Salerno: Cisl, tassa soggiorno in Amalfitana non misura per rilanciare economia di settore

“La tassa di soggiorno è un balzello che penalizza le realtà imprenditoriali”. A sostenerlo è Giovanni Giudice, segretario della Cisl salernitana, che in questo modo esprime solidarietà a tutti gli albergatori della provincia disorientati dal comportamento di alcune amministrazioni comunali. Il sindacato di via Zara ha così espresso il proprio dissenso a quegli amministratori del territorio che hanno introdotto la nuova tassa. Un ulteriore balzello che ha disatteso alcune sostanziali richieste degli albergatori salernitani, ora alle prese con il fastidioso tributo. “Vorrei comprendere”, ha detto Giudice, “quale criterio ha spinto alcune amministrazioni comunali ad applicare la tassa in questo momento particolare. Noi viviamo un periodo di forte crisi, durante il quale le già poche presenze sono scoraggiate dai prezzi e poi ora qualcuno tira fuori dal cilindro l’imposizione di un ulteriore balzello?. Non solo ritengo che sia assurdo, ma credo anche la durata massima dell’applicabilità sia eccessiva. La Costa d’Amalfi l’anno scorso ha registrato una occupazione del 90% nel periodo di luglio, aumentata con il last minute. Quest’anno in molti rimarranno in Italia per le proprie vacanze ed alla Cisl piacerebbe sapere che fine faranno questi soldi, se verranno reinvestiti, come dovrebbe essere, nel settore turismo, o, più probabilmente, verranno utilizzati per rimpinguare le casse comunali. Vorremmo che i sindaci possano spiegarlo ai sindacati di categoria in un incontro pubblico davanti ai cittadini, prendendosi così tutte le loro responsabilità di amministratori”. Per la Cisl salernitana è assolutamente da rivedere anche la legge regionale sul turismo: “Il provvedimento adottato dalla Regione Campania potrebbe decidere d’autorità che la Costiera amalfitana fa parte di un ambito turistico territoriale più ampio, comprensivo ad esempio della Penisola sorrentina, e che perciò non debba più esistere quale entità turistica autonoma, finendo in una realtà più eterogenea che finirebbe, peraltro, di soffocarla con la legge dei numeri. Tutto ciò è inaccettabile”. Infine Giudice lancia una polemica sulla politica turistica adottata a Salerno: “Poco tempo fa un turista che arrivava in città con il treno poteva chiedere informazioni all’ufficio dell’Ept, l’Ente provinciale al Turismo. Ma attualmente l’ufficio è stato dislocato sul Lungomare Trieste, nel cuore del centro storico, ed i tanti vacanzieri di questi giorni restano spaesati una volta arrivati a piazza Vittorio Veneto. Qual è l’idea ed il concetto di turismo nella città di Salerno? Questa è una domanda che rivolgo a tutte le autorità civili di questa città e spero di avere presto risposta. Ma davvero pensate che un turista, che non conosce Salerno, possa raggiungere l’ufficio dell’Ept nella sua nuova sede? Se la politica pensa a litigare e a pagarne le spese deve essere il sistema turismo questo è inconcepibile. In questo modo la stagione si sta rivelando fallimentare”. Per il sindacalista salernitano non esiste un ente di raccordo per la programmazione: “Tecnicamente i Comuni, la Provincia e la Regione possono fare programmazione autonomamente, rischiando quindi di sovrapporsi e realizzare cose senza nessun senso logico”, ha detto Giudice. “Chiediamo pertanto alle associazioni del turismo di mettere in piedi un tavolo di discussione per una proposta unica che vede d’accordo imprenditori ed organizzazioni sindacali”.