Il paravento omofobia
Di omosessualità ed omosessualismo ne ho parlato spesso e, per dovere cristiano, continuerò a farlo finché Dio me lo consentirà, ciò nonostante quest’oggi vorrei focalizzare ulteriormente le attenzioni dei lettori su alcuni argomenti che il mondo della militanza gay tiene nascosti ai tanti. Anzitutto partiamo dal presupposto che il buon cristiano, come Dottrina insegna, ha il dovere di ricordare all’omosessuale (come all’etero) che la pratica del sesso contro natura e le forme di amore insolito, se protratte negli anni, da grave peccato divengono vizio radicato. In quest’ottica, difatti, il Magistero ci insegna che con il prolungarsi di queste abitudini intrinsecamente disordinate, in abominio e contro natura, la diversità viene psicologicamente re-interpretata come normalità, al punto tale che il vizio legato esclusivamente alla sfera sessuale porta con se tutta una serie di comportamenti superbi, iracondi e blasfemi, dunque diabolici. … Ieri il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato un chiaro monito ai sacerdoti, ricordando loro che la fede, per essere “matura e adulta”, deve necessariamente affondare le proprie radici nella conoscenza di Dottrina e Magistero, sostenendo altresì che il buon cristiano non cede alle “onde del mondo” e non cade vittima “delle mode e delle opinioni del mondo”, specialmente dovute ai cattivi insegnamenti “provenienti dal mondo dei media e della comunicazione”. Benedetto XVI, alla luce della totale disinformazione dottrinale e delle catechesi di “bassa levatura” (fenomeno modernista e protestante che denuncio pubblicamente da anni), ha ricordato che “con questo analfabetismo religioso non possiamo crescere” ed ha invitato i parroci a studiare con accuratezza il Magistero, quindi a trasmetterlo integralmente ai fedeli che hanno sete di Verità. Uno dei più grandi mantra o totem diffusi negli ultimi 30 anni, da cui derivano le degenerazioni morali e comportamentali, è la cosiddetta frase “Gesù è amore e Dio è amore”, proferita dai buonisti e dai saccenti, al fine di voler giustificare comportamenti contrari agli insegnamenti di Cristo e, di conseguenza, attaccare chi cerca di far rinsavire i vessati. Omofobo, ad esempio, è la tipica etichetta che viene data al cattolico; mediaticamente, se un tempo volevi distruggere qualcuno nell’onore e nella dignità, dovevi accusarlo di essere nazista o xenofobo. Oggi, invece, la tattica della diffamazione si è spostata sul tema omosessualità, dunque, il buon cristiano (parroco compreso) che tenta di diffondere i reali insegnamenti della Chiesa cattolica, viene definito omofobo e quindi subisce linciaggio mediatico ed emarginazione. Questa tattica di aggressione alla moralità cristiana può spaventare gli ignavi e i deboli ma, quando si è ricevuto il dono della fede e / o della conversione, non di certo ci si fa intimorire da tali calunnie e, come Cristo insegna, Dio sarà sempre bastone per sorreggerci nelle difficoltà e, perché no, anche nella calunnia e nel linciaggio mediatico. Oggi, per esempio, cercare di evangelizzare 2 gay o 2 lesbiche, ricordando loro che Cristo ha insegnato ad amare secondo quando previsto dal Padre (Egli stesso), potrebbe procurare conseguenze gravi in termini di notorietà e di “reputazione secolarizzata” ma, nonostante ciò, il buon cristiano ed il religioso non eretico hanno il dovere di spiegare ai 2 gay ed alle 2 lesbiche che il loro non è amore universale, bensì è passione vissuta nel particolare; è una forma di affettività naturale che, così come espressa nel vizio e nel mal costume, diviene innaturale e, se protratta fino alla morte, è ostativa per l’accesso nel regno dei Cieli. “Gesù è amore e Dio è amore”, diranno i buonisti. Certo, ma in egual misura sappiamo che l’amore di Dio si manifesta anzitutto mediante la sua immensa giustizia e, non a caso, si suol sostenere appunto che la “giustizia non è di questo mondo”. Cosa significa tutto ciò e come comportarsi dinanzi a tali prese di posizione buoniste che, lo