Vallo di Diano: presentati due esposti alla Procura “anticipo di consumo” e tumori

Dalla Casa Municipale del Comune di Sassano, il 19 luglio 2001, fu spedita una strana lettera: tutti gli utenti, i cui contratti erano stati ceduti al CONSAC, erano tenuti – in virtù di non meglio specificate leggi –  a effettuare la stipula di un nuovo contratto (in bollo!) con il CONSAC e a versare un nuovo anticipo di consumo, sempre al CONSAC. E che cosa si leggeva in questa meravigliosa lettera? “A decorrere dal 1 gennaio 2001 [si voleva forse intendere 2002, n.d.r.] eventuali prelievi idrici effettuati senza la preventiva stipula del contratto di somministrazione con il CONSAC saranno ritenuti abusivi a tutti gli effetti civili per il ristoro del danno e penali per l’accertamento del reato di furto”. Il CODACONS intervenne per far recedere da queste infondate richieste e dai belligeranti propositi il Comune di Sassano, che scriveva ai cittadini anche con l’intento di fare versare, nelle casse del CONSAC, bei soldini freschi freschi. In data odierna abbiamo fatto presente alla Procura della Repubblica che la questione di Sassano si è riproposta in una veste solo apparentemente diversa a Sala Consilina. In questo nuovo caso si vorrebbe far cessare la validità del contratto stipulato con il Comune, oggi in essere, con un nuovo metodo. Si legge, infatti, nella letterina inviata dal CONSAC agli utenti di Sala Consilina quanto segue: “Le facciamo ancora presente che il Comune di Sala Consilina ci ha richiesto di rateizzare l’anticipo fornitura in tre rate uguali che sarà dunque compreso nelle prossime tre fatture”. Un buon inizio per un nuovo gestore. Un secondo esposto è stato presentato dopo aver appreso della toccante vicenda della Sig.ra Martello (2009) e di quella della madre (1994). Queste due storie drammaticamente si intersecano con episodi legati a due inchieste che hanno visto il Vallo teatro di sversamenti illeciti di rifiuti: l’inchiesta “Re Mida” e  la più recente “Chernobyl”. Si legge nell’esposto: Pertanto, a fronte del racconto della Sig.ra Martello il sottoscritto chiede che venga finalmente fatta luce sulle tristi vicende che hanno visto come vittime prima il nostro ambiente e poi i nostri cari. Si chiede, quindi, che si indaghi – sulla scorta dei dati che verosimilmente esistono all’ospedale di Siena, così come riportato nell’articolo della Sig. ra Martello – su tutte le possibili direttrici per individuare le fonti di inquinamento – anche se dovessero essere state occultate nel terreno – avvalendosi sia delle rivelazioni dei pentiti di camorra sia di opportuni rilievi geologici: non si può continuare a morire nell’indifferenza. L’accertamento della verità, qualunque essa sia, anche per poter prendere futuri rimedi, non spetta alle associazioni, ma alle istituzioni. Noi speriamo che queste ultime doverosamente verranno incontro alle legittime istanze di tutela della salute pubblica che ormai da più parti promanano.

Roberto De Luca responsabile della sede locale