Chi è causa del suo mal…

Angelo Cennamo

 Ha ragione Barbara Palombelli, che dalle colonne del Foglio decreta la fine del giornalismo di opinione : gli editorialisti della grande stampa non incidono come una volta sul voto popolare, non lo condizionano. Non orientano più le masse verso questo o quel partito con la stessa autorevolezza di un tempo. La comunicazione è cambiata : l’approfondimento cede il passo al tweet e all’informazione rapida. E così, cari Scalfari, Feltri e Calabresi, le vostre belle articolesse rischiano di trasformarsi in eleganti vaniloqui di stili, letti e commentati solo da pochi cultori : il “Five million club”, scriveva Beppe Severgnini ( cito Severgnini, tanto per rimanere in tema). Il Movimento 5 stelle non ha avuto bisogno di sponsor nè di testimonial dall’alto lignaggio culturale per imporsi alle ultime elezioni politiche. I grillini sono un agglomerato umano apparentemente trasversale, fatto di persone comuni, provenienti dalla cosiddetta società civile. Vengono reclutati sul web con procedure diciamo pure “easy”, tra una popolazione perlopiù giovanile. Ci trovi il magazziniere di Gubbio, la casalinga di Voghera, magari accompagnata dalla figlia, l’idraulico di Busto Arsizio e lo studente di Perugia. Ma anche l’avvocato di Cremona, l’ingegnere di Molfetta e la professoressa di Palermo. Insomma, il panorama è variegatissimo, e se la competenza non è proprio la loro migliore credenziale, si tratta pur sempre di persone perbene, dal certificato penale lindo e immacolato. Bastasse quello! Con i suoi 108 membri eletti, quello dei grillini, chi l’avrebbe mai detto, è il primo partito italiano per numero di seggi alla Camera dei deputati. La dimensione del suo successo elettorale, sottostimata anche dai migliori sondaggisti, è stata tale da compromettere lo schema bipolare del porcellum, e da consegnare il Parlamento ad una condizione di assoluto stallo, l’indomani della fallimentare esperienza del governo tecnico. Uno dei capisaldi del programma grillino è infatti la totale indifferenza ad accordi ed alleanze con questo o quel partito, di destra o di sinistra che sia. Il sistema, dicono, è marcio e va rifondato : via tutti e largo al popolo, senza mediazioni istituzionali! Di fronte ad una simile impostazione, ultimamente corredata e rafforzata da una serie di improperi da cabala napoletana,  il Pd, che in Bersani ha creduto di trovare un leader, non ha alcuna possibilità di imbastire una maggioranza che non prenda in considerazione il Pdl. Per la sinistra è vero un guaio. Ma un guaio che però poteva essere evitato in almeno due occasioni. La prima, quando meno di un anno fa Berlusconi aveva proposto l’introduzione del presidenzialismo alla francese col doppiuo turno. La seconda, quando alle primarie gli elettori hanno preferito al giovane e brillante Matteo Renzi, il solito apparato tardoberlingueriano di Bersani e Rosy Bindi. Verrebbe da dire : chi è causa del suo mal….    cennamo.angelo@tiscali.it   

 

6 pensieri su “Chi è causa del suo mal…

  1. Scusa: non è l’APPARATO che vota alle primarie, è la gente. La gente NON ha scelto Renzi. Anzi, quello che tu chiami “l’apparato” ha cambiato il regolamento per far partecipare Renzi. Il quale ha regolarmente (mo ce vo’) perso.

    Quanto a Berlusconi: ci manca solo che si possa eleggere il presidente della Repubblica a furor di popolo, così domani mattina ci troviamo Beppe Grillo (o la casalinga di Voghera) presidente della Repubblica.

    I grillini: si deve vedere quanto siano incorruttibili. In Parlamento girano molti soldi, ma niente niente a qualcuno venisse in mente qualche compravendita di precari?

  2. Bersani ha le ore contate. Il Pd finirà nelle mani di Renzi, che, oggi, non vuole pugnalare alle spalle il suo rivale, ma che tra non molto vedrà passare il suo cadavere lungo il fiume. La differenza tra un leder vero (Renzi) e un segeratrio del Pci ( Bersani) si vede anche da questo : il primo se ne infischia di Grillo, il secondo lo insegue, nonostante gli insulti ricevuti.

    1. Angelo, Bersani farebbe un passo indietro molto volentieri, quindi da questo punto di vista non vedo alcun problema.

      Ah, vedi che ci sono stati segretari del PCI molto (ma molto) più carismatici di Renzi. 😉

      1. Altra cosa da dire: Bersani ha capacità di mediazione politica che Renzi non ha, e difatti il progetto di Bersani era quello di federare Vendola, il PD e Monti in una unica coalizione. In questo assetto, le sue (ripeto) capacità di mediazione avrebbero avuto largo spazio.

        Diversamente, Renzi voleva lanciare il solo PD, senza Monti e senza Vendola. Sono due idee diverse, entrambe fallimentari a mio avviso.

        Altra cosa da dire è che Renzi non è mai stato leader di nulla, quindi è difficile capire quali capacità abbia (va be’, tranne attirare elettori del PDL). 😉

  3. nella lista devi aggiungere anche i pensionati di castelnuovo di conza. che renzi avrebbe vinto e tutto da dimostrare, e questa tua smania di creare un vittima politica mediatica e tutta una tattica per non piangere sugli errori del berlusconismo liberale e libertario che, anche quando sa perdere bene, come un vortice ti porta nell’annosa e peculiare situazione di stallo di una destra italiana che dipende non dalle idee, e perchè no dagli ideali, dal salvatore di turno pieno di contraddizioni umane e politiche.
    questo è stato un sessantotto con tanto di numerosa rappresentanza in parlamento. ora siccome io quelli del sessantotto poi me li sono ritrovati ministri, giornalisti, imprenditori che per prima cosa hanno rinnegato gli ideali per operare esattamente al contrario di come predicavano mi auguro che questi novizi della poliltica si adoperino per fare esattamente quello che hanno scritto volevano fare e allora si che sarà cambiamento e rivoluzione.
    altrimenti prego che non facciano un papocchio b&b (berlusconi e bersani)che sarebbe una iattura morale, politica e una brutta creanza verso chi è rimasto con l’idea che la protesta fine a se stessa non serve a niente.
    certo che mettendo da parte le preoccupazioni la situazione è veramente frizzante e divertente.

    1. A me stupisce vedere un elettore storico di Berlusconi affascinato da Renzi perché forse secondo lui Renzi farà fuori “i comunisti” (!) da un partito al quale lui (l’elettore) vorrebbe appartenere.

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