ripeto, non sono in linea con la Dottrina cattolica? Nel confronto ideologico e nell’opera di evangelizzazione, va ricordato ai nostri interlocutori, siano essi laici o religiosi, che esistono dei dogmi di fede, certi (detti da Cristo) e testimoniati anche dalle esperienze dei Santi, che parlano di “giudizio particolare”, “giudizio universale” e di “Inferno”. Non è mia intenzione addentrarmi in un trattato teologico sull’escatologia ma, brevemente, è nostro dovere ricordare ai signori del buonismo che la bontà di Gesù e di Dio si manifesta nella concessione del Creato, nella nostra natura, nel libero arbitrio, nella Chiesa, nella preghiera e, non in ultimo, nella possibilità di morire in stato di grazia santificante al fine di riabbracciare il Padre. Come viene meno, sinteticamente, la grazia santificante? Con il peccato che è di natura superba, quindi diabolica, e non può – per giustizia divina – conciliarsi con la “situazione paradisiaca” che ci viene dall’eterna vicinanza a Dio e dal distaccamento totale dallo spirito del mondo, che è Satana. E’ dovere del buon cristiano, come il Papa ha ricordato, insegnare il vero Magistero e non le individuali visioni del singolo o del sacerdote in odore di eresia che, caso stano, è sempre il più acclamato e propagandato. E’ ovvio! 1) Se in TV si presenta il sacerdote santo che dice: “amici gay, la Chiesa insegna che la vostra situazione è uno stato di peccato mortale, pertanto o resistete alle vostre pulsioni disordinate, vivete la castità e rifuggite dal peccato, oppure se morite in questo stato, andrete all’Inferno”. Costui sarà infamato, diffamato ed emarginato dai media. 2) Se, a differenza, in TV fa proseliti il sacerdote eretico che dice: “fate ciò che volete, tanto Dio è amore e andremo tutti felici in Paradiso”. Costui sarà osannato e diventerà presenzialista in talk show e dibattiti radio / TV. Nell’ottica della vera fede, il primo è santo, mentre il secondo è palesemente eretico, pertanto, piaccia o no, il primo parla ispirato dallo Spirito Santo, mentre il secondo è vessato da Satana, dunque fornisce insegnamenti seduttivi ma sbagliati e si palesa praticamente come coloro i quali Cristo definiva “falsi profeti”. Queste mie parole non sono giudizi temerari, non sono esempio di omofobia e non sono né estremizzate e né tantomeno tradizionali; questa è apologetica della fede, potete leggerne sul dizionario il significato. Veniamo alle menzogne delle organizzazioni omosessualiste ed alle verità nascoste al fine di poter fare proselitismo gay e di diffondere il malessere spirituale e le turpi abitudini sessuali contro natura: 1) Si cerca di criminalizzare il Narth e Nicolosi (padre della terapia riparativa) evitando di dire che Nicolosi è membro APA (American Psychological Association ) e consulente AMA ( American Medical Association); 2) Non si dice che l’OMS reputa indispensabile il rispetto della libertà e dell’autodeterminazione della persona in merito al proprio orientamento sessuale; Luca Di Tolve, nel suo testo “Ero gay”, sostiene che: “se è vero che ogni persona ha il diritto, se lo desidera, di mantenere un’identità gay, è altrettanto vero che ogni persona ha diritto, se lo desidera, di sviluppare, il suo potenziale eterosessuale e di ricorrere ad una terapia per essere aiutato in questo percorso”. Infatti: il manuale dell’organizzazione mondiale della sanita’, ICD-10 riporta il disturbo F66 1 (orientamento sessuale non desiderato ) dove è previsto che ” l’individuo può cercare un trattamento per cambiare …la propria preferenza sessuale”. In molti clienti con tendenza omosessuale non desiderata, se con consenso, informati circa la possibilità che saranno delusi se la terapia non riesce, l’aiuto psicologico può far funzionare una scelta razionale per sviluppare il loro potenziale eterosessuale. 3) Oggi, per esempio, possiamo criticare l’aborto, ma non possiamo offendere la persona che abortisce. Oggi possiamo criticare la pornografia ma non possiamo offendere la persona dedita alla pornografia.
