22 maggio: Santa Rita

Francesca Martire

Oggi, 22 maggio, è Lei che si festeggia, Santa Rita, meglio conosciuta come la patrona dei casi impossibili. Grande è la devozione che ad ella rivolgono i fedeli che si recano numerosi a Cascia o in luoghi dove il suo culto è molto sentito. Tra questi vi è la cosiddetta “Cappella Starace” sita a Vico Equense, in Via Filangieri, visitabile solo al mattino dove ogni giorno viene recitata la Santa messa tra le 8.00 e le 9.00. Il nome del sito è legato, tra l’altro, ad un’importante figura religiosa, quella di Maria Maddalena della Passione ovvero Costanza Starace, ritenuta autrice di diversi episodi miracolosi riconducibili a guarigioni prodigiose ed alle sue stimmate. Anche lei, come Rita, condusse un’esistenza di sacrifici. La Santa di Cascia, infatti, andò per volere dei genitori in sposa alla giovanissima età di 15 anni, quando, in realtà, già sentiva dentro di sé il desiderio di farsi suora. Un matrimonio difficile, quello di Rita, dal quale vennero alla luce due figli che, si narra, morirono affinché non si dessero dalla malavita. Il marito della Santa venne infatti ucciso e i figli avevano tutta l’intenzione di vendicarlo: potenza che non si tramutò in atto grazie alle preghiere della madre che preferì, paradossalmente, vederli salvi e “in pace eterna” piuttosto che assassini o assassinati. Ecco perché, tra i simboli a lei legati troviamo la rosa rossa, segno di sacrificio ma, al contempo, di speranza nella risoluzione dei casi difficili se non impossibili. La tradizione attribuisce, infatti, proprio il detto fiore ad un aneddoto secondo il quale la Santa, prima di morire, chiese alla cugina di recarsi in pieno inverno nell’orto; qui quest’ultima, con suo grande stupore, trovò una rosa rossa fiorita tra la neve. Altro segno legato alla donna è la spina che ella portò in fronte per ben 15 anni e che le causava continui sanguinamenti, simbolo del grande sacrificio che ella compì e che la avvicinava al calvario vissuto da Cristo.