Eboli: progetto sviluppo Piana!

La lotta di questi mesi dei lavoratori della PAIF, di quelli della TERMOPAIF, prima ancora di quelli della BTP ex Alcatel,a Battipaglia,  i venti di preoccupazione della Pezzullo ad Eboli, mentre il processo di “Desertificazione Industriale” di quello che solo 15/20 anni fa era uno dei poli industriali più avanzati della intera  Campania, la Piana del Sele , non solo ha già  lasciato sul campo decine di aziende che hanno chiuso i cancelli abbandonando nella disperazione decine di lavoratori e di famiglie, ma ha logorato l’intero tessuto produttivo dell’area ed ha fatto anche venire meno  quei presidi di democrazia che, storicamente, le fabbriche rappresentano; Il 25 febbraio i rappresentanti del mondo agricolo della Piana sono  in assemblea nell’aula consiliare di Eboli per esprimere lo stato di disagio di quello che rimane uno dei punti di forza dell’economia della nostra area, per i suoi livelli di qualità, per l’ampiezza e la fertilità di terreni che ne fanno una delle ultime grandi zone agricole della Campania;  la crisi profonda delle società di Servizi Comunali, sicuramente legata alla situazione economica nazionale, ma accentuata dalle scelte miopi e scarsamente lungimiranti di chi governa le nostre città, e per una gestione tecnica insufficiente se non incapace e asservita al potere politico, oggi mette in discussione in modo reale  il futuro di decine di lavoratori ad Eboli come a Battipaglia, come in altri centri della Piana; la crisi del Commercio nei centri abitati dell’area si traduce nella chiusura di centinaia di attività commerciali, piegate senz’altro dalla portata storica della crisi economica nazionale, ma duramente colpite anche dal sorgere delle grandi strutture di vendite, senza che una classe politica locale, imbelle e priva di capacità di analisi, fosse capace di mettere in campo misure di salvaguardia del tessuto commerciale urbano; l’attacco ai servizi pubblici dei centri della Piana,a partire dalla Sanità con il duro colpo inferto dalle scelte del Direttore Generale dell’Asl,che lede quello che la Costituzione annovera , ancora, come un diritto fondamentale, ” IL DIRITTO ALLA SALUTE”, alla soppressione, fra l’indifferenza generale, della sede staccata del Tribunale di Eboli, ci parla di un impoverimento complessivo della Piana sul terreno della “civiltà”; lo scippo delle infrastrutture della Piana, indispensabili per lo sviluppo dell’intera area: dal Polo Agroalimentare all’Interporto, agli svincoli autostradali nelle zone industriali, da un aeroporto che non riesce a svolgere un ruolo positivo per l’economia della zona alla mancanza dei “momenti” di commercio della nostra produzione alle condizioni pietose in cui versano le arterie stradali che la attraversano, alla chiusura delle stazioni ferroviarie ed ad una metropolitana che non s’inoltra nella Piana, alla mancanza di una qualsiasi  realtà portuale turistica (che sia compatibile con l’ambiente), così che si vede un “vuoto “nel tratto costiero  tra Salerno ed Agropoli, pone con forza il problema della infrastrutturazione dell’area; l’esplodere della vicenda ” Terra dei Fuochi ” ha inferto un colpo durissimo all’economia della Piana che, in mancanza di una tracciabilità del nostro prodotto o di un marchio che lo contraddistinguesse, ha finito per pagare un prezzo altissimo alla sfiducia ed alla paura dei consumatori  insorta verso il prodotto campano, nonostante le condizioni nella nostra area sia completamente diversa; è drammaticamente evidente la fragilità idrogeologica di un territorio che, ad ogni pioggia un po’ troppo insistente, finisce per contare i danni per gli allagamenti e per le frane nelle zone collinari come conseguenze di una cronica incapacità di controllo dell’ambiente o  di fare i conti con una impermeabilizzazione esasperata del suolo; la mancanza di una seria politica di stimolo verso  il turismo non ha consentito il pieno decollo di una fascia costiera di circa 20 Km, da Capaccio a Pontecagnano, che andrebbe opportunamente bonificata, liberata di orpelli edilizi e di pseudo lidi balneari, con il ripascimento delle spiagge (che non si traduca in una serie di ” pennelli”  che corrono il rischio di trasformare il nostro mare in un malsano stagno a causa dell’interferenza con le correnti marine); non solo i nostri centri antichi versano in  stato di abbandono, ma lo sono anche la cultura e le tradizioni delle nostre genti  che  potrebbero rappresentare, davvero,una grandissima opportunità per le nostre terre. Questo ed altro ancora dà l’idea  da un lato delle condizioni drammatiche in cui versa oggi la nostra economia, che ha come immediata conseguenza un processo migratorio spaventoso dei giovani, dall’altro lato  delle potenzialità enormi che quest’area vasta che e’ chiamata Piana del Sele  possiede, fino a potersi candidare, a buon ragione, a svolgere il ruolo di volano motore dell’economia dell’intera regione. Questo quadro drammatico e queste potenzialità enormi, allora, richiedono  un grande livello di mobilitazione unitario dei lavoratori, dei giovani, degli uomini di cultura, degli stessi operatori economici, dei cittadini tutti.   C’è la necessità di mettere al centro del dibattito politico, regionale e nazionale una vera e propria ” vertenza Piana del Sele”, che parta dalle ricchezze  incredibili che questa terra presenta . Questa e’ la sfida che lanciamo alle forze politiche cittadine, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni di imprese, al mondo creditizio, al mondo della cultura, alle associazioni professionali : riuscire a mettere in piedi un progetto per la piana del sele. Per questo rifondazione comunista di eboli e sinistra unita , nell’esprimere la piena solidarieta’ ai lavoratori delle fabbriche che da giorni presidiano i loro stabilimenti e lottano perche’ sulle loro tragedie non cada il silenzio, nell’invitare quei lavoratori a non indietreggiare ed anzi ad unire le loro lotte e le loro forze  perche’ uniti si e’ piu’ forti, lanciano una proposta : la “costruzione” di un appuntamento  di valenza  regionale, in cui le analisi di tutti questi elementi di crisi  possano trovare spazio e dignita’ e le “parziali” soluzioni  possibili  possano confluire in un grande progetto di sviluppo dell’intera  piana del sele, la cui realizzazione non puo’ essere piu’ rinviata! Nella costruzione di questo appuntamento non escludiamo nessuno! A noi interessa arrivare,ed a questo lavoreremo nelle prossime settimane, ad un momento in cui tutti, operatori economici, operatori creditizi, forze sindacali, imprenditori, mondo della cultura, organizzazioni ed associazioni professionali, mondo delle istituzioni, forze e movimenti politici, semplici cittadini, possano confrontarsi ponendo al centro di tale confronto il futuro della Piana del Sele !

Rifondazione Comunista                                       Sinistra Unita