Giffoni Teatro: un ispettore in casa Birling

Due big del teatro italiano si immedesimano in un thriller psicologico del teatro inglese del ‘900, un testo che se nel titolo ammicca al poliziesco, nella trama procede con la tensione e la suspense proprie del giallo. Questa l’atmosfera prenatalizia della V Stagione di Prosa, evento ideato e promosso dall’Associazione Giffoni Teatro, che giovedì 20 dicembre (alle 21) alla Sala Truffaut della Cittadella del Cinema, si appresta a salutare il vecchio anno con Paolo Ferrari, magnifico ottantenne, e Andrea Giordana. I due, per la prima volta insieme sulla scena, interpreteranno “Un ispettore in casa Berling”, commedia di John Boynton Priestley, riadattata da Giancarlo Sepe. Inghilterra, 1912: in una sera di primavera, in casa del ricco industriale Arthur Birling (Andrea Giordana), si sta concludendo la cena di fidanzamento della figlia Sheila (Cristina Spina) con Gerald Croft (Vito Di Bella), giovane rampollo. L’atmosfera conviviale e sfarzosa, condita da abiti da sera e vini d’annata, viene interrotta dall’arrivo dell’ispettore Goole, (Paolo Ferrari), che annuncia il suicidio di Eva Smith, una giovane ex-dipendente in uno degli stabilimenti Birling, licenziata due anni prima in quanto attivista sindacale. Un inizio folgorante per una commedia a carattere giallo, che mette in scena, tra divertimento ed ironia, i vizi privati e le pubbliche virtù di un agiata famiglia della media borghesia inglese. L’ispettore, che mette in crisi la serata, la famiglia, gli affari, il fidanzamento e tutto il resto, interroga i membri della famiglia, i quali risultano tutti, ciascuno a diverso titolo, coinvolti nella vita di Eva e potenzialmente responsabili dell’atto suicida di lei. L’interrogatorio dura un’intera notte, non risparmiando niente e nessuno con una serie di colpi di scena alla Hitchcock che cambia ogni volta il nome dell’assassino, coinvolgendo i protagonisti, presunti ignari e presunti colpevoli, in una sarabanda surreale e velenosa, che non conosce sosta e che terminerà solo alle prime luci dell’alba. Terminata l’indagine, l’Ispettore se ne va e i Birling rimuginano sull’accaduto. Scoprono che Goole non fa parte della polizia e il dubbio che la ragazza non sia mai esistita, (negli ospedali di zona non risulta traccia), li assale. Ma quando tutto sembra ormai avviato a tornare nella consueta, tranquilla routine familiare, all’improvviso squilla il telefono: all’altro capo del filo è la polizia. “Ecco una combine che non ha eguali nel teatro del Novecento – scrive il regista Giancarlo Sepe – di cui Priestley ne è un rappresentante esemplare: thriller e dramma borghese”. Le ipocrisie dell’alta società si mischiano al disagio del ceto meno abbiente, che soccombe. Le colpe si materializzano e diventano spauracchi agli occhi della famiglia Birling che prova a scaricare le proprie responsabilità. L’anno nuovo, (martedì 15 gennaio), si tornerà a teatro per applaudire la sapienza di Carlo Giuffrè, 83 anni di cui 50 tra teatro cinema, alle prese, con “Questi Fantasmi”, una delle opere più famose commedie comiche, ma al tempo stesso amare, di Eduardo De Filippo.