Cara Mara, ti scrivo….

di Rita Occidente Lupo

Cara Mara ti scrivo, non per mero vezzo mitomane. Non avrebbe senso, per una giornalista come me, che vive tale professione l’intera giornata, cercando di prestare servizio all’informazione, scrostata del superfluo, laddove possibile. Per interpretare le attese dei lettori. L’iniziativa di vergarti poche righe, dettata dalla sola comunanza d’episodio, in un autentico spirito di solidarietà. Purtroppo, da direttore responsabile di un quotidiano on line, vivo il web anche ad ora tarda, quando il sipario di certe misture, sfuma ed il palcoscenico della fiction, si congeda in buon ordine, per il riposo notturno. Proprio in tale silenzio, m’accorgo di quanta pochezza alligni anche dietro la maschera “virtuale” di certi benpensanti del nostro tempo. L’anonimato, sempre una sfida al coraggio delle proprie azioni ed idee, non osando fino in fondo autografare il proprio pensiero ed il proprio sentire. Ma pare proprio che tale “dote”, non appannaggio di comuni mortali, a caccia d’autenticità, anzicchè di occasioni opportunistiche da cavalcare, in via d’estinzione. La foga di chi si sente protetto dal web, non osando uscire a viso scoperto nell’affrontare amici e nemici, impazza con scarsi controlli. In tale traiettoria virtuale, alle donne una fetta amara da gestire: specialmente se in vista o “scomode” per le loro battaglie! Tempo fa, continui attacchi alla mia persona, sempre più insistenti, al punto da lasciarmi, tra i commenti del giornale, un deciso “Avrò pace quando ti avrò distrutta!” A quel punto mi rivolgersi alle Forze dell’ Ordine, offrendo ogni sorta di segnalazione utile all’individuazione dell’anonimo stalker in rete! Il resto, ancora noto a chi mi è accanto ogni giorno in redazione! Sul telefono cellulare, non venne meno qualche messaggio di mera cattiveria, eufemisticamente parlando, nel tentativo di farmi desistere da qualcosa che stavo portando avanti, ma soprattutto da una linea che andavo seguendo. Purtroppo, la cronaca rimanda cotidie fatti raccapriccianti che, oltre al femminicidio, ascrivono protagonista anche la scarsa integrità mentale. Poi, col caldo, ancora di più la materia grigia, che “galleggia a malapena”, in certe scatole craniche, si surriscalda, con tutte le conseguenze del caso. Mettiamola così, per non dire che a volte, certe imprese costruttive, ostracizzate inevitabilmente in ogni modo, da chi opta per l’ariete, anzicchè per il cemento edificante! Mi rendo conto che gli onori, più leggeri degli oneri: e che chi ha un carico di responsabilità civile, deve fare i conti con il mondo circostante. In primis con la propria psiche, anche se abiurata quando stride. Ma a sera, sull’ultimo riverbero del giorno, prima di crollare tra le braccia di Morfeo, con o senza un segno di croce per il riposo notturno, ognuno sa di dover arrendersi all’ombra. Non più con la propria maschera siliconata, ma con quella coscienza che anche a notte fonda, giammai siede beffarda in panchina!  Per certi “bulli”, dal vezzo dell’originalità paesana, la più autorevole risposta davvero la dantesca noncuranza…coniugata, ovviamente, a quella della tutela personale, suffragata dalle Forze dell’Ordine!  Coraggio, non sei sola!

Rita Occidente Lupo