La catalogazione di uno strumento scientifico

Salvatore Ganci       

E’ una operazione che a prima vista può apparire di “routine”. Si tratta di redigere una scheda che indichi le funzioni assolte dello strumento fornendone alcune misure significative, una o più immagini fotografiche e infine delle note e una bibliografia che costituisce, almeno nella mia esperienza, l’aspetto più delicato della catalogazione. Il tutto secondo una scheda suggerita dal competente Ministero. Spesso, riesaminando uno strumento della Didattica del passato, si scoprono (se se ne ha la modestia e l’umiltà) errori conservativi nel proprio modo di comprendere alcuni aspetti fenomenologici della Fisica. A cosa serve? Per chi lo fa di professione a impiegare proficuamente il tempo nell’ufficio ricoperto. Chi lo fa per interesse personale è spinto dalla preoccupazione che tanto ciarpame polveroso possa essere scaricato da un inventario magari per far posto a delle carte di segreteria. E’ un pericolo concreto nella nostra Italia: in alcuni casi, alla chiusura/riconversione degli “Avviamenti Professionali” con la riforma della Scuola Media (1962), non si sa la fine subita da tanti strumenti di Fisica, oggi di interesse storico. Ci sono giovani che sono attirati da questa attività? No. Potrebbero provenire dai corsi di Laurea in Fisica o di Beni Culturali, ma è un fatto tristemente noto che l’Italia investe in piedi, ugole canterine e nel poker on-line. Un paio di ottimi Fisici Teorici, miei amici, peregrina di gente in gente cambiando ogni anno corso e con nessuna speranza di rientrare. Non mi risulta nessuna Tesi di Laurea in “Storia della Fisica” sulla strumentaria negli ultimi cinque anni a Genova. Il settore è, a mio avviso, il classico esempio dell’imparare l’arte e metterla da parte. Ci sono restauratori di strumenti? Un ottimo contributo è dato dall’A.R.A.S.S. (Associazione per il restauro di apparecchiature scientifiche storiche), (http://www.arass-brera.org/en/) una ONLUS di pensionati milanesi ex orafi, meccanici di precisione ecc. Ma la professione di  “restauratore” è regolamentata in Italia? Ci sono tante professioni di cui il premier Mario Monti  si è dimenticato. C’è da dire: “Meno male che nel volontariato la cultura ha un valore”. In regime di volontariato continua la catalogazione del rilevante patrimonio storico di un Liceo ligure: è un peccato che nessuno studente sia coinvolto nell’attività (non c’è la possibilità dei “crediti”?).  Cosa è stato fatto in Italia? Sicuramente qualcosa, ma è nei siti dei musei virtuali francesi che si scopre come ogni Istituzione abbia un suo museo virtuale curato con passione e competenza.  Il link www.louis-le-grand.org/  è il sito di un Liceo parigino con museo virtuale, uno dei tanti numerosi esempi di cosa si intenda per seria “catalogazione”.