Vico Equense e la zampa del diavolo

Francesca Martire

Molti l’hanno vista, molti altri l’hanno toccata, alcuni addirittura l’hanno segnalata. Attualmente, però, sembra sparita. Stiamo parlando della zampa del diavolo, cosiddetta giacché legata a tradizione indigena. La realtà, comunque, ci conferma che tale segno esisteva. Si trattava di un’impronta a tre dita, molto singolare e mai addebitata esattamente a qualcosa o qualcuno in particolare. Ecco perché, da sempre, il fenomeno ha suscitato curiosità. La discussione in merito si è riaccesa in seguito alla conferenza avvenuta il 18 aprile u.s. alle ore 10.00, presso la Sede del Museo Mineralogico Campano di Vico Equense incentrata sulle recenti scoperte circa il cucciolo di Scipionix Samniticus ritrovato nel 1980 a Pietraroja (Benevento). Partendo dalla storia del piccolo, denominato “Ciro” da studiosi del calibro di Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia naturale di Milano, si è analizzata l’eventuale presenza di fossili di dinosauro nell’ ambiente della Penisola Sorrentina. Indi si è costatata l’analogia tra i pesci fossili ritrovati a Capo d’Orlando, nei pressi dello stabilimento balneare del Bikini sito sulla S.S. Panoramica, e quelli rinvenuti nell’apparato digerente del baby carnivoro. Ecco perché l’ipotesi della presenza di resti fossili di dinosauro sul territorio sembra avvalorata.  Di qui la forte credenza che l’impronta sopramenzionata, sita nella località montana Faito di Vico Equense, altro non sia se non un’orma lasciata da un dinosauro. Attualmente, purtroppo, ciò non è costatabile da vicino, giacché il reperto sembra essere svanito. Di certo, però, svanito non è il suo ricordo che continua a suscitare interesse nel cuore di esperti e curiosi.