MariaRosaria Caracciolo di Torchiarolo: sangue blu sul set

Rita Occidente Lupo

Scelte convinte, quelle che bypassano dictat e stereotipi. Voltando le spalle anche a convenzioni sociali, che rischiano di lanciare strali di frustrazione. MariaRosaria Caracciolo di Torchiarolo, residente da lunghi anni a Roma, a Salerno per eventi culturali che sta cantierizzando con il Teatro delle Arti. Il suo ruolo mediatico, non sfugge. Proprio nell’ambito del Premio Charlot, un Premio Speciale per ten agers, voluto in qualità di direttore artistico, per incentivare ed encomiare giovani talenti. Quelli che alleva per generazioni e che lasciano l’orma nel tempo ai familiari. La sua tempra volitiva, dietro gli occhiali alla Lina Wertmuller, si lascia andare ad un tratto di vita, che non esita a dichiarare vincente: assecondando scelte di cuore. Andando contro chi la voleva in altro ramo. ” Ho sempre amato Salerno- rivela- città elegante, dalla Divina insuperabile, pur essendo partenopea doc. Stimata la pecora nera- aggiunge con qualche ruga d’ironia- per quella determinatezza nel voler perseguire la mia inclinazione naturale, presi un giorno la valigia, drizzandola verso la Capitale. La mia, tanta voglia di approdare al set, dopo la conoscenza indiretta, tramite la fidanzata di mio fratello Giuliano, poi deceduto prematuramente, figlia della protagonista della Ciociara, Eleonora Brown. Di qui il mio intraprendere un mondo, che mi ha permesso d’entrare in contatto di grandi personaggi, quali Carlo Dapporto. Fu la Wertmuller a chiedermi spettacoli per ragazzi, dopo le applauditissime puntate di fiction che, con mio marito Guglielmo Mario Pricolo, portammo avanti. Molti di quei bambini, protagonisti in erba del “io speriamo che me la cavo”. Ho sempre tentato di creare un clima familiare nel mio ambiente sul set. Le produzioni che vantano il mio marchio, nutrite: come i protagonisti, che girano ormai tante fiction, da “I Cesaroni” al “Medico in Famiglia”. Diciamo che nel laboratorio teatrale, condotto con Ugo Bentivenga per 4 anni, nota spalla di Massimo Ranieri, allenato anche l’orecchio musicale. Le mie due scuole, Junior Musical School, a Roma ed a Salerno, quest’ultima presso Pina Testa, mi  gratificano enormemente. Nessun rimpianto: costantemente in movimento. Certo, il cognome blasonato, d’aiuto in talune circostanze. Mio padre, Luigi, vice questore di Napoli, mio nonno sindaco di Napoli, mia madre marchesa Ida Desmoours, francese, mia nonna principessa Giulia D’Aragona Pignatelli, non negano il mio sangue blu. Ma francamente, questo non l’ho mai vissuto come un distinguo sociale: resto una bambina, con la semplicità ed i sogni! L’entusiasmo per la vita, non scema ed anche con mio marito, al quale mi legano sogni e progetti, mi ritrovo ogni giorno a condividere nuove esperienze soprattutto verso l’infanzia, nella quale m’identifico, forse perchè quell’amore che nella vita mi è stato negato a lungo, cerco di donarlo a chi può avvertirne l’esigenza, anche senza chiederlo! Anche con Guglielmo, un incontro singolare. Argentino, vincitore dell’Oscar per la scherma, mentre a Maradona andava quello per il calcio, in Italia per allenarsi. Per caso il nostro incontro, mentre allenava giovani schermidori. Fu subito empatia e da allora, la nostra unione ha brindato alle nozze d’argento!  Abbiamo un figlio in seminario in Spagna, adottato internazionalmente, che si somma agli altri quattro che avevo. Girandomi indietro davvero mi sento appagata dell’oggi, anche con i miei capelli sbarazzini biondi: non ho proprio voglia di mollare il mio lavoro, che amo da sempre nè di lasciar andare opportunità talentuose per tanti giovani, a caccia della propria buona stella! La mia profonda fede, che mi ha sempre scortata in tanti anni, punto di riferimento costante. Mi auguro che amministratori intelligenti possano sempre ulteriormente incentivare la cultura, che rischia il collasso, per fondi anoressici.”