Parola, pur di aver proseliti. Alterando il messaggio cristiano, mentre in altre parti del mondo crollano non solo teste, ma ideologie umane, in nome d’integralismi fideisti. Invece, in Italia, il mondo cattolico  sembra voler assestare la sua cuccia di tranquillità esistenziale, conformandola ai tempi. Voler giustificare il proprio andare, alle mode contemporanee, rinnegando “Chi vuol venir dietro di me, prenda la sua croce e mi segua ogni giorno”, che oltre Duemila anni fa, l’Uomo-Cristo tradusse sul calvario. Il mondo cattolico, ormai sparpagliato, confuso, tiepido nel portare avanti le proprie battaglie, in osservanza alla religione, dimentico di storiche ere di martiri, storce il muso, unendosi al coro di chi un tempo tacciava il Papa emerito, di rigorismo tedesco, dopo aver perplesso salutato un Pontefice straniero, della Chiesa del silenzio, che aveva fatto rumore coi suoi studi già da cardinale di Cracovia. Ebbene oggi, quel mondo cattolico che manda a casa  sbrigativamente pie intenzioni di rinnovamento, bollando di bigottismo chi si sogna di voler alzare l’attenzione su fenomeni contro natura dilaganti, deve capire dove andare. Come andare! La Via, appare nebulosa, in un relativismo della Verità, che non poggia più su cardini universali. In una caduta valoriale, la stessa Vita finisce per essere interpretata e mal vissuta. La sfiducia, il pessimismo, l’incapacità di reggere il passo dei tempi, detenendo fermi principi e valori, fede e speranza, sovrani. Il Sinodo dovrà rinfocolare soprattutto quanti si sentono “pecore in mezzo ai lupi” senza possibilità d’appello. Orfani di condivisione: Papa Francesco dovrà esser chiaro, col mondo intero, affinchè non si offra più il fianco ad equivoci interpretativi. Il gregge cattolico s’assottiglierà ulteriormente? La fronda gay chiederà la risposta alla misericordia, insieme ai divorziati risposati, in attesa di un definitivo okay alla  frequenza sacramentale?  Ancora una volta le parole di Cristo, intramontabili…”Chi vuol venire dietro di me…” senza imposizioni, nella sequela dei comandamenti, per godere la vita eterna, dovranno rimandare ai Comandamenti.

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