Cos’è l’inerranza della Parola di Dio?

Carlo Di Pietro

Inerranza anzitutto è un Dogma di fede cattolica inconfutabile (è Paola di Dio, che mai mente), tuttavia bisogna prestare molta attenzione nell’analisi del Dogma stesso, in quanto va direttamente collegato ai concetti stessi di Sacra Scrittura, di Paola di Dio, di Bibbia, di Chiesa cattolica e di retta esegesi. Nel 1978, ad esempio, a Chicago fu organizzato un congresso dalle “false chiese” per definire abusivamente il significato stesso di inerranza; a presiedere la conferenza furono degli esponenti della “chiesa evangelica”, fra cui il noto J.M. Boice ed anche Jay H. Grimstead. Essi, in maniera assolutamente arbitraria, dato che la Scrittura è inscindibile dalla Chiesa cattolica, stilarono un famosissimo documento, la cosiddetta “Dichiarazione di Chicago”, che ancora oggi è “base solida” (secondo loro) dell’apostolato di numerosissime “chiese” protestanti. Tanto per citare la fallacità di questo documento, basta solo citare l’Articolo 1 dello stesso che, testualmente, dice: “Noi affermiamo che le Sacre Scritture debbano essere ricevute come autorevole Parola di Dio. Noi neghiamo che le Scritture derivino la loro autorità dalla Chiesa, dalla tradizione, o da qualsiasi altra fonte umana”. Dato che ve ne ho parlato in altri articoli, non tornerò sull’argomento, tuttavia è bene ricordare che la Scrittura è della Chiesa cattolica, dalla Chiesa cattolica è stata trascritta e tramandata, la Chiesa cattolica la ha custodita, la Chiesa cattolica ne é interprete e la Chiesa cattolica è stata letteralmente derubata del proprio Testo Sacro che, purtroppo, oggi viene usato in malo modo da circa 30.000 “false chiese” dette protestanti. Utilizzo il termine “false chiese” non per arbitrio o per giudizio personale, ma perché innumerevoli Papi, ispirati dallo Spirito Santo, hanno dogmaticamente definito quale è la vera ed unica Chiesa, chi è in Comunione con la Chiesa di Roma e chi volontariamente ne rifugge; lo stesso Cristo fu l’ “autore del Dogma”. Le “false religioni”, comunque, possono anche contenere dei concetti positivi, tuttavia, come stabilisce il Concilio Vaticano II, necessitano di perfezionamento e di salvezza che è ottenibile solo ed esclusivamente nella Chiesa cattolica. [1] Il Concilio Vaticano II definì (non dogmaticamente): “Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture”. “Cum ergo omne id, quod auctores inspirati seu hagiographi asserunt, retineri debeat assertum a Spiritu Sancto, inde Scripturae libri veritatem, quam Deus nostrae salutis causa Litteris Sacris consignari voluit, firmiter, fideliter et sine errore docere profitendi sunt”. [2] Il Padre Passionista Enrico Zoffoli, che fu miniera di dottrina e di ortodossia cattolica, parla dell’inerranza in questi termini: “La S. Scrittura, essendo ispirata da Dio, quanto al testo originale e alle sue traduzioni fedeli, è esente da errori per ciò che riguarda Dio, l’uomo e i rapporti tra Dio e l’uomo restaurati per la mediazione redentrice del Cristo”. [3] [4] Quanto al resto – vicende storiche, fenomeni naturali – la Bibbia non si pronunzia; e, nel caso, il valore delle sue affermazioni è quello relativo alle possibilità dei singoli agiografi, inseriti in una certa fase della storia della civiltà umana.  [5] Cosa è importante sapere quando si parla di inerranza: 1) Il senso spirituale deve fondarsi sulla verità della narrazione storica; [6] 2) Non è lecito pensare che nella Sacra Scrittura ci siano degli errori, equivarrebbe a dare del bugiardo a Dio; [7] 3) Essa è criterio di fede; [8] 4) Tradisce la Sacra Scrittura chi la commenta facendo dire allo Spirito Santo ciò che non ha detto; [9] 5) Dall’uso della Sacra Scrittura risulta evidente che sono attribuite a Dio le passioni dell’anima umana per una certa analogia; [10] 6) La Sacra Scrittura suole attribuire a Dio certi effetti che Egli stesso produce nell’uomo e nel Creato; [11] 7) Se anche per un nonnulla si viene ad infirmare l’autorità della Sacra Scrittura, non ci potrà essere niente di sicuro nella nostra fede. [12] E’ possibile, fra gli altri passi salienti della Scrittura, risalire al Dogma stesso leggendo Giovanni 10:

“I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani”. [13] Gesù, nel testo greco, dice: “κα ο δναται λυθναι γραφ“, che significa proprio “e la Scrittura non può essere annullata”. San Giustino: “[…] sono del tutto convinto che le Scritture non si contraddicano tra loro”. [14] Sant’Agostino: “[…] nullum eorum auctorem seribendo aliquid errasse firmissimo credam” ossia “sono certo che nessun autore delle Scritture (poiché ispirato da Dio) non ha mai errato”. [15] San Tommaso:

