Questione di Spread

Angelo Cennamo

Le esternazioni del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, non passano mai inosservate. Neanche un mese fa, il leader degli industriali definì la riforma del ministro Fornero una vera e propria “boiata”, evocando la “cagata pazzesca” di fantozziana memoria. L’onta del paragone tra l’art. 18 ridisegnato dai tecnici e la corazzata Potionky del ragioniere più bistrattato d’Italia sarà anche stata perdonata dal professore, ma, a differenza di Paganini, Squinzi non disdegna ripetersi. E allora, ad un cronista che gli chiedeva un giudizio sulla spending review, locuzione colta che sostituisce la più banale revisione di spesa, l’emulo di Paolo Villaggio, forse su suggerimento di Susanna Camusso, con la quale era in quel momento a braccetto, ha risposto che è “Macelleria sociale”. Apriti cielo! Mario Monti, reduce dal duecentesimo vertice inconcludente di Bruxelles, e fresco del recente flop sullo scudo anti spread, è andato su tutte le furie. Come, lui in Europa con la Merkel e Hollande fa i salti mortali per tenere a bada la speculazione, e in pochi attimi, il cummenda, da viale dell’Astronomia, gli manda tutto all’aria con un voto tra il 5 e il 6? Monti sarà anche sobrio come un docente universitario ma è permaloso come un politico vero. Le frasi di Squinzi, ha ripetuto stizzito, fanno salire lo spread : un pò di giudizio, cribbio! ( No, cribbio lo diceva quell’altro, Monti dice : accidempolina!). Sta di fatto che lo spread è salito per davvero ( mentre scrivo è a 480); gli speculatori non sembrano curarsi delle chiacchierate a vuoto che i tre tenori si fanno nei palazzi del nord Europa. Nè si fidano di una moneta fragile, senza uno Stato che la sorregga, e governata da una finta banca centrale. Altro che Squinzi, i mercati chiedono maggiore integrazione : un solo governo, eletto possibilmente dai cittadini, una sola politica fiscale, un debito comune e una Bce prestatore di ultima istanza. Del resto, se avessimo voluto misurare lo spread in base agli insulti rivolti al premier, al tempo di Berlusconi il differenziale con i bund tedeschi sarebbe salito oltre i 4.000 punti!   

 

 

 

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