La nuova Italia

Giuseppe Lembo

L’Italia, anche rispetto al suo passato prossimo, è fortemente cambiata. Parlando di nuova Italia, si pensa naturalmente e funzionalmente ad un Paese nuovo; ad un Paese cambiato, capace di garantire la democrazia ed il futuro della sua gente.  Di nuovo non c’è niente; c’è solo il vecchio, il vecchio lacerato e compromesso dell’Italia di un tempo che non c’è più e che non rigenerandosi, ha lasciato ovunque un vuoto profondo; ha lasciato un’Italia ammalata, fortemente annebbiata ed assolutamente incapace di agire e reagire per rigenerarsi e diventare, come nelle attese della gente, nuova per dignità, per valori, per impegno umano e sociale, per cultura ed umanità, dando di sé,  un’immagine di Paese virtuoso e solidale, capace di capire gli altri scoprendoli ed adoperandosi per il raggiungimento del bene comune. Tutto questo, purtroppo, non c’è. Non c’è il nuovo sperato; c’è solo e sempre più, un’Italia confusa e lacerata, pronta al suo interno a lotte mortali degli uni contro gli altri. La politica italiana, è fatta di una casta violenta del tutto per sé; ogni giorno, ogni ora agisce con lo spirito circense dell’annientamento dell’avversario. Oltre a tutto questo si vive nella condizione di un presente padrone della scena, non permettendo, soprattutto ai giovani di pensare ad un futuro possibile. In quest’Italia sempre più contesa si respira un’aria fortemente avvelenata; è resa irrespirabile.  Unitamente alla politica padrona c’è la casta, fatta dei tanti privilegiati burocrati dello Stato che pensano egoisticamente solo per sé e sono assolutamente indifferenti ai mali d’Italia ed alle sofferenze degli italiani il cui grido di dolore e sempre più inascoltato.  È opinione comune che ogni decisione o scelta politica avvenga sulla spinta e per effetto dell’inciucio. L’inciucio è per tutti gli italiani il fratello gemello dei misteri d’Italia che hanno un percorso non tanto alla luce del sole, ma prevalentemente sotterraneo e misterioso, dal grande pubblico italiano immaginato come complotto, come guerre infinite dei lunghi coltelli che possono avere una loro fine solo con la violenta eliminazione di chi sta dall’altra parte ed è come tale un nemico da eliminare. Siamo nel nostro solo apparente pacifico Paese ad un’idea della democrazia ispirata alla lotta; è radicalmente fondata sul concetto dell’ostilità ed ha per protagonisti i guerrafondai, ben individuabili nei tanti politici di professione che a vita si rinnovano da una legislatura all’altra, non cambiando mai, in quanto hanno occupato in modo ingombrante la scena, sempre più a protagonisti unici. La democrazia italiana contrariamente a quel che dovrebbe rappresentare e che di fatto è altrove, non ha le piazze del confronto e/o dei saperi, ma le armi circensi dei circoli mediatici, dove permanentemente si demonizzano gli avversari fino all’eliminazione finale che, può anche non essere fisica, ma è certamente di totale smascheramento e di sbugiardamento per un inevitabile percorso finale di avversario, morto che cammina, prossimo alla fine, perché così ha deciso chi intende crocifiggerlo, per toglierselo di torno. Perché ci governa una classe politica assetata di privilegi con a disposizione benefici di ogni tipo, ad esclusivo vantaggio del solo mondo politico e della casta che comprende l’intera società borghese italiana, sempre più ostinatamente assetata di privilegi e sempre più attenta a tessere inciuci ed a costruire percorsi e tele oltre i limiti della democrazia e della legge, con situazioni di vere e proprie collusioni sia con i poteri forti che con la disumanità del malaffare, oggi i veri ed unici padroni del mondo.