Elisabetta Busiello “Amore… tra sogno e realtà”

Claudio Di Mella

Si tratta di un libro di 44 pagine, comprese le quattro di copertina e la pagina di rispetto, consta di una introduzione, concentrata e intelligente, e si compone di una serie di racconti con  diversi protagonisti, che, però svolgono lo stesso filo del racconto. Il tema è l’amore, che si accende rapidamente e rapidamente sfiorisce. Le donne protagoniste sembrano prese anima e corpo da questo sentimento dell’anima e credono di avere conquistato il vero amore, ma col tempo, dopo di avere contratto matrimonio e di essere rimaste insieme con i mariti per circa venti anni, si vedono abbandonate e precipitano nello sconforto. Particolarmente significativo per il racconto che si intitola: “Lacrime per un uomo mammolo”. Si tratta di questo: Adalgisa, ragazza di 18 anni, bella, colta, portamento regale e tanti corteggiatori. Un giorno conobbe Luciano, che le sconvolse molti anni della sua vita. Fu amore a prima vista. Luciano parlava spesso di matrimonio, ma non ne parlava mai ai suoi genitori e la stessa cosa pretendeva che facesse Adalgisa, poiché secondo le usanze dei tempi, doveva prima laurearsi e poi pensare a fidanzarsi. Un giorno, però, Tilde, la madre di Luciano, passando per un viottolo, sorprese i due innamorati abbracciati ed emise un urlo che fece tremare loro e i passanti. Luciano promise alla madre che non avrebbe più frequentato Adalgisa. Lei però non si arrese e continuò a cercarlo nei bar ed in altri luoghi da lui frequentati, ma fu inutili. Sicché decise di presentarsi a casa di Luciano, ma la madre le chiuse la porta in faccia. Così a lei non rimase che tornare a casa propria in lacrime. Luciano le voleva bene, ma non  aveva il coraggio di ribellarsi alla madre. Quando tutto sembrava finito, i due innamorati si rividero ad una festa di Santa Maria a Castello. Adalgisa vide Luciano e gli si stava accostando, ma quand’ecco che da una bancarella spuntò la signora Tilde, che si frappose fra i due, proibendogli di parlare. Adalgisa rimase senza parole, ma vide un microfono nelle vicinanze, lo chiese in prestito e organizzò un discorso: “amore grandissimo, ma tenero mammolo, tu non hai saputo riconoscermi fidanzata davanti a tua madre ed il mio cuore non riconosce più te. Oggi esco dalla tua vita per sempre”. Ci sono altri racconti, interessanti per le trame, per la brevità e per i sentimenti che esprimono. Mi limito a ricordare la vicenda di Marisa che, stanca di vivere nel piccolo paese, decise di lasciarlo per recarsi altrove e cercare di vivere una vita meno grama. Lì incontrò un giovane aitante, bello e leale. Fu subito innamoramento e passione violenta, come spinta da un vento impetuoso, poi subentrò la risecca, senza lasciare crepacci e strascichi, senza recriminazioni, così; come dopo una giornata di sole si fa buio e il cielo si oscura. Nell’animo della donna però era rimasto vivo il ricordo nostalgico del suo paesino e un giorno decise di tornare. Nel paese riprese la vita di prima, povera ma spensierata e gioiosa, rivide i luoghi della sua fanciullezza; rivide scorrere il torrente sul cui greto, da ragazza, era andata a fantasticare; la chiesina pulita e la piccola stazione. Tutto era come prima, però erano cambiate le strade, in quanto asfaltate; l’illuminazione era al neon, le case intonacate, segno di un certo benessere, anche la chiesa era rimasta la stessa e lì tutto il paese si recava a pregare. Era un punto d’incontro e di amalgama della gente. Proprio mentre si trovava nella chiesola del paese a lei ben nota da quando era bambina, le giunse una lettera da Ajaccio. Era del suo antico fidanzato Felice, che le confidava che gli era morta la moglie; che i figli erano tutti sistemati, e che si sentiva vecchio, stanco e solo. Aggiungeva che non era mai stato capace di dimenticare Maria, nel cuore della quale si risvegliò l’antica fiamma. Poi la corrispondenza si infittì tra i due, al punto che le loro vite si unirono per il futuro, coronando finalmente quello che era stato il loro sogno lontano, perdutosi tra le nebbie di Parigi. Così i due anziani innamorati si mostrarono in giro per il paese, tenendosi per mano trepidi come due scolaretti, anche se i loro capelli, divenuti ormai radi, non erano più quelli di una volta.