Pietà per il royal baby!

Giovanna Bergamasco

Le attese sulla nascita del pronipote della regina Elisabetta hanno toccato un tale parossismo da coinvolgere addirittura scommesse sul giorno in cui verrà al mondo e sull’ancora sconosciuto sesso del nascituro. Ha fatto bene perciò Kate, l’augusta sposa del Principe William, a tagliare la corda e rifugiarsi nella casa dei suoi genitori. A questo punto sarebbe forse necessario fermarsi a riflettere su come sia possibile che oggi, nella realtà attuale che ci attanaglia per la povertà ormai grave che  ha colpito tutti i paesi, compresa la fascinosa America di una volta; le guerre che imperversano dappertutto portando lutti e distruzioni; le carrette del mare che trasportano disperazione e miseria di coloro che fuggono da tragedie di violenza inaudita alla ricerca di una emblematica “terra promessa” :  ebbene, non è forse eccessivo focalizzare l’attenzione sulla nascita di un bimbo quando problemi gravissimi sono divenuti una specie di cancro che non dà pace? Nell’ottica della situazione che si vive attualmente in tutto il mondo, sembrerebbe dunque ottusa e anche piuttosto ridicola tale morbosa attenzione  mentre sarebbe necessario lasciare in pace questo bimbo che, ancor prima di nascere, viene caricato di attese pressanti da parte di tutti, per regalargli invece un poco di serenità e di vita normale in questa realtà dura nella quale si troverà a dovere fare i conti e che ha il sapore amaro di una guerra. E  a proposito della guerra, guardando un poco oltre il dato attuale e tornando indietro ai tempi infausti della storia passata, non possiamo fare a meno di ricordare che molti bambini furono concepiti proprio nelle angustie di momenti difficili, per quel bisogno fortissimo di sopravvivenza che spinge a cercare la vita quanto più si è assediati dalla miseria, dalla disperazione e dalla paura della morte. L’attualità di un oggi demoralizzato e afflitto rende invece molto più problematica l’idea di mettere al mondo dei figli ed è forse per tale ragione se dilagano la curiosità e anche – perché no? – una tenue innocente invidia nel volere partecipare all’attesa dei figli degli altri, meglio ancora se personaggi famosi o addirittura di lignaggio regale. E’ come se si tornasse a essere tutti un poco bambini nell’atto di aprire un libro della “Scala d’oro” quando, anche allora, leggendo le storie di principi e principesse si dimenticava la realtà del momento che non sempre somigliava a una favola.