Salerno: Caro Ippocrate… la Sanità oggi è (am)malata

 Ad Ippocrate c/o Asclepeion, isola di Κως

p.c. On. Giorgio Napolitano, Presidente Repubblica Italiana– p.c. On. Stefano Caldoro, Presidente Regione Campania

Caro Ippocrate, da giovane medico che vede in te una guida, un esempio da emulare, ti scrivo, approfittando di quest’ ultimo scorcio di ferie estive, per condividere insieme alcune brevi riflessioni sul presente e futuro della sanità moderna e sulla condizione dei tanti medici campani, alla luce anche della profonda e persistente crisi economico-finanziaria che non sta risparmiando e, di certo, non risparmierà la sanità al pari di tutti gli altri settori produttivi e sociali. Sicuramente, nel 400 a. C. la sanità viveva momenti migliori dell’attuale nel quale i cittadini sono molto più esigenti e quanti pagano le tasse e, purtroppo, anche coloro che le evadono, pretendono di avere una sanità efficiente, che si faccia carico dei loro problemi in tutte le fasi della malattia e, naturalmente, a costi minimi. Ma così non è più già da molto tempo, anzi quotidianamente si riscontrano difficoltà e disagi sempre maggiori. Dal letto dell’ospedale al ritorno a casa esiste un vuoto incolmato; nel mentre i pazienti vengono dimessi sempre più precocemente, riducendo al minimo la durata delle degenze in corsia, il territorio non è ancora pronto a far fronte ai loro bisogni, dalla terapia infusiva, al prelievo, al semplice rinnovo di una medicazione chirurgica, e tutto ciò è aggravato sempre più dalla continua riduzione dei presidi di continuità assistenziale e dal mancato “rinnovamento” della classe dei medici di medicina generale. Infatti, proprio questi ultimi sono sottoposti quotidianamente ad una gran mole di lavoro e potrebbero, in soluzione, essere affiancati da giovani colleghi, anche se per poter essere iscritti in graduatoria utile occorre essere abilitati all’esercizio della professione medica prima del 1994 (ovvero camici bianchi di almeno 45 anni). In molti ospedali campani ci sono medici costretti a lavorare anche ventiquattro ore consecutive al giorno ed infermieri che superano le diciotto. Il danno è dovuto alla cronica carenza di personale, già da tempo. La beffa è che non vengono effettuate più assunzioni, già da tempo. Il risultato per la nostra Regione è un esborso astronomico di denaro tra straordinari ed Alpi (attività libero professionale intramuraria); non a caso il deficit annuo della sanità in regione Campania è di circa 400 milioni di euro e nel 2013, a causa di tale dissesto finanziario, per tutta la popolazione regionale vi sarà un aumento dell’IRPEF che varierà dai 120 ai 360 euro per ogni nucleo familiare. Penso, e sono certo che sarai del mio stesso parere, che si potrebbe abbattere di misura la spesa riducendo i grandi “pagamenti” per gli straordinari e si potrebbe investire produttivamente in nuove assunzioni. In tale modo, oltre a creare occupazione, si garantirebbe ai cittadini una migliore e sempre più efficace qualità dei servizi; qualità che, purtroppo, oggi è indiscutibilmente a rischio quando si verificano turni di lavoro che oscillano dalle diciotto alle ventiquattro ore consecutive. Intanto, noi campani, sfortunati utenti di una sanità sempre più allo sbando, continuiamo a dibatterci nelle difficoltà di sempre : farmacie sempre pronte alla serrata per i vantati crediti non rimborsati, esami strumentali che oramai si rischia di effettuare esclusivamente a pagamento, visite specialistiche con liste di attesa anche superiori ad un anno, ospedali che rimbalzano i poveri pazienti da un plesso all’altro per carenza di personale, per problemi burocratici, per macchinari non funzionanti e per tanto ancora. Molto spesso, per cure ed esami di alta specialità, noi “malati” siamo costretti ad emigrare fuori regione, (sebbene la nostra, con Napoli in primis, vanti eccellenze che l’intera Nazione ci invidia) sottoponendoci a sacrifici inauditi ed a costi che poi si riverberano pesantemente sul già appesantito bilancio regionale. Siamo inoltre obbligati, a causa di scelte di una politica spesso miope e sempre troppo lenta, a lotte impari per evitare che vengano “chiusi” plessi ospedalieri di importanza estrema.  Questa è anche la situazione del mio paese, Agropoli, dove il presidio ospedaliero ha un ruolo chiave offrendo un vitale servizio ad una grande fetta della popolazione a sud di Salerno. Non pensi, mio caro Ippocrate, che tutto ciò non possa far nient’altro se non arrecare un gran danno alla collettività ed alla salute del cittadino?Forse bisognerebbe per un attimo riflettere su tutti i tuoi insegnamenti come il concetto innovativo secondo il quale la malattia e la salute di una persona dipendono da specifiche circostanze umane della persona stessa e non da superiori interventi divini (classe politica e dirigente).Ti terrò aggiornato, a presto.

 Vincenzo Crispino

vice Presidente Giovani Medici provincia di Salerno

Un pensiero su “Salerno: Caro Ippocrate… la Sanità oggi è (am)malata

  1. Finalmente abbiamo trovato qualcuno che ha il coraggio di dire la verità e che ci tuteli. Noi cittadini di una regione oramai che sembra più Africa che Europa. Lode al dott. Vincenzo Crispino.

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