Il Papa ai terremotati emiliani

Carlo Di Pietro

Ecco, in sintesi, le parole del Pontefice: Vorrei che sentisse il cuore del Papa vicino a tutti voi, vorrei essere stato presente in tutte le località colpite, ma voi capite che non è possibile, vorrei che capiste l’amore del Papa per voi. La forza dei vostri cuori senza crepe, uniti nella fede e nella speranza; vorrei ringraziare i volontari e che sentiste testimonianza di unità e di solidarietà. Ho sentito il bisogno di venire fra voi, il mio pensiero andava spesso a voi e sarei voluto passare fra voi anche andando a Milano per la Giornata delle Famiglie. Capisco che siete sofferenti per il crollo di tanti edifici e specialmente delle Chiese, per i lutti e per i feriti; rendete omaggio alla memoria di don Ivan Martini, deceduto sotto le macerie della Chiesa. Come sapete, da sacerdoti e laici preghiamo ogni giorno il Breviario, la Liturgia delle Ore, preghiamo con i Salmi. In questi giorni mi ha colpito il Salmo 45, vi riporto queste parole: “Dio è per noi rifugio e forza, aiuto  sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare. Fremano, si gonfino le sue acque, tremino i monti per i suoi flutti. Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la santa dimora dell’Altissimo. Dio sta in essa: non potrà vacillare; la soccorrerà Dio, prima del mattino. Fremettero le genti, i regni si scossero; egli tuonò, si sgretolò la terra. Il Signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe. Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto portenti sulla terra. Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà con il fuoco gli scudi. Fermatevi e sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra. Il Signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe”. (ho riportato la versione integrale, il Papa ha sintetizzato). Ho detto queste parole in 61 anni di sacerdozio. In questo periodo le parole toccano sul vivo, data la tremenda esperienza, tutti pregano, queste parole del Salmo parlano del terremoto ed affermano e parlano del nostro atteggiamento interiore di fronte agli sconvolgimenti. Profonda sicurezza, noi non temiamo se trema la terra , Dio è rifugio e certezza. Queste parole sembrano in contrasto con la paura che si prova inevitabilmente, data la tremenda esperienza, ma il Salmo parla della sicurezza non dei super uomini, ma della fede, per cui sì ci può essere la paura e l’angoscia, così come è accaduto a Gesù, ma noi siamo certi che Dio è con noi, così come il bambino è certo e sicuro nelle mani dei genitori. Dio è solido come una roccia ed il suo amore noi lo vediamo in Cristo Crocifisso, segno del dolore, della sofferenza e dell’amore, solidale con noi fino all’estrema umiliazione. Su questa speranza si può ricostruire. Nel dopoguerra le macerie sono state ricostruite grazie alla fede di tanta gente animata da spirito di vera solidarietà cattolica; voi siete gente stimata per laboriosità e impegno, tutto quanto è messo a dura prova dai continui terremoti, ma ciò non può intaccare il Credo, rimanete fedeli alla vostra vocazione cristiana, affondando tutto con pazienza e carità, respingendo le tentazioni e lo sconforto. Nel terremoto non siete e non sarete soli, in questi giorni in mezzo a distruzione e dolore voi avete visto e sentito la vicinanza della solidarietà e della preghiera, ma anche aiuti concreti. La mia presenza con voi vuol essere segno di amore e di speranza. Guardando le vostre terre mi sono commosso, davanti a tanti feriti, ho visto che la vita vuole ricominciare con forza e coraggio, segno bello e luminoso. Lancio un appello ad Istituzioni e cittadini, come il buon Samaritano del Vangelo che soccorre e si china, rimane accanto e si fa carico delle necessità dell’Altro, la Chiesa è vicina nella preghiera e con l’aiuto delle sue organizzazioni, come la Caritas che ricostruirà il tessuto comunitario delle parrocchie.