Salerno: guardie WWF, testa cinghiale pendente da albero

Le guardie WWF di Salerno poco dopo la mezzanotte si mettono in viaggio, zaini alle spalle, per Atena Lucana.  Si ritorna, per la seconda volta su un appezzamento di terreno su cui sono stati segnalati dei lacci per la cattura illecita degli ungulati. Ci sono ancora, fortunatamente ancora armati, non c’è stata ancora nessuna vittima, siamo arrivati in tempo, pensiamo. Ci si nasconde per qualche ora. Aspettiamo che il proprietario del terreno venga a controllare le sue “trappole”. Appostamento infruttuoso, a malincuore si esce allo scoperto per bonificare l’area, proviamo a limitare i danni e continuare i giri di controllo. Ma proprio durante la fase di bonifica viene rinvenuta una testa di cinghiale, una macabra scoperta. Quando credi di aver visto tutto, ancora ci si sorprende. Non è bastato il nostro primo intervento, il soggetto continua incurante la sua illecita attività. La testa dell’animale è appesa ad un gancio metallico e, lo stato di putrefazione, lascia intendere che sia lì da pochi giorni. Il resto del corpo, molto probabilmente è stato portato presso l’abitazione, per essere macellato.“ I lacci sono armi crudeli, i malcapitati animali muoiono tra atroci sofferenze. E non dimentichiamo che queste trappole non sono selettive, ossia qualsiasi animale si trovi in uno di quei passaggi obbligatori, può rimanervi bloccato, anche gli animali d’affezione. Un metodo vigliacco per catturare qualsiasi animali si trovi a tiro E non sono poche le notizie di cronache che riportano di cani o, anche cinghiali, che sono riusciti a liberarsi dai lacci che però conficcatisi nella carne continuano la loro triste funzione. ” queste le prime parole della guardia WWF Marco Mancinelli, venuto da Ancona in occasione del Campo Antibracconaggio.  “Esiste una normativa ben precisa che vieta l’utilizzo di lacci e di trappole per cacciare gli animali – precisa Antonio Manzo, del nucleo WWF di Salerno – purtroppo però ancora troppo poco punitiva. Non si riesce ad infliggere un danno economico considerevole ai bracconieri, per cui questi soggetti senza scrupoli continuano a delinquere. Le pene non servono da deterrente, a queste persone “conviene” continuare a non osservare le regole.”