«Fare sistema per favorire sviluppo Cilento, parola d’ordine, coesione»

«Sono un territorialista e da sempre difendo il Cilento perché è contraddistinto da un turismo diverso. Siamo i primi per enogastronomia, turismo religioso e accoglienza ma il problema delle nostre zone è che mancano politiche integrate». Con queste parole Pasquale Sommese assessore al turismo della Regione Campania ha aperto presso Palazzo de Vargas, a Vatolla, il convegno “Turismo Cultura e Ambiente: una rete per lo sviluppo sostenibile del Cilento” – Azioni programmatorie verso la politica di coesione 2014/2020. «E’ necessario, specie per i piccoli comuni – ha detto Sommese – fare rete affinché tutti compiano una pianificazione strategica per creare sviluppo. In molte zone della Regione Campania lo sviluppo turistico non è collegato ai beni culturali, per questo gli scavi di Pompei o la Reggia Caserta, che dovrebbero creare grosse opportunità di lavoro e di sviluppo, non decollano perché non fanno rete, mancano di condivisione. In questi posti le Soprintendenze sono chiuse in sé stesse e vivono nella loro solitudine, senza mai parlare né con il sindaco del proprio paese né con la Regione. Bisogna uscire da questo stato di chiusura e creare pianificazione strategica». «Sono – ha precisato – per un decentramento spinto verso le autonomie locali, c’è bisogno di creare unione di comuni per poter mettere tutti insieme in campo politiche di integrazione e coesione. Questo deve essere operato anche per uscire dalle criticità riscontrate nelle progettualità degli anni scorsi. Dobbiamo fare una programmazione seria tesa a capire che le zone interne del Cilento sono una risorsa. Serve mettere in campo politiche integrate per sfruttare questi musei a cielo aperto affinché si crei sviluppo sostenibile e reddito». Il sindaco di Perdifumo, Vincenzo Paolillo come Carmine D’Alessandro, presidente del Gal Cilento Regeneratio e sindaco di Magliano Vetere, hanno posto l’accento sullo spopolamento che sta interessando da tempo i territori interni del Cilento. «Il Gal che presiedo – ha affermato D’Alessandro – comprende 38 comuni, 3 comunità montane e 5 unioni dei comuni. Alla soglia della programmazione 2014-2020 non è più tempo di camminare ognuno per i fatti suoi ma piuttosto di sederci attorno ad un tavolo per creare qualcosa di positivo per il territorio, remando tutti verso un obiettivo comune. Questa per il Cilento è l’ultima occasione per risollevarsi, e la Regione deve darci una mano volgendo maggiore attenzione ai nostri progetti e ponendo in essere dei correttivi con regole meno severe e una fiscalità avvantaggiata per i nostri territori che stanno morendo». Per Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione “G. Vico” «bisogna creare delle occasioni di sviluppo, che producano reddito, per fare in modo che i giovani non vadano via dal Cilento. Vanno bene i vincoli ma devono essere accompagnati anche da possibilità di sviluppo. Questo solo può salvare dallo spopolamento che è attivo nelle zone interne. Ai sindaci dico di non fare repubbliche a sé ma essere uno per tutti, tutti per uno affinché questo territorio sia ben riconoscibile ovunque e non sia più il Salento ma il Cilento». Secondo Mauro Inverso, vice-presidente del Gal Cilento Regeneratio, «la Regione Campania deve far sì che il Cilento venga seriamente preso in considerazione attraverso finanziamenti e progetti concreti. Si parla tanto di turismo ma il Cilento continua ad essere la Cenerentola d’Italia». A nome delle banche di credito cooperativo del territorio, Lucio Alfieri, presidente della Bcc dei comuni cilentani, ha affermato «Sono qui presenti 5 istituti operanti sul territorio che investono più di 1 miliardo di euro all’anno. L’obiettivo è fare squadra, se ci diamo una mano lo facciamo per noi perché i soldi che investiamo rimangono sul territorio, per il bene di tutti». Antonio Radano, sindaco di Stella Cilento, ha chiesto a Sommese che «si ponga fine alla richiesta di pareri a Parco e Soprintendenza» definite «forche caudine». Radano ha poi chiesto un treno veloce che arrivi nel Cilento interno: «Non chiedo l’alta velocità – ha affermato – ma almeno un treno veloce che da Salerno arrivi nelle zone del Parco». «Abbiamo tante responsabilità – ha affermato Franco Alfieri – ma dirci che non facciamo rete non è vero. Qualche esempio sono i Gac, Gal, Patto dei sindaci, Unione dei comuni, ecc. . La verità è che noi ci dissanguiamo a fare progetti ma troppo spesso il destino degli stessi è nelle mani del funzionario di turno che fa dipendere l’approvazione o meno dall’umore del momento. Il nostro partito è il territorio, visto che ho motivo di essere risentito con il mio partito per questioni legate al mio territorio (esplicito il riferimento all’ospedale di Agropoli in cui Alfieri ha più volte espresso la mancata vicinanza della politica a risolvere un problema che è squisitamente politico). Ma ci troviamo in una deriva che fa paura – ha concluso – siamo trattati peggio dei cittadini del Congo».