Kuamka Svegliarsi

Padre Oliviero Ferro

Sono le quattro del mattino e non riesco ma dormire. Vicino alla mia finestra si sentono tante persone che chiacchierano, che fanno rumore. Mi sveglio e guardo fuori. Sono le mamme che vanno al fiume ad attingere l’acqua, a lavare i panni. Naturalmente, non possono farlo in silenzio. Non ci sarebbe gusto. Devono scambiarsi le notizie e soprattutto saperne delle nuove, così poi le potranno condividere nel quartiere. Provo a ributtarmi sul letto. Ma non ce la faccio. Mi devo svegliare definitivamente. Una sciacquata sugli occhi, un po’ di massaggio ai denti, una rasata alla barba e esco fuori per salutare le mamme. Si mettono a ridere, perché mi vedono mezzo addormentato. Mi danno il loro “jambo, habari gani” (salve, come stai?). Io rispondo, farfugliando le parole. Non mi sono svegliato completamente. Auguro loro “kazi njema”(buon lavoro) e rientro velocemente, con un po’ di vergogna, per non aver apprezzato la loro fatica. Un po’ di latte caldo con il caffè mi sveglia definitivamente. Passo a salutare il buon Dio insieme alla comunità. E finalmente comincia la giornata. Anch’io devo lavorare, fare la mia parte. Sono arrivato in Africa non per fare le vacanze, ma per condividere la mia vita con loro.