Luca Di Tolve, nel suo testo “Ero gay”, sostiene che: “in realtà ci stiamo accorgendo che molte persone attive nei movimenti gay non ammettono neppure la possibilità che possano esistere forme diverse di omosessualità e percorsi diversi possibili per le persone omosessuali che non si riconoscono nell’ideologia gay, e sostengono la loro “verità” con una tale intolleranza ed insistenza, da generare grandi sofferenze e umiliazioni in molti di noi, persone che hanno sperimentato (o vivono tutt’oggi) pulsioni omosessuali ma che non si riconoscono dell’ideologia gay secondo la quale ogni omosessuale “nasce così” e può soltanto accettare di restare così”.
Luca Di Tolve, nel suo testo “Ero gay”, sostiene che: “ci lascia amareggiati e senza fiato constatare come alcune persone che hanno vissuto sulla loro pelle l’umiliante esperienza di sentirsi ghettizzati da chi li considerava in qualche modo “subumani”, dimostrino a loro volta degli atteggiamenti similmente discriminanti e sprezzanti, alimentando una nuova forma di omofobia diretta a colpire gli omosessuali non gay. Su alcuni di noi questa insistente pressione pesa ormai come una vera e propria persecuzione contro i propri diritti alla libertà di pensiero, alla libertà religiosa ed all’autodeterminazione in merito al proprio orientamento sessuale e si appellano alla coscienza di ciascuno perché sia rispettata la diversità di tutti e sia bandito ogni atteggiamento di dogmatica intolleranza”. Riassumendo in parole semplici e non teologiche: – omosessualità = tendenza morale e comportamentale oggettivamente ed intrinsecamente disordinata, mai approvabile, curabile con adeguate attenzioni pastorali e con l’ausilio della medicina; – omosessualità praticata e propagandata = “maximum peccatum inter species luxuriae”, dunque, se si dovesse morire in stato di peccato mortale, chiacchiere eretiche a parte, Dio per bontà verso i giusti e per rettitudine divina, non può concedere al peccatore di accedere nel “mondo dei beati”; – omofobia = inesistente quando il buon cristiano cerca, per amore, di spiegare al gay ed alla lesbica che il loro comportamento è contrario agli insegnamenti di Cristo ed è ostativo per l’accesso al regno dei Cieli. Cristo dice di cercare il bene dell’anima e non del corpo; – spirito missionario = insegnare la Parola a chi non la conosce e, per amore, essere disposti anche al martirio, al fine di salvare le anime. Questa è la missione più importante per il buon cristiano che, nella Chiesa di Roma, trova massima Verità e perfezione. – Dio è amore, Gesù è amore = Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) è amore, ma non è stupido o ingiusto. La bontà di Dio permette all’uomo di convertirsi durante tutto l’arco della vita terrena ma, dopo la morte, se l’uomo muore in stato di peccato mortale, è privo della cosiddetta “Gratia gratum faciens”, che è la grazia santificante che rende l’uomo gradito a Dio. Senza questa “chiave” non si aprono le porte del regno del Padre, ma si va a casa di Satana. Esempio metaforico pratico: Dio è il martello di qualità, il Papa è il grossista di ferramenta (vendendo il martello al dettagliante, avverte che serve per battere i chiodi ed il suo lavoro lo fa bene), il dettagliante è il prete (vendendo il martello all’uomo, può dire che serve per battere i chiodi – la verita’ – o per batterselo sulle dita – la menzogna), l’uomo è l’acquirente finale (ha in mano un bel martello e può usarlo per battere i chiodi o per fracassarsi le dita fino alla distruzione, dipende dalle indicazioni che ha ricevuto dal dettagliante; ma l’uomo sa a cosa serve il martello!”Lo ha appreso dalla legge naturale”).