“Hoc tamen tenendum est, quod quidquid in sacra Scriptura continetur, verum est; alias qui contra hoc sentiret, esset haereticus” ovvero “Ciò tuttavia va ritenuto: che tutto ciò che è contenuta nella Sacra Scrittura è vero; d’altra parte chi opinasse contro ciò, sarebbe eretico”. [16] Papa Leone XIII: “Infatti tutti i libri e nella loro integrità, che la Chiesa riceve come sacri e canonici, con tutte le loro parti, furono scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, ed è perciò tanto impossibile che la divina ispirazione possa contenere alcun errore, che essa, per sua natura, non solo esclude anche il minimo errore, ma lo esclude e rigetta così necessariamente, come necessariamente Dio, somma Verità, non può essere nel modo più assoluto autore di alcun errore”. [17]

Pio XII: “Ritorniamo ora alle teorie nuove, di cui abbiamo parlato prima: da alcuni vengono proposte o istillate nella mente diverse opinioni che sminuiscono l’autorità divina della Sacra Scrittura. Con audacia alcuni pervertono il senso delle parole del Concilio Vaticano con cui si definisce che Dio è l’Autore della Sacra Scrittura, e rinnovano la sentenza, già più volte condannata, secondo cui l’inerranza della Sacra Scrittura si estenderebbe soltanto a ciò che riguarda Dio stesso o la religione e la morale”. [18] Concilio di Trento, Vaticano I e Vaticano II: “La Divina Rivelazione è contenuta sia nella Sacra Scrittura che nella Sacra Tradizione”. [19] Concilio Vaticano I e Vaticano II: “Quindi la Sacra Scrittura è espressione della Divina Rivelazione. Essa ha infatti Dio stesso come autore principale […] e gli agiografi come autori strumentali. L’iniziativa parte infatti da Dio, che agì negli agiografi e per mezzo di essi al fine di far conoscere, senza errore, le verità che Egli volle rivelare per l’istruzione e la salvezza del genere umano”. [20] Perché l’inerranza è considerato Dogma di fede? Pontificia Commissione Biblica, ex Organo Magisteriale, definì: “L’unanimità della Tradizione è tale che l’inerranza è da considerarsi dogma […] appunto dogma dell’ispirazione e dell’inerranza biblica”. [21] Abbiamo, dunque, accertato che l’inerranza è Dogma di fede, però resta un interrogativo: che differenza c’è fra l’inerranza intesa bene, secondo la chiesa cattolica, e l’inerranza abusiva, secondo le “false religioni”? Ne parlerò in altri articoli … Vi spiegherò come va intesa la retta esegesi ed in cosa consiste il Dogma del “consenso unanime dei Padri”.

Note:

[1] Catechismo della Chiesa cattolica, Ed. Vaticana, tipico latino 1997, v. Ecumenismo
[2] Costituzione dogmatica Dei Verbum, 18.11.1965,n. 11
[3] P. E. Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Sinospis, 1992
[4] Cfr. Clemente VI, Super quibusdam, 29 settembre 1351; Leone XIII, Providentissimus Deus, 18 novembre 1893; San Pio X, Pascendi, 8 settembre 1907; Benedetto XV, Spiritus Paraclitus, 15 settembre 1920
[5] Ibid.
[6] Cfr. San Tommaso, Summa Theologiae, q. 91, a. 1, 4um; q. 68, a. 3, c.;
[7] Op cit., I-II, q. 103, a. 4, 2um; II-II, q. 110, a. 3, lum;
[8] Op. cit., II-II, q. 1, a. 1, arg. 1
[9] Op. cit., II-II, q. 11, a. 2, 2um
[10]Cfr. San Tommaso, Summa contra Gentiles, IV, c. 23
[11] Ibid.
[12] Op. cit., c. 29
[13] Gv 10,31-39
[14] San Giustino Martire, Dialogo con Trifone, c. 65
[15] Sant’Agostino, Ep. 82, Pl 33, 277
[16] San Tommaso, Quaestiones de quodlibet, XII, q. 17
[17] Leone XIII, Providentissimus Deus, 18 novembre 1893
[18] Pio XII, Humani Generis, 22 agosto 1950
[19] Conc. di Trento, sessio IV, decr. 1; Conc. Vaticano I, Dei Filius, c. 2; Conc. Vaticano II,Dei Verbum, n. 9
[20] Concilio Vaticano I, Dei Filius, c. 2; Concilio Vaticano II, Dei Verbum, n. 11 e 16
[21] Pontificia Commissione Biblica, Provvedimento del 27 febbraio 1934

3 pensieri su “Cos’è l’inerranza della Parola di Dio?

  1. Ma certo che è parola di Dio. Molte volte la sua parola è passata ad ampia maggioranza e qualche volta per pochi voti. Qualche volta anche a legnate, anatemi e scissioni. per cui la parola di Dio degli Ortodossi, dopo alcuni concili, non sempre si identifica con la parola di Dio dei Cattolici. Ma ovviamente l’autore conclama che solo la chiesa romana è quella giusta e solo in essa la (possibile) salvezza …

  2. Articolo noioso, per pochi eletti e decisamente troppo lungo. Due righe e vien sonno. Se questo signore è un giornalista ha sbagliato mestiere: come taumaturgo per l’insonnia avrebbe fatto affari.

  3. Gentile Marco, la rubrica che curo è di approfondimento.

    Le ribadisco nuovamente che, se lei non ha voglia di approfondire, non è affar mio.

    Le ricerche che propongo gratuitamente serviranno ad altri più sensibili alla materia.

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