Italia liberata!

di Rita Occidente Lupo

La Resistenza, tra gite fuori porta e ricordo storico. La Liberazione. 25 aprile 1945. Il tempo s’inorgoglisce. Ed annota l’eroico coraggio italiano. Per riscattare la dittatura nazista e fascista. I giovani, le donne e quanti sentono il proprio Paese, la propria terra, invasa, devastata. Rinasce la voglia di sentirsi italiani. All’insegna d’un tricolore grondante sangue. Gli accartocciati manuali di storia s’impegnano. Nel formare le nuove generazioni, ad una coscienza in cui emerge la sovranità popolare, non solo chiamata alle urne. Bensì di chi sa che ogni conquista, sacrificio e lotta. Oggi, i giovani, dai banchi di scuola, bandiscono l’amor patrio. Nell’odierna società multietnica, poco avvertita l’urgenza nazionalista. L’Unione Europea, un grande mosaico in cui ognuno guadagna spazi non virtuali. La massiccia emigrazione ha reso mari e monti non più frontiere invalicabili. E gl’Italiani…a guardare! Un esodo senza limiti, boccheggiante. Rari gli autoctoni. La scuola, un tempo,  alimentava il concetto di patria. L’orgoglio di sentirsi Italiani, non solo risorgimentali. Oggi, la costante ricerca di lavoro ovunque, l’urgenza di dover conoscere le lingue, la voglia di allungare il proprio cannocchiale oltre orizzonte. Lo Stivale, un Paese di troppi.  Un modo per guardare a ritroso nel tempo? Scoprire l’eroismo di chi, alla Resistenza, consacrò l’esistenza! Da non obliare!

Un pensiero su “Italia liberata!

  1. Gentile direttrice,.
    Ieri , la Santa pasqua, coincise con il 43esimo anniversario del mio matrimonio; oggi , invece, la pasquetta coincide con la festa di liberazione, (ma io di mia moglie non mi liberei giammai…).
    A parte gli scherzi. Devo dire che , forse oggi, non vi è troppo amore per la Patria come vi era durante il fascismo.. Ricordo che noi ragazzi eravamo fieri di essere dei piccoli balilla e si marciava come piccoli soldatini lungo le strade della città quand’era il Sabato fascista. Le nostre madri si toglievano dalle dita gli anelli d’oro per donarli alla patria, e non vi era pezzo di ferro che non si donava alla Patria. Avemmo poi, senso e amore per la Patria anche dopo il fascismo per liberarci dell’invasore tedesco. Quello si, che fu eroismo.
    Oggi , come dice Lei giustamente, molti italiani sono più propensi a trascorrere la Pasquetta all’estero e non come lo si soleva trascorrere nei miei tempi:.
    Il Masso della signora se avesse la parola mi darebbe ragione. Infatti, era proprio quella collinetta che ci ospitava durante tale festività. Le famiglie intere dei salernitani partivano a piedi con le (mappate) colme e grevi di vitto, magari anche quello non mangiato il giorno prima.
    Mio padre era fotografo con quelle cassette con il treppiedi che si usavano allora ed era assai occupato a sviluppare fotografie a chi (scampagnava). Noi di famiglia , anche noi seduti su un angolo di terra, attendevamo che il papà finisse di lavorare per iniziare a fare il picnic anche noi.
    Non Le nascondo che si trascorreva una giornata davvero felice. Talvolta , noi ragazzi, dovevamo
    Scendere la collina per andare a Torrione a comprare qualche altra bottiglia di vino perché la festa si prolungava fino all’imbrunire. Questa era Il Lunedì di Pasqua di quei tempi, ed io ne conservo nel cuore grandi ricordi. Buona Pasquetta a tutti!. Alfredo

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