Il libro: antico o moderno?

Laura Iuorio

Questa ambiguità si riflette anche nell’attività editoriale e nella produzione dei libri. A prima vista non sembra esserci molta differenza tra le caratteristiche fisiche di una cinquecentina e quelle di un volume destinato al moderno mass market. Tuttavia le tecnologie utilizzate per produrre e stampare le due tipologie di volumi, così come le strategie usate per promuoverli, hanno subìto una notevole evoluzione. Oggi, ad esempio, in riferimento ai testi inediti che arrivano nelle classi editrici si parla ancora  di ‘ manoscritti ‘ o di ‘dattiloscritti’, ma in realtà ormai la maggior parte delle proposte arriva alle redazioni nella forma di una stampata da computer o su un supporto elettronico (cd o dvd ) o via e-mail. Nel campo della tipografia da decenni la composizione con i caratteri mobili è stata superata dalla fotocomposizione , grazie a macchine costose e delicate. Oggi  con un personal computer, uno scanner e una stampante chiunque è in grado di realizzare tutte le fasi della creazione di un libro, dall’ideazione alla composizione, dall’impaginazione alla realizzazione dei file da passare in tipografia. E’ quello che viene definito desktop publishing . Se è vero che uno dei primi prodotti industriali è stato il libro, è anche vero che nessuna industria crea ogni anno tanti nuovi prodotti diversi tra loro. In molti altri settori, invece, un’azienda lancia ogni anno due o tre nuovi articoli che poi restano in produzione per diverso tempo.  Una media casa editrice produce ogni anno circa un centinaio di novità e ognuno di quei libri è diverso dall ’altro e deve essere realizzato  con estrema attenzione ai dettagli. Del resto la preparazione e la competenza dei tipografi caratterizzano da sempre il settore; i tipografi erano considerati l’aristocrazia della classe operaia, non a caso in Italia il primo sindacato fu proprio quello dei tipografi stampatori, fondato nel 1849. Scrivere un libro non costa quasi nulla : bastano un quaderno e una penna , o  come oggi, un personal computer. E’un’attività generalmente solitaria, che può essere un’occasione di crescita personale e di formazione dell’identità  : raccontare per puro piacere una vicenda personale, il proprio passato sono attività del tutto legittime. Tuttavia non necessariamente questa pratica rende scrittore chi la segue. La pubblicazione di un libro, invece, oltre a richiedere un impegno economico molto più elevato, è frutto di uno sforzo collettivo. Attraverso la figura dell’editore, l’atto creativo dello scrittore è in grado di mettere in moto un indotto significativo. Inoltre ci sono ovviamente tutti coloro che lavorano nelle case editrici e, intorno, tutta una serie di figure : i redattori esterni, i correttori di bozze, gli stampatori, gli agenti letterari, i fotografi, i grafici, gli esperti di marketing, i pubblicitari, i critici, i librai, i bibliotecari, ecc..Importante è il contributo  dei webmaster che progettano e mantengono i siti di editori e autori, i loro service provider, che pubblicano le riviste letterarie in rete. Se superano la soglia dell’indifferenza, l’autore e la sua opera possono dunque trovarsi al vertice di una gigantesca rete di persone, incontri, fatturati ecc..Uno scrittore di successo può addirittura  diventare un marchio, un brand name in grado di garantire al pubblico la qualità e la riconoscibilità del prodotto.

2 pensieri su “Il libro: antico o moderno?

  1. Il titolo pone un interrogativo che non colgo nel testo. Come non colgo il senso di “classi editrici”. Quanto al processo di editing su carta, avrebbe fatto bene a mettere in evidenza che qualunque autore emergente paga in solido una bella cifra per vedere stampata l’opera (si chiama acquisto di 100 o 150 copie). Questa è la realtà e da questa realtà nasce l’affermazione dell’e-book.

  2. Articolo interessante. Ho lavorato in una casa editrice fino alla pensione e ai miei tempi non si usavano questi paroloni inglesi. Se un libro non era ben scritto e non era comprensibile veniva respinto. Che un libro non costi quasi nulla cara signora non mi par vero, dove lo mette il talento? In ogni caso le classi editrici non le ho mai sentite nominare. Sarà una novità o forse sarò io ormai troppo vecchietto e ignorante.

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