L’Impresa Italia

Giuseppe Lembo

Ci sono ancora ragioni utili e convincenti per investire in Italia? Quali gli attrattori possibili? Ha funzionato e funziona la ricerca? Ha funzionato e funzionano gli adeguamenti formativi e nei sistemi di produzione? Ha funzionato e funzionano le localizzazioni d’impresa? Purtroppo tanti sono gli esempi sbagliati soprattutto al Sud, dove inutili cattedrali nel deserto, rappresentano dei veri e propri cimiteri industriali che, in tutta la loro drammaticità, stanno a testimoniare scelte sbagliate, il simbolo di un disastro annunciato, assolutamente evitabile. E più oltre, c’è da chiedersi quale sia stato ed ancora è il ruolo formativo e di orientamento della Scuola italiana, purtroppo, distrattamente indifferente a questo mondo che deve avere necessariamente le sue radici formative e di cultura dinamica del lavoro, proprio tra i banchi di scuola, un’officina importante non solo delle idee, ma anche del fare. L’impresa italiana nonostante le sue buone tradizioni manifatturiere, è bene dirselo, non sta in buona salute e non promette niente di buono per il futuro del Paese. Per nostra fortuna ancora possiamo contare su delle eccellenze produttive soprattutto in produzioni care al mondo, che riguardano il made in Italy, per quello che rappresenta in genialità produttiva, in qualità ed in gusto, una ricchezza della genialità e della buona Terra italiana. È necessario studiare a fondo l’impresa Italia; è necessario liberarla dalle sue tante inopportune sofferenze e pensare in modo nuovo ad un futuro diverso. È necessario apparire credibili come Italia che produce, attivando quei necessari investimenti stranieri che non ci sono più; che si evitano e ci evitano perché non si fidano più di noi italiani. Basta guardare com’è stata ridotta la nostra compagnia di bandiera; l’Alitalia è ormai in una crisi profonda ed irreversibile; basta guardare le ferrovie e le poste italiane ormai in mano privata con l’obbligo sempre meno concreto di garantire il servizio pubblico; siamo di fronte ad una vera e propria tragedia italiana sia nei trasporti che rendono avventuroso viaggiare in treni soprattutto locali, che non sono assolutamente parte delle “eccellenze” italiane così come nelle poste hanno ormai cancellato la presenza di un servizio pubblico nell’Italia minore che un  tempo, si riconosceva e si affidava interamente ad esso, considerato un simbolo di insieme italiano che per lungo tempo ha conservato il risparmio italiano di grandi sacrifici. Nel sistema produttivo italiano,  purtroppo, tutto ma proprio tutto, va male. Occorre un attivo processo di moralizzazione; occorre che la politica padrona riduca il suo strapotere nel sistema Italia agendo con un fare spregiudicato per cui anche le situazioni più illecite diventano situazioni lecite e necessarie. L’Italia, il nostro Paese, pezzo dopo pezzo va smontando il suo sistema produttivo ed insieme al sistema produttivo, anche l’economia del mattone, ormai precipitata in una crisi profonda, mettendo in ginocchio tutto quel collegato produttivo al collasso e senza speranza di futuro.

